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06/10/06

Commenti

irenespagnuolo

"Si può ammazzare qualcuno ed essere sani di mente? No."
Questa sintesi perfetta coglie il pensiero maturato in anni di studio della materia...Ma gli stessi studi non mi consentono di esprimere con altrettanta sicurezza le conseguenze...Condivido la sostanza non retributiva ma preventiva in quanto appunto non ha alcun senso "punire" un malato mentre ne ha evitare che lo stesso torni a compiere un delitto...Ma proprio per questo distinguerei la "pena" da un "ricovero" dove curare (anche se non potrà sempre dire guarire)...
Irene

dragor

Cara Irene, sei un'esperta e questa è proprio la tua materia. E' vero, mi sono espresso in modo ambiguo. Dicendo "pena" non mi riferivo necessariamente alla prigione, ma alla condanna e alla sua durata. Concordo sul fatto che dovrebbe essere scontata in un'istituzione terapeutica, visto che le prigioni non fanno che aggravare la patologia.
Un caro saluto
dragor (journal intime)

Pim

Vale sempre il detto che ogni persona deve essere ritenuta sana e responsabile, a meno che non si provi il contrario. Impulsività e perversione non sono malattie di per se stesse, le condizioni di mente dell'imputato devono essere valutate al momento del fatto-reato. Il discorso dunque va circoscritto a quei casi in cui la patologia mentale ha comportato il commettere di un atto che il soggetto, se fosse stato libero di determinarsi in maniera autonoma, non avrebbe commesso. La patologia deve assumere quindi significato di malattia solo se altera le funzioni dell'Io e non s'inscrive nello stile di vita della persona.

dragor

Caro Pim, un'osservazione interessante. Mi sembra che l'omicidio equivalga a a una prova del contrario. L'impulsività e la perversione sono dei tratti caratteriali che oltre un certo limite possono fare la differenza fra sanità mentale e patologia. La differenza è solamente quantitativa e l'indice dell'eccesso è il passaggio all'atto.

dragor (journal intime)

irenespagnuolo

Bene Dragor !
Irene

Certo Pim, hai ragione, se entriamo nella logica applicativa e processuale dei concetti teorici l'imputabilità e la punibilità vanno accertate con riferimento al momento del compimento del gesto criminoso.
Resta il fatto che non ho ancora individuato quali potrebbero essere i casi di assassini che non abbiano affatto le funzioni dell'Io alterate...
Lo "stile di vita" della persona non è un derivato delle funzioni dell'Io o della percezione che il soggetto ne ha ?
Che ne pensi ?

Guizzo

Io non credo che omicidio e malattia vadano di pari passo. C'è differenza tra un killer che ammazza per denaro e uno psicopatico. Io potrei tranquillamente uccidere per vendetta ad esempio se qualcuno ammazzasse i miei figli (che non ho ancora). Accetterei la pena ma una volta fuori non ucciderei più. Uno psiicopatico sì. Un killer, forse. Ciao!

irenespagnuolo

Per quanto ne so dai miei studi Guizzo nessuno ha mai equiparato malattia e omicidio tanto semplicemente. Penalisti, criminologi, psichiatri, psicologi, sociologi studiano una vita su questo e ci sono molte teorie, indagini casistiche, approfondimenti e posizioni di pensiero...ma non così nette e così "facili" infatti...
Per sintetizzare quello di cui si discute non è l'equiparazione ma una serie di fattori e cause che appunto sono determinanti per le funzioni dell'io.
Scusa se semplifico troppo (per non abusare dello spazio di Dragor) ma considera la differenza di percezione del "disvalore" o l'abbassamento della soglia di condivisione dei valori diffusi o il diverso "livello" di rispetto della vita che possiamo avere per fare un esempio tu ed io e quello che ha una persona nata e cresciuta in mezzo alla violenza e all'assenza di amore (in senso lato, mi comprenderai) oppure una persona che ha respirato solo codici di onore e principi come soldi e potere...
Estremizzo, banalizzo quasi...giusto per trasmettere il "succo"...
Comunque per discutere questo tema non sono bastati secoli, ricerche, tomi su tomi...
Irene

dragor

Caro Guizzo,
anch'io ucciderei gli assassini di mia moglie, se li avessi sottomano. Ecco perché sono malato e, se dovessi passare all'atto, vorrei essere ricoverato un una clinica per malati mentali con una camera singola, internet, vista sul mare e breakfast all'inglese. I miei impulsi inibitori devono avere qualcosa che non funziona. Chissà, come l'ho fatto una volta, potrei farlo un'altra...
dragor (journal intime)

dragor

Cara Irene, grazie per il tuo illuminante intervento.
Questo spazio non è mio, è di tutti, quindi l'abuso non esiste. E poi sembra illimitato. Una volta mi hanno inserito un commento di 10 pagine e ci sono state tutte.
Ciao
dragor (journal intime)

