Amo l’Università di Copenaghen in agosto. Perché fra quei lunghi corridoi, quei busti arcigni, quelle porte misteriose, quelle aule deserte, qualcuno è arrivato molto vicino a scoprire il segreto dell’universo.
E amo vedere il mio amico Hans all’opera. Perché, con Piet Hein, Hans è l’ultimo rappresentante in vita della famosa Scuola di Copenaghen. Ha conosciuto Nils Bohr, de Broglie, Schrödinger.
Hans, che ha contribuito alla formulazione della meccanica quantica e l’ha insegnata per anni, si muove nell’università di Copenaghen come Quasimodo nella cattedrale di Notre Dame. Adesso che è in pensione, gli piace averla tutta per sé quando non c’è nessuno.
Per Hans, l’impossibile è probabile. Si diverte a calcolare le probabilità. Per esempio: quante probabilità ha uno scimpanzé, battendo a caso sui tasti di una macchina per scrivere, di riprodurre senza errori l’opera omnia di Shakespeare al primo tentativo? Attenzione, ho detto senza errori. Significa che, se alla fine scrive ENT invece di END dopo avere battuto tutte le tragedie, le commedie e i sonetti senza sbagliare nemmeno una virgola, il tentativo sarà considerato nullo.
Non dite che è impossibile. Se ci pensate bene, niente lo impedisce. C’è una probabilità su qualche miliardo di miliardi e si può calcolarla. In fin dei conti anche noi siamo una probabilità su qualche miliardo di miliardi.
Adesso Hans sta calcolando quante probabilità avrebbe un elefante, passeggiando su un pianoforte, di comporre al primo tentativo le nove sinfonie di Beethoven. E mentre calcola con tutti i computer dell’università collegati fra loro, mi lancia una sfida (da buoni vichinghi, gli scandinavi lanciano sempre sfide): “Scommettiamo che non sei capace di percorrere in bicicletta il ponte sul Sund?”
Il Sund è lo stretto che separa la Danimarca dalla Svezia. Il ponte è stato inaugurato qualche anno fa.
“Un gioco da bambini” rispondo.
Il giorno dopo c’è un cielo di piombo, soffia un ventaccio gelido in diretta dal Polo Nord e nel Sund si accavallano enormi onde grigie che muggiscono con l‘aria di dire: “Vieni giù, bello, che ti sistemiamo noi.”
Mi avvio sul ponte e devo affrontare nell’ordine: 1) Attacco di uno stormo di gabbiani inferociti che devono avere appena visto “Gli Uccelli” di Alfred Hitchock e mirano sicuramente alle aringhe affumicate che ho nello zaino. 2) Raffiche di vento a 140 km/h con una temperatura prossima allo zero assoluto. 3) Interruzione della pista ciclabile per lavori e obbligo di procedere fra i camion sulla corsia del traffico pesante.
Finalmente arrivo al casello. “Money” dice un tizio baffuto, dopo essersi accertato che non capisco il corrispondente svedese.
“Money what?”
“Toll.”
Ah, sì, il pedaggio. Mi frugo in tasca, frugo nello zaino. Merde, ho dimenticato i soldi.
“No money” dico al tizio. “Non potrei passare lo stesso?”
“No money, no Sweden.”
Per fortuna oltre il casello c’è Hans che mi aspetta. Alzo la mano e gli faccio un segno stropicciando il pollice contro l’indice. Per tutta risposta lui si rivolta le tasche per mostrare che sono vuote.
Così devo tornare in Danimarca riaffrontando nell’ordine 1) l’interruzione della pista ciclabile 2) le raffiche di vento a 140 km/h 3) l’attacco dei gabbiani inferociti. Il giorno dopo, all’università, Hans sta calcolando quante probabilità avrebbe un topo, rosicchiando a caso una forma di parmigiano, di scolpire il David di Michelangelo.
Prendo l’aringa mezzo sbocconcellata dello smörrenbröd che sto mangiando e gliela sbatto sul tavolo. “Scommettiamo che non riesci a calcolare quante probabilità ha questa aringa, battendo a caso sui tasti di un computer, di scrivere al primo tentativo tutta la Commedia Umana di Balzac?”, lo sfido.
“Ma è morta” protesta lui.
“Calcola le probabilità che risusciti.”
“Ma non ha le mani.”
“Calcola le probabilità che le spuntino.”
Poi me ne sono andato. Probabilmente ne avrà per un paio di secoli.
Dragor
a me, che su cose di meccanica quantistica ho fatto la tesi, questo racconto ha fatto molto piacere
un saluto per interposta persona ad Hans, e un saluto a te
Scritto da: montgolfier | 24/08/06 a 10:10
Caro Montgolfier, adoro la meccanica quantica (o si dice quantistica)? Sono anni che i migliori cervelli di Danimarca cercano di spiegarmela. Non potresti scrivere qualcosa di divulgativo sull'argomento? Comunque parlero' ancora di Hans, perché è stranamente legato alla tua storia sul delitto telefonico.
Ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 24/08/06 a 10:49
Nazza, dragor... Fantastico aver conosciuto Bohr ecc. Tra l'altro hai citato nel tuo post, non so se per caso, i fondatori della meccanica quantistica che mi son sempre sembrati piú ispiranti. Bohr l'affabulatore, de Broglie il ragazzo senza pretese che sfonda nel mondo della fisica a 20 anni, e Schroedinger il fisico che tenta una nuova filosofia per andare ancora piú in profondità della mecc. quant.. E, poi, pur non sapendone davvero un'acca, son sempre stato piú affascinato dalla versione ondulatoria della teoria... (Schroedinger, e, in parte, de Broglie).
