Oggi, con l’incendio di un paio di autobus a Bordeaux, si festeggia il primo anniversario degli scontri nelle banlieues. Qui a sinistra potete vedere la foto del colpevole.
Noeud papillon, aria onnisciente, espressione arrogante... sì, lo avete riconosciuto, è proprio lui, il padre di tutti gli architetti: Charles Edouard Jeanneret-Gris, al secolo Le Corbusier, il tizio che ha progettato la famosa Unité d’Habitation a Marsiglia battezzandola la Cité Radieuse, l’edificio che i marsigliesi con la loro saggezza popolare, hanno ribattezzato la Maison du Fada (la Casa del Matto). Siccome la nonna di una copine di mia figlia ha la sfortuna di abitare nella Casa del Matto, sono potuto entrare non soltanto nell’edificio ma anche nell’appartamento. Così ecco a voi in prima mondiale la Casa del Matto come nessuno l’ha mai vista.
L’idea era quella di una cittadella autonoma con appartamenti, negozi, servizi e perfino una scuola materna sul tetto. Per la prima volta nella storia il cemento a vista è stato utilizzato in tale quantità per uno stabile, cosa che ha permesso di modellare delle forme integrate, armadi, sedili, letti. Non si può dire che sia tutto negativo, in certe griglie di vede l’influenza di Mondrian e del razionalismo olandese, l’uso del cemento a vista negli
anni Trenta è certamente rivoluzionario, ma nel complesso la Casa del Matto ha compiuto nell’architettura più danni di una bomba atomica. Perché tutti i casermoni di periferia, gli alveari umani, le cittadelle del sonno, le HLM (Habitations à Loyer Modéré) emarginanti, alienanti, umilianti derivano dalla Casa del Matto.
E poi si meravigliano se scoppiano le rivolte nelle banlieues. Brucerei gli autobus anch’io, se abitassi in una copia della Maison du Fada. Perché quell’incompetente del Corbusier che era un architetto come io sono un cinese sosteneva che ‘bisogna costruire nel verde”, ossia che i suoi falansteri degni eredi di quelli di Charles Fourier dovevano avere intorno un ampio spazio libero, mentre anche i bambini di 2 anni sanno che così si crea alienazione ed emarginazione, quelle specie di
Soweto o di Striscia di Gaza che adesso circondano le nostre città e dalle quali gli abitanti giustamente incazzati si riversano sulla città relativamente vivibile, ossia quella non progettata dagli imitatori di Le Corbusier, per dirci con metodi non sempre oxfordiani che questa apartheid è disumana.
Infatti a partire dagli anni Ottanta si è capito che le idee di Le Corbusier erano tutte scemenze, che le abitazioni non dovevano essere separate ma attaccate insieme in modo da favorire la socializzazione e l’interazione, che fra città e periferia occorre un tessuto connettivo. Così sono nate le HLM dell’ultima generazione, generalmente in stile post-moderno senza il funereo cemento a vista, a volte costruite a semicerchio per ricreare la piazza del villaggio con spazi nei quali gli abitanti possano incontrarsi e socializzare. Le municipalità hanno perfino cominciato a comprare edifici in centro per ristrutturarli e trasformarli in case popolari. Chi ha detto che i ceti meno abbienti devono essere confinati in periferia? Ovviamente si parla di periferie europee, perché nei paesi anglosassoni il rapporto s’inverte e i sobborghi sono più abitabili del centro.
Invece di pontificare da quei tromboni che erano, Le Corbusier e i suoi ammiratori avrebbero dovuto imparare dagli inglesi. Pragmatismo, praticità e umiltà, ecco la lezione degli inglesi, i cui anonimi architetti vittoriani ed edoardiani, senza parlarsi addosso come Le Corbusier e la sua cricca, ci hanno dato i più deliziosi quartieri di abitazione che si possano immaginare, case anche minime dotate di back yard e front yard perché gli abitanti possano coltivare il loro giardino, vie curve per movimentare le prospettive, abitazioni individuali a misura umana che riescono a inserire 2 piani di brick rossi con tanto di scala interna dove Le Corbusier ce ne mette uno solo con il suo schifoso cemento a vista. Il risultato si vede: le minoranze etniche si sono integrate molto meglio in Inghilterra e stanno causando problemi soltanto da poco tempo a causa dei Muslim Brothers che aizzano i musulmani contro l’occidente, mentre in Francia non si sono mai veramente integrate perché vengono marginalizzate nelle HLM come arrivano nell’Esagono ed è tutta colpa di Le Corbusier.
Dragor
Sono abbastanza d'accordo con la sostanza del discorso.
Le idee di L.C. hanno fatto notevoli danni.
Ma, la "casa del matto" in boulevard Michelet, secondo me è riuscita. Ci sono andato due volte.
La prima, anche dentro l'appartamento di una giovane coppia, che l'avevano rimessa in stile modern, restaurando la cucina di Jean Prouvè.
