“Non ho rancore verso la persona che ha ucciso mio figlio”, ha detto Michelangelo Frammartino, il padre di Angelo, dopo l’arresto del palestinese che una settimana fa a Gerusalemme ha ammazzato suo figlio, volontario in Palestina, credendolo un ebreo. “Queste circostanze confermano che si è trattato di un errore, che Angelo è stato vittima della guerra e dell’ingiustizia, perché quando si è in una situazione di tensione, prevale l’irrazionalità. Confermo che non sento nessun rancore perché il pensiero di Angelo, gli ideali che lo hanno sempre motivato, non erano certo di rancore o di vendetta”.
Sembra di sognare. Ti ammazzano il figlio e non provi rancore? Ecco il risultato del lavaggio del cervello clericale e politico. Ti rimbecillisce al punto che non provi rancore per il tizio che ha ammazzato tuo figlio, non per sbaglio mentre era al volante di una macchina impazzita ma apposta, a pugnalate, prendendolo per un ebreo. Nessun rancore? So quello che farei se qualcuno ammazzasse mia figlia, se avessi fra le mani gli assassini di mia moglie e perfino se qualcuno mi molestasse il gatto. Come si può perdere un figlio in quel modo e subito dopo dire “nessun rancore”? Una stretta di mano e amici come prima?
I casi sono tre: primo, quell’uomo odiava suo figlio e il palestinese gli ha fatto un favore. Secondo, quell’uomo si vergogna ad ammettere il proprio rancore perché i preti gli hanno insegnato che un buon cristiano deve sempre perdonare e i coco gli hanno insegnato che i palestinesi hanno sempre ragione. Terzo, quell’uomo odia gli ebrei e non prova rancore verso il palestinese che voleva ammazzare un ebreo. Sembra accettare quella volontà omicida con molta naturalezza, visto che non spende una parola per condannarla. E non se la prende nemmeno per il fatto che Ashraf Abdel Anaifa, il ventiquattrenne assassino membro della Jihad Islamica, abbia dichiarato di non essere pentito. E’ già tanto che non gli chieda scusa perché suo figlio si è fatto pugnalare al posto dell’ebreo. Povero Ashraf, quello sconsiderato lo ha fatto faticare per niente. Che idea balorda, andarsene a spasso fra gli ebrei con il rischio di essere scambiato per uno di loro. Perché non si era appeso al collo un cartello con scritto “ariano”?
Nel primo caso è sadico, nel secondo è ipocrita, nel terzo è stupido. O forse è tutti e tre. Da parte di un catho c’è da aspettarsi di tutto.
Nessun rancore? Evidentemente in quella parte della Calabria il perdono funziona soltanto quando ti ammazzano un figlio. Certamente non quando qualcuno va a letto con tua moglie. A meno, ovviamente, che non sia palestinese.
Dragor
C'e` una quarta possibilita` per spiegare il comportamento del padre di quel povero ragazzo.
Come sai Angelo era di Rifondazione Comunista.
Forse anche il padre e` di Rifondazione Comunista
Scritto da: RR | 21/08/06 a 09:51
ciao Dragor, credo che RR abbia ragione. Incredbile anche sentire alla radio una delle giovani che erano con lui al momento dell'omicidio prendersela con la lentezza di intervento della polizia israeliana (insomma, se interviene non va bene, se non interviene non va bene lo stesso).
Valeva la pena leggere il commento della Loewethal ieri su La Stampa
Ciao
Scritto da: montgolfier | 21/08/06 a 09:55
Caro RR, coco comprende anche Rifondazione Comunista.
Ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 09:55
La mia ipotesi è che il padre provi rancore, ma non lo dice perchè pensa che il figlio avrebbe voluto così.
Scritto da: Guizzo | 21/08/06 a 12:28
però sarebbe anche una bella cosa se i giornalismi smettessero di chiedere ai parenti, davanti al corpo ancora caldo del assassinato, se perdonano l'assassino: è una cosa che hanno cominciato a fare negli anni ddel terrorismo. la smettano, è disgustoso, loro sono lucidi, i parenti sicuramente no.
Scritto da: m | 21/08/06 a 12:28
Caro Guizzo, allora era stupido anche il figlio. Come si fa a non provare rancore per un tizio che ti pugnala alle spalle?
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 12:38
Cara m, un po' di tempo fa avevo scritto un post su questo argomento. Ecco il link:
http://dragor.blog.lastampa.it/journal_intime/2006/04/il_perdono_e_lo.html#comments
Ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 12:44
Caro Monty, purtroppo il commento della Loewethal mi è sfuggito. Non era pubblicato nell'edizione web?
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 12:48
Se qualcuno mi pugnalasse alle spalle, fra l'altro credendomi qualcuno che non sono, non so se proverei rancore. Perché provare rancore per un coglione?
Scritto da: Guizzo | 21/08/06 a 13:21
Caro Guizzo, allora che cosa proveresti?
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 13:25
Caro Guizzo, allora che cosa proveresti?
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 13:25
Proverei rabbia per la situazione. Sarei furioso con tutte le persone che si lasciano fare un lavaggio del cervello fino a tal punto. Verso il mio assassino proverei quegli stessi sentimenti che provo verso tutti i pirla della terra: fastidio.
Scritto da: Guizzo | 21/08/06 a 13:45
Caro Guizzo, credo che il rancore sia proprio un mix di rabbia e fastidio. In ogni caso, se fossi stato ebreo, avresti provato un sentimento diverso?