Ecco una lista di questioni su cui ci devi dare l'opinione del tuo amico. :-))
1) Condivide l'interpretazione di Copenhagen della mecc. quant.? (Intendo quella piú "teoretica", non quella strumentalista.)
2) de Broglie si pronuncia "de broglie", o alla francese? Che origini aveva de Broglie?
3) Ma che vuol dire "la probabilità di riscrivere l'opera di Shakespeare"? Riscriverla da parte di chi? Quali sono i constraint che applica a questo calcolo?
L'avventura sul ponte è meravigliosa, vorrei tanto farla io. Altro che pedalare con la pioggia e l'ombrello, questa è una cosa davvero seria!
Infine, scusandomi per usare il tuo blog per altri fini, vorrei chiedere a montgolfier, giusto per curiosità (è liberissimo di non rispondermi): in che disciplina hai fatto la tesi sulla mecc. quant.? Fisica o altro? Anyway, it's very interesting...
Scritto da: Filippo | 24/08/06 a 12:01
Questo post è fantastico. Quando la matematica e la fantasia si incontrano, nasce l'arte nella sua essenza più pura.
Scritto da: Guizzo | 24/08/06 a 13:44
Scusa Dragor scusate tutti,
io di meccanica quantica o quantistica che sia non ne capisco un tubo però il post è proprio bello...
Ciao
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 24/08/06 a 14:27
Caro Filippo, grazie per le interessanti domande. 1) Da quando lo conosco (un giorno raccontero'le circostanze del nostro incontro), Hans mi ha sempre parlato di una versione idealistica della fisica applicata alla cosmologia quantistica e mi sembra che questo lo renda un interprete ortodosso della scuola di Copenaghen.
2) De Broglie discende da una famiglia italiana (d'origine piemontese).Il nome si pronuncia alla francese con g-l separati, visto che fuori d'Italia nessuno attribuisce a g-l il suono liquido di "l" mouillé francese.
3) Si cerca di calcolare la probabilità che lo scimpanzé, battendo a caso sui tasti, scriva al primo tentativo una copia esatta di tutta l'opera di Shakespeare. Quando pensi che è già difficile che imbrocchi la prima lettera della prima parola... Sui constraint applicati al calcolo ti sapro' dire quando li avro' capiti.
Ciao, alla prossima
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 24/08/06 a 15:16
Grazie, caro Guizzo. Per la fantasia va bene, per la matematica faccio quello che posso... :))
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 24/08/06 a 15:19
Cara Irene,grazie per il complimento. Come la relatività, cosi' la quantistica è fondamentale per capire l'universo. Provero' a scrivere qualcosa di divulgativo, o magari ci penserà Montgolfier...
A presto :)
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 24/08/06 a 15:25
Bene, grazie del chiarimento esaustivo.
Direi che è un ortodosso su posizioni estreme. È davvero affascinante come i fisici quantistici siano attratti dall'idealismo, intendo come scienziati. È proprio il successo della scienza, storicamente, uno dei piú potenti colpi all'anti-realismo. Però capisco che la scienza non debba essere necessariamente realistica (né tantomeno la filosofia, che sta assistendo da qualche parte ad un revival anti-realista).
E grazie per de Broglie, ti confesso che mi porto dietro questo dubbio dal liceo...
Continua a scrivere post su questo in futuro...
Scritto da: Filippo | 24/08/06 a 15:29
Eh eh.. nella mia carriera mnancano gli studi tecnici e scientifici, comunque è interessante.
Irene io porto gli stuzzichini e tu le sedie, loro possono continuare a dibattere mentre noi ci godiamo lo spettacolo :)))
.
Scritto da: Dolcyssyma | 25/08/06 a 08:00
(dragor, mi permetto di approfittare)
Per Filippo: sono laureato in ingegneria nucleare. Ho fatto una tesi di simulazione di espansione di plasmi. Ho parlato di quel periodo nel mio post di oggi
Ciao
Scritto da: montgolfier | 25/08/06 a 09:39
Ciao Dragor,
bel post! io sarei tornata indietro all'attacco dei gabbiani:)
Deve essere belle riuscire a calcolare le probabilità che accada ogni cosa. Hai sottoposto un bel quesito a Hans. Riguardo lo scimpanzè è arrivato a un risultato?
Pinky
Scritto da: pinky06 | 25/08/06 a 21:08
Anche se i miei studi classici universitari e artistici per ciò che riguarda il teatro, non mi permettono di capire a fondo il significato dei calcoli che deve affrontare Hans, mi sono divertita un mondo a leggere il tuo post Dragor! Copenaghen è una città che adoro e i danesi sono formidabili con il loro carattere cordiale.
Bel post!!!!
Cate ;)
Scritto da: cate | 25/08/06 a 21:40
Cara Pinky, quando è venuto a farmi visita a Nice, Hans ha letto sul giornale che a Sophia Antipolis (la nostra Sylicon Valley) dei ricercatori avevano creato il numero più grande del mondo collegando fra loro 600 computer. Si è precipitato da loro per dire che il numero delle probabilità contrarie al successo dello scimpanzé era ancora più elevato. L'ultima volta che l'ho sentito, stavano ancora discutendo.
Grazie, hasta luego
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 25/08/06 a 22:03
Cara Cate,in effetti i danesi sono considerati les enfants terribles degli scandinavi. Oltre a essere splendida e dotata di musei favolosi, Copenaghen è l'unica città al mondo dove ci si puo' smarrire in una foresta. Mi è successo nel sobborgo di Gentofte, dove c'è anche un magnifico lago con deliziose famiglie di cigni e di anatre.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 25/08/06 a 22:14