La seconda volta, dentro l'appartamento della famiglia di un tizio che sembrava "gros de goulasse" di Reiser (ci ha aperto in canotta e mutande, appunto). Simpatico, era tutto fiero della sua nuova cucina in legno barocchetta comprata alla "fonte del rustico" o giù di li :-)
Scritto da: Biz | 27/10/06 a 10:58
Più che altro, ci si è apprifittato di alcune sue idee (sbagliate, peraltro) per giustificare enormi porcate a basso costo.
Scritto da: Biz | 27/10/06 a 11:00
Mai e poi mai abiterei in un casermone del genere!! Altro che alienante, mi indurrebbe al suicidio...
Attualmente abito in un condominio di 6 piani, ma gli appartamenti hanno una facciata esterna molto allegra con persiane verdi che sbucano dai mattoni rossi e larghi balconi con ringhiere decorate. Di fronte parcheggio auto con alberi.
Non è lussuoso ma la vista ne giova molto.
Scritto da: Genny.c | 27/10/06 a 11:35
Ma non è che Le Corbusier è diventato matto perchè ha vissuto in case del genere ?!?!?
Scherzi a parte, anni fa nella campagna alla periferia di Novara c'era una casa nota come la Casa del matto...ma era zeppa di scritte, "disordinatamente originale"...decisamente più geniale e umana ! Aveva l'aria molto vissuta e quasi simpatica così parlante di sfoghi a spray o pennello...
Scritto da: irenespagnuolo | 27/10/06 a 12:00
Bisogna dire che nel caso della Unitè de Abitation di Marsiglia, forse anche più che in altri casi, è necessario essere lì per rendersi conto.
E' bella, si sta bene li dentro.
Assolutamente non è un "casermone".
Piscina e palestra sul tetto, piano con negozi, vista sul mare, e tutto ben disegnato.
Infatti, non si verificano gli episodi di marginalità di cui parla Dragor nel post.
Scritto da: Biz | 27/10/06 a 12:23
Caro Biz, e io che credevo di offrire una première... :))
Il gros dégueulasse aveva sicuramente comprato la cucina da Conforama. Le Corbusier si sarà rivoltato nella tomba.
In effetti è vero, non è che nella Cité Radieuse si stia poi tanto male, anche se è troppo grande e lugubre per i miei gusti. Sono le porcate a basso costo costruite in serie dai lecorbusiani che hanno stravolto le banlieues.
In ogni caso il cemento a vista mi dà i brividi. E' la passione degli architetti e l'incubo dei clienti...
Ho conosciuto un imitatore di Le Corbusier che è venuto a Bujumbura a trovare mio padre. Si chiamava Vittoriano Vigano, era milanese e sembra che abbia rovinato mezza Milano.
Grazie, ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 27/10/06 a 12:39
Cara Irene, era sicuramente già matto quando l'ha costruita. Altrimenti perché l'avrebbero chiamata La Maison du Fada? :))
Ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 27/10/06 a 12:45
Cara Genny, ti capisco. Il fatto è che gli architetti credono di sapere tutto e non si preoccupano dei gusti dei clienti. E poi si meravigliano se la gente preferisce abitare in una casa con le persiane verdi. A me piacerebbe abitare in uno chalet tirolese...
Ciao, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 27/10/06 a 12:49
un tempo gli architetti prendevanoordini dai Signori della città, dal monarca, più modestamente dal nobile che voleva farsi il palazzotto. Adesso sono i sindaci a farsi dare ordini dall'architetto...
La formazione della città, e l'equilibrio dell convivenze, sono un prodotto della lenta stratifigrazione di popoli, accadimenti, fortune e sfortune commerciali...mica si producono in laboratorio, giocando col cemento armato...
Scritto da: mm | 27/10/06 a 13:09
Il cemento a vista è troppo difficile da eseguire, e ci sono poi problemi di manutenzione.
So che il capitolato tecnico di Tadao Ando per il cemento a vista è di centinaia di pagine. Purtroppo, o per fortuna, non sono riuscito ad averlo.
Giusta l'osservazione di mm
Scritto da: Biz | 27/10/06 a 13:29
Cara mm, giusto e sacrosanto. Gli ambienti impiegano secoli a stratificarsi e poi arriva uno che li sfigura in dieci minuti con una cosa che non c'entra niente. A Parigi hanno assassinato il cortile del Louvre, uno dei più bei cortili rinascimentali del mondo, con una orrenda piramide di plastica o quasi e soprattutto hanno sfigurato il quartiere Sébastopol, il decumano di Parigi, con l'ignobile Centre Pompidou di Renzo Piano, snaturando il luogo che infatti è diventato un rendez-vous di drogati e SDF come il Forum des Halles costruito sulle rovine delle Halles, lo zoliano Ventre de Paris che soltanto un idiota puo' aver fatto distruggere. Ecco tre casi di stupro urbano fra i tanti possibili...
