Allarme mondiale, Renzo Piano sta progettando un nuovo disastro: la distruzione di Harlem! Si', il più bel documento della New York d'antan, con le sue vecchie case dall'ingresso in cima a una scalinata (ricordo della Harlem olandese), i suoi celebri locali (so che considerate Dragor un bieco giacobino, ma dovete sapere che va pazzo per il gospel e si rotola per terra quando le Stars of Faith cantano al teatro Apollo), il suo ineguagliabile tessuto umano. Harlem, che Garcia Lorca defini' gran rey prisonjero en un traje de conserje, gran re prigioniero in una livrea di maggiordomo. Tutto questo è in pericolo perché l'infame vecchiaccio sta per metterci mano. E al confronto di Renzo Piano, la bomba atomica sembra un petardo di carnevale.
Qualche sconsiderato ha affidato al bulldozer umano il compito di costruire un campus della Columbia University nella zona più a nord dell'isola di Manhattan, fra la 125a la 133a Strada. "Vogliono sfrattarci dalle nostre case", tuonano i residenti, che temono la distruzione del quartiere.
Gli architetti contemporanei hanno già maltrattato abbastanza New York. L'hanno rovinata con il vetro e il metallo. Volete mettere i vecchi grattacieli romantici, il Woolworth con le sue fantasie gotiche, il Chrysler con la sua sublime cuspide Art Déco, l'Empire State Building? Ecco il cuore, l'anima di New York. Guardate come i vecchi grattacieli costituiscano un tessuto urbano armonioso, uno skyline gradevole e riposante. Quelli nuovi violentano l'ambiente, a parte il fatto che sono brutti, anonimi e costruiti male, con un cervellotico sistema di putrelle che sta in piedi per miracolo. Sembrano corpi estranei. Guardate che fino hanno fatto le Twin Towers del World Trade Center soltanto perché due aerei sono esplosi al loro interno. Credete che l'Empire State sarebbe crollato? No, sarebbe rimasto in piedi con un bel buco nella facciata. Quando le ignobili torri sono crollate, ho applaudito come i palestinesi (non per i poveracci che c'erano dentro, naturalmente, ma per la scomparsa di quegli orrori. Dov'era la fantasia? Dov'era la creatività? Quando hai progettato un piano, li hai progettati tutti). Violentavano l'ambiente, falsavano lo skyline di Battery, erano sproporzionate, opprimevano la povera chiesa di St Paul e il City Hall Park.
E quanto a violenza, Renzo Piano non è secondo a nessuno. Il Beaubourg è un orrore. La più infame violenza ambientale che sia mai stata perpetrata a Parigi. Soltanto un trombone presuntuoso come Renzo Piano poteva commettere un crimine cosi' colossale. Come si fa a mettere quel ripugnante ammasso di tubi, vetro e lamiere nel cuore di un quartiere, quello di boulevard de Sébastopol, che si era strutturato lentamente nel corso dei secoli (la direttrice Sébastopol è il decumano di Parigi), con il suo delizioso, civile tessuto di commerci, puttane, clochard? Il quartiere ha perso il suo carattere, e quando un quartiere perde il suo carattere diventa una discarica a cielo aperto. Guardate lo square davanti al Beaubourg: sembra una discarica di rifiuti nella quale si aggirano drogati, alcolizzati, sedicenti artisti de rue, ladri. E tutto questo lo ha combinato Renzo Piano e i cretini che gli hanno dato carta bianca.
Altri cretini hanno avuto la brillante idea di trasferire nel Beabourg le collezioni impressioniste conservate nel Musée du Jeu de Paume, alle Tuilieries. Se al mondo c'era una fusione perfetta fra opere d'arte e museo, era quella fra gli impressionisti e il Jeu de Paume. La luce del Jeu de Paume era inimitabile, quella del Beaubourg fa schifo. Come il suo contenitore.
Ho detto che quella del Beaubourg è la peggior violenza ambientale, ma avevo scordato la piramide del Louvre. Stavolta Piano non c'entra, ma Yeong Ming Pei gli fa una degna concorrenza. Come si fa a mettere quella mostruosità di tubi e plastica in mezzo a uno dei più bei cortili rinascimentali del mondo? Immaginate di metterla in mezzo a Piazza della Signoria a Firenze oppure piazza San Pietro a Roma. Oltre a tutto te la impongono. Nelle fotografie non si vede più il Louvre, si vede la Piramide del Louvre. Altri cretini hanno distrutto le Halles, i mercati generali, quando anche un mongoloide avrebbe capito che d'accordo, si potevano trasferire i mercati a Rungis dato che il quartiere non ce la faceva più a contenerli, ma l'enorme struttura metallica, quella struttura che Zola aveva definito "le ventre de Paris", andava conservata e magari trasformata in marché aux fleurs come il Covent Garden a Londra. Invece hanno snaturato il quartiere buttando giù tutto per fare un orrido centro commerciale nel sottosuolo e anche in questo caso la zona è diventata un incubo di spazzatura, drogati, alcolizzati, ladri...