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 14:50
Io sono d'accordo con te Dragor, dovessi campare 100 o 1.000 anni, non riuscirei MAI a perdonare colui che mi portasse via un mio caro. Non è una questione di palestinesi o non, in questo caso, ma solo di un assassino e questo io, non lo perdonerei. Anzi, credo che prenderei a cazzottoni sulla faccia anche il giornalista che me lo viene a chiedere.
Cate
Scritto da: cate | 21/08/06 a 17:19
Cara Cate,
invece sembra che in certi casi il perdono sia politicamente e religiosamente corretto. E anche che uccidere un ebreo sia meno grave che uccidere un non ebreo, visto che tutti si concentrano sull'"errore" e sorvolano sul fatto che, in fin dei conti, l'amico Ashraf era uscito di casa per uccidere qualcuno.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 17:38
Se fossi stato ebreo non lo so. Comunque Frammartino non lo è. Tengo a sottolineare che io sono un tipo estremamente vendicativo. Ma non lo faccio per rancore, è per insegnare alla gente a stare al mondo.
Scritto da: Guizzo | 21/08/06 a 18:23
Appunto, caro Guizzo, Frammartino non era ebreo. Ma secondo te c'è una grande differenza? Voglio dire, conta di più l'"errore" o il fatto che Ashraf voleva comunque uccidere qualcuno?
dragor(journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 18:42
Io mi chiedo: cosa avrebbe dichiarato alla stampa il padre di Angelo se suo figlio fosse stato ucciso ad un posto di blocco israeliano, da un soldato che lo avesse scambiato erroneamente per un terrorista palestinese?
Scritto da: RR | 21/08/06 a 20:14
Caro RR, secondo me la domanda dovrebbe essere questa: che cos'avrebbe dichiarato alla stampa il padre di Angelo se suo figlio fosse stato ucciso da un ebreo che era uscito di casa con l'intenzione di uccidere un palestinese?
Ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/08/06 a 20:20
Caro Dragor,
capisco e apprezzo il tuo punto di vista. Ammetto che forse ti assomiglio, forse abbiamo provato entrambi simpatia per la reazione scomposta e un po' folle del fidanzato di Hina (quasi rissa con dei pachistani, tot di barbiturici ingoiati e poi al pronto soccorso).
Mi pare che ad iniziare l'atteggiamento 'perdonista' siano stati i parenti di Bachelet (Torino), i quali perdonando gli assassini del loro congiunto volevano semplicemente 'prendere le distanze' dalla brutalità della violenza e collocarsi su un piano di 'maggiore civiltà'. Quindi, nemmeno io capisco le reazioni di queste persone ma forse, a parte l'intontimento causato del trauma, vogliono solo prendere le distanze dagli assassini, rimanere fuori dai circuiti della brutalità.
Cerco solo di capire. Ciao
Scritto da: sabrina | 22/08/06 a 14:39
Cara Sabrina,
si', capisco questa eventualità. Pero' il fatto che qualcuno parli di perdono subito dopo avere perso una persona cara, senza nemmeno avere avuto il tempo di tirare il fiato, mi sembra forzato e quindi sospetto. Perché il perdono non dipende da noi, non è qualcosa che si puo' ottenere premendo un bottone. E' un processo lungo e complicato, che cerco di descrivere nel mio post "Il perdono e l'oblio" (archivio di aprile). Ecco il link:
http://dragor.blog.lastampa.it/journal_intime/2006/04/il_perdono_e_lo.html#comments
Grazie, torna a farmi visita.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 22/08/06 a 15:16
e adesso abbiamo anche il sacrestano di Brescia che, tramite il suo avvocato, fa sapere che nei prossimi giorni provvederà a chiedere perdono ai genitori della ragazza uccisa... non si sa mai, male non fa, non costa niente, magari il giudice concede gli arrresti domiciliari...
Scritto da: m | 22/08/06 a 15:54
Cara m,
come hai fatto a indovinare? Questo sarà l'argomento del post di domani. Un caro saluto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 22/08/06 a 16:16
ripeto che i giornalisti hanno un ruolo in tutto questo. io li ricordo quando è cominciato il rito del microfono infilato quasi in bocca al figlio/moglie/ ( alle madri no, non osavano) dell'ucciso steso a terra a chiedere "Lei perdona?"
Scritto da: m | 22/08/06 a 16:50
Caro Dragor,
molto bello il tuo pezzo sul perdono e l'oblio. Volevo aggiungere che la parte finale del tuo post qui sopra è un po'... dura (non te n'eri accorto, forse). Come se ci fosse una particolare gerarchia di valori che spinge a vendicarsi ed ad arrabbiarsi solo di fronte a certe situazioni in cui è implicato il senso dell'onore e lasciando perdere le altre.
Lo sai che è un'idea scomodissima.
Ciao.
Scritto da: Susan | 22/08/06 a 22:28
Ti faccio i miei complimenti. Saper scrivere di questioni così profonde, affrontando dei veri e propri labirinti (con annesse le fognature) degli esseri umani credo sia difficilissimo.
Scritto da: sabrina | 22/08/06 a 22:31
Cara Susan, il finale è volutamente provocatorio. Sembra strano che in una regione dove la gente non esita a reagire anche con violenza alla minima provocazione sessuale si accetti con tanta serenità la morte di un figlio.
Un saluto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 22/08/06 a 22:54
Grazie, cara Sabrina. E' difficile ma affascinante e il dialogo aiuta a illuminare la strada.
Ciao
Scritto da: dragor | 22/08/06 a 23:00