La punizione collettiva ha numerosi sostenitori. In questa specialità gli israeliani sono maestri. Non trovano i rapitori (che purtroppo, lo apprendo in questo momento, si sono rivelati anche gli assassini) del loro soldato? Allora puniscono tutta Gaza. Certo, il primo ministro Olmert dichiara che Israele “non ha nessun interesse a colpire la popolazione, che infatti non è stata colpita”. Dipende da quello che s'intende per "colpita". Infatti hanno bombardato la centrale elettrica, così Gaza si trova senza elettricità e non può vedersi il mondiale alla TV (senza contare i soliti "danni collaterali", che ovviamente sono molto più gravi della perdita di qualche match di foot). Se questa non è una punizione collettiva...
Mi ricordano un prof di lettere che ha imperversato durante il mio primo anno di liceo. Era un fan della punizione collettiva. Quando riceveva un torto (o meglio, quando credeva di averlo ricevuto, perché era paranoico), puniva tutta la classe. Per evitare la punizione, bisognava che il colpevole si assumesse le sue responsabilità. C’era un solo problema: siccome di solito il torto non esisteva, non esisteva nemmeno il colpevole e così tutti si prendevano uno zero oppure dovevano scrivere 300 volte frasi edificanti come “il rispetto è la base della convivenza sociale”.
Un giorno qualcuno ha avuto la brillante idea di offrirgli un valido movente e gli ha sputato sulla cattedra. Era uno splendido sputo, largo come un'omelette (segno che, prima di svuotarsi la bocca, il responsabile doveva avere pensato per almeno due ore a qualcosa di stuzzicante), con una forma fantasiosa che sarebbe potuta servire per il test di Rorschach. Ma il prof non sembrava in vena di autoanalisi.
- Chi è stato? - ha chiesto.
Silenzio.
- Se il colpevole non alza la mano, punisco tutta la classe - ha minacciato.
Nessuno ha alzato la mano.
- Allora scendete tutti in cortile e correte in circolo fin quando vi dirò di smettere.
Per qualche motivo, mi sono venute in mente le SS.
- Questi metodi sono nazisti - ho proclamato alzandomi in piedi.
- Ti metto anche uno zero, così imparerai a citare i nazisti - ha detto il prof. - Adesso va’ in cortile a correre con gli altri
- Nemmeno per sogno - ho replicato. - Vado dal preside e gli racconto tutto.
Dopo quindici giorni il rudere era andato in pensione anticipata e al suo posto c’era una splendida prof in minigonna.
La punizione collettiva è un sopruso, perché per punire un colpevole si puniscono degli innocenti. Non per niente è stigmatizzata anche dal linguaggio popolare: fare di ogni erba un fascio, si dice in Italia. Gettare via il bébé con l’acqua del bébé, si dice in Francia. Per sfuggire, si può solamente rivolgersi a un’autorità superiore nella speranza che l’autorità in questione sia abbastanza forte ed equilibrata da bloccare l’aspirante punitore.
Devono averci pensato anche gli abitanti di Béziers, quando San Arnaud Amaury, volendo punire gli eretici ma non sapendo come distinguerli dai cattolici, ha ordinato alle sue milizie: “Uccideteli tutti. Dio riconoscerà i suoi.” Chi comanda i santi? Dio. Quindi non restava che rivolgersi a lui. Ma quanto a punizioni collettive, Dio aveva qualche precedente, cosi' per dovere di coerenza ha dovuto dare ragione al suo santo. In fin dei conti, chi aveva mandato il Diluvio Universale?
Per qualcuno, questa è giustizia.
Dragor
Il popolo palestinese ha votato e scelto come propri rappresentanti politici gli "ex terroristi" di Hamas.
Hanno avuto la possibilità di cambiare ma l'hanno buttata al vento.
Dell'odio da entranbe la parti ne è intrisa l'aria, la terra,l'acqua, i cuori e lo spirito della gente.
La cosa che più mi rattrista è la consapevolezza che difficilmente per entrambe le parti ci sarà un giorno la pace.
Scritto da: Luca | 29/06/06 a 12:37
Caro Luca,
quello che dici è vero. Ciascuno vede soltanto le proprie ragioni e ignora quelle dell'altro. Esemplare, per esempio, è la reazione di "Elle", come puoi vedere dai commenti in margine a "Lettera a un Danno Collaterale". Dopo aver apprezzato il mio post pro-palestinese, è andata a sfogliare gli archivi di aprile e di maggio, ha trovato dei post in cui sostengo le ragioni d'Israele criticando i palestinesi e mi ha accusato di essere "disumano". Se il clima è questo, come dialogare?
Grazie, ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/06/06 a 12:57
Mi sembra che uno dei punti cardine del tuo ragionamento sia la capacità - e la disponibilità - a riconoscere l'individualità di "ognuno" degli "altri" con cui entriamo in contatto, con tutta la complessità - cognitiva ed emotiva - che questo comporta. E questo non è da tutti. Purtoppo.
Altro punto cardine è il bisogno del colpevole, e su questo si potrebbe aprire un altro grande capitolo...
Ciao!
Scritto da: Prishilla | 29/06/06 a 14:29
Il solo fatto che Israele utilizzi un metodo nazista fa intuire l'assurdità di questa guerra. Secondo te, dragor, quale sarebbe la soluzione migliore affinché entrambi gli schieramenti possano ritenersi soddisfatti (al di là delle rivendicazioni sulle vittime)? Intendo chiederti come suddivideresti i territori.
Scritto da: Guizzo | 29/06/06 a 15:18
Caro Guizzo,
la mia ricetta è semplicissima. Invio di una forza d'interposizione ONU, stop agli attentati palestinesi, stop alle rappresaglie israeliane, Israele cede alla Palestina tutte le colonie, in compenso le alture del Golan e Gerusalemme restano a Israele (le conquiste di guerra non si toccano e poi Gerusalemme appartiene storicamente agli ebrei). Et voilà, ecco la pace in Medio Oriente.
Se lasciassero fare a me...
E sono anche riuscito a farti una domanda sul blog di Spank. Grazie, ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/06/06 a 15:48
Cara Prishilla,
ho sempre pensato che il libero pensiero non possa essere inquadrato in un'ideologia, in una dottrina, in un culto o semplicemente in una passione. Grazie per avere apprezzato il mio sforzo. Di solito riesco soltanto a farmi dei nemici... ;)
Grazie, ciao
Scritto da: dragor | 01/07/06 a 16:20