Non avete notato che i luoghi più visitati non sono stati progettati di architetti? Che cosa c'è di più bello, di più umano, di più mirabilmente fuso con l'ambiente di una medina araba con le sue case bianche e il dedalo di viuzze, di un villaggio svizzero con i suoi chalet perfettamente adattati alla natura alpina, di un villaggio africano con le capanne dal tetto di paglia, di un quartiere residenziale vittoriano con le sue case di mattoni rossi, il front yard e i bow window, perfino di una favela brasiliana? E' questo che riflette la cultura locale, che vi illustra le tradizioni dei suoi abitanti, che vale la pena di visitare quando si viaggia.
Non avete notato che, quando visitate una città, la maggior parte di quello che è costruito dopo la Prima Guerra Mondiale non interessa? La gente vuole vedere quello che differenzia una città dall'altra, non quello che l'accomuna. Vuole vedere quello che esprime la cultura, il senso estetico, la storia, la tradizione del luogo. Ecco perché visita i centri storici e non le periferie. Perché la città è il suo centro storico, mentre le periferie si assomigliano tutte. Quanti, fra i turisti che visitano Parigi, pensano di visitare la Défense? Eppure, per costruire la Défense, sono stati chiamati i miglliori architetti del mondo. Ma nessuno va a vedere quei cubi senz'anima, la Grande Arche, la Bibliothèque Nationale, perché chi va a Parigi vuole vedere le case di Parigi, tetti grigi, mansarde, tutto quello che gli ricorda Parigi. Mentre la Défense potrebbe trovarsi anche a Hong Kong. Certo, la Parigi che ammiriamo è il frutto della rivoluzione urbanistica di Haussmann, ma a quell'epoca si costruiva ancora per il piacere. Il gusto non era sempre eccelso, ma guardate la complessità delle decorazioni del Secondo Impero, dell'Eclettismo, dell'Art Nouveau. Dopo la Prima Guerra Mondiale l'architettura è diventata un fatto industriale. Da Mosca a Giacarta, da Los Angeles a Hlelsinki si fanno le stesse cose. Non si costruisce più per appagare l'occhio, ma per risparmiare. Gli edifici sono diventati semplici contenitori. Cubi senza tetto (e il tetto è essenziale per capire la il carattere di un paese) e senz'anima che non interessano a nessuno.
Ma gli architetti dicono che la gente non capisce niente. Siccome nessuno va a vedere i loro orrori nelle periferie, te li sbattono nei centri storici convincendo il cretino nella stanza dei bottoni che sono perfettamente integrati con il contesto. Mentre sono semplicemente violenze effettuate da presuntuosi che vogliono mettersi in mostra e non capiscono perché un rustico villaggio di qualsiasi parte del mondo attiri più visitatori di tutte le loro schifezze. Distruggete il Beaubourg, togliete di mezzo la Piramide del Louvre, abbattete la Tour Montparnasse, ricostruite le Halles, radete al suolo l'Opéra-Bastille! E soprattutto, fermate gli stupratori di città come Renzo Piano e i suoi accoliti.
Dragor
Dragor, guarda che "Maledetti architetti" l'ha già scritto Tom Wolfe :-)
Scritto da: Biz | 26/05/06 a 10:02
S), ma vuoi mettere Dragor? ;)
Scritto da: dragor (journal intime) | 26/05/06 a 10:14
Dopo Giulio Casare, Leonardo da Vinci, Galileo,ecco un altro Italico Invidiato dai francesi.
Scritto da: Enrico | 21/06/06 a 20:57
Caro Enrico, personalmente invidio Leonardo e Galileo, ma Renzo Piano ve lo lascio... ;-)) Purtroppo ce l'hanno imposto.
Grazie, ciao
draqor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/06/06 a 22:34
chiedo scusa so che è un commento vecchissimo e io non ti conosco ma, mi pare un commento tanto vecchio che non me lo aspetto neanche da un 70enne. vedi a te l'architettura contemporanea non piace semplicemente xkè non ne sei abituato tutto ciò che come dici tu viene dopo la 1 guerra mondiale rispecchia la nostra società esattamente come versailles rappresentava il potere di Luigi XIV. e non è assolutamente vero che la gente non va a visitare le opere contemporanee ci va cauta xkè non le conosce ma ci farà l'abitudine e le ammirerà sempre di più nel corso degli anni, i tuoi commenti sono gli stessi che impressionisti, secessionisti e pittori delle avanguardie si sono sentiti dire quando esponevano e poi dopo soli 20 anni tutti volevano e compravano i loro quadri..è il ratggio dell'arte e non lo cambierà nessuno(grazie a dio) xkè l'arte è espressione della cultura di un popolo e ne rispecchia l'animo. a proposito l'architettura adesso è ovunque simile xkè se non te ne fossi reso conto purtroppo, e in questo me ne dispiaccio quanto te, siamo nell'era della globalizzazione tutto il mondo vuole essere simile parlarsi mangiare gli stessi cibi vedere gli stessi film, abitare nelle stesse case, la trovo una cosa disgustosa ma d'altronde anche il mezzo che ora noi stiamo usando x comunicare è la prima forma di globalizzazione...spero di non acerti offeso ma solo di averti dato una chiave di lettura che potrebbe farti arrabbiare di meno..il mondo non si può fermare solo andare avanti..
Scritto da: margaux | 04/05/10 a 19:29