Grazie, ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 27/10/06 a 14:32
Resta però da chiedersi come mai se a dare ordini erano i Principi e Papi venivano poi delle belle cose, e se li danno i sindaci no.
Inoltre: l'intervento pubblico nel settore delle abitazioni è - specie in Italia fra i paesi europei - molto limitato.
Allora la questione riguarda anche i privati, l'uso sostanzialmente commerciale che se ne fa a partire dalla impostazione urbanistica, ecc. ecc.
Scritto da: Biz | 27/10/06 a 15:36
non hai letto bene, ho scritto che adesso gli ordini, il progetto, sono gli architetti a darli al sindaco. e come va va, dipende dalla personalità e dal momento professionale dell'architetto...però l'eventuale sperimentazione se la gode poi la città....nel passato si sperimentava meno, adesso veramente troppo...
Scritto da: mm | 30/10/06 a 10:13
mm, il progetto, l'hanno sempre dato gli architetti.
I committenti non entravano giustamente nel merito del 'come', ma del 'cosa'.
Forse il casino nasce dal fatto che i committenti pubblici chiedono anche il 'cosa', dato che sono di una ignoranza generalmente crassa.
O se indicano un 'cosa' è anche un 'come' che hanno visto andando in giro all'estero.
Per quanto concerne la "sperimentazione", direi che l'Italia si contraddistingue ormai come fanalino di coda in Europa.
Meglio così, dato che le cose nuove da noi fanno generalmente schifo, secondo me più per colpa dei committenti, che appunto non sanno dare una reale direzione, intenzione e controllo alle operazioni.
Pensano tutti solo ad ingozzarsi come bestie.
Scritto da: Biz | 30/10/06 a 10:30
forse la spiegazione sta nel fatto che una volta i committenti erano di antico lignaggio e colti, oppure erano commercianti che avevano conosciuto la bellezza del mondo e l'arte, mentre oggi spesso i committenti hanno come retroterra culturale i nanetti di biancaneve nel giardino di casa...
Scritto da: mm | 30/10/06 a 11:13
quanto al fatto che vittoriano viganò abbia rovinato mezza milano modererei i termini. Viganò ha costruito poco e bene (si veda la facoltà di architettura del poli). Quanto poi all'uso delle sue architetture, come l'istituto Marchiondi di Baggio non c'è da discutere sul fatto che le abbiano condotte alla rovina e alla decadenza...ma questa è un'altra storia...la storia degli edifici abbandonati che diventano presidio di occupanti abusivi d'ogni genere...
Scritto da: dddtn | 27/12/06 a 23:04
Caro dddtn,
ho fatto una ricerca su Vigano, che ho conosciuto personalmente a Bujumbura. Nel suo genere l'istituto Marchiondi non sarebbe male, almeno per l'uso del cemento a vista che in Italia per quell'epoca era una novità (comunque non mi piacerebbe abitarci). Hai ragione, è un peccato che lo lascino andare in rovina.
Purtroppo questo architetto viene ricordato soprattutto per la devastazione della zona intorno all'Arco della Pace. Sembra che si sia dovuto ricostruire tutto a carico dei contribienti.
Ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 27/12/06 a 23:36
io vorrei capire questo dragor cosa fa?
di che si occupa ? di architettura? di sociologia ? di antropologia culturale ? ci sono una serie di osservazioni corrette e scorrette in ciò che esprime... ma sono tutte vizite e inficiate da una superficialità che ha dell'incredibile...
tra l'altro sono capitato su questa pagina cercando delle immagini di alcune cose di corbusier, tra pochi giorni parto sulle sue tracce...forse avremo occasione di riparlarne..intanto evitiamo squallidi luoghi comuni...
Scritto da: Fulvio | 11/05/07 a 17:16
Caro Fulvio, ho soltanto espresso delle considerazioni personali. Questo non è un trattato di architettura.
In ogni caso, Le Corbusier fotografato come nel mio post non lo vedrai mai più!
Ciao, in bocca al lupo per la ricerca
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 11/05/07 a 18:21
le Corbusier è un gran maestro un uomo pieno di genialità, un precorritore del futuro, il suo stile tecnologico, i cinque punti dell'architettura ci hanno aperto all'epoca un'era nuova. Il conglomerato cementizio armato, l'applicazione tra scultura e abitazione la convinzione che l'abitazione è una macchina per abitare.L'arredamento del 1928, i disegni acquistati da Cassina. TUTTO CIO' E' ODIERNO OGGI. E' pacifico che questi passaggi sono stati degli esperimenti che ci hanno paortato a godere ciò che oggi usiamo, senza domandarsi chi è stato il promotore di questi esperimenti. Qualsiasi essere che abbia del talento in ogni settore è pregato di sviluppare le sue conoscenze non in Italia, poichè non gli sarà permesso nemmeno di provare a dimostrare la sua identità.
Scritto da: moreno | 08/09/08 a 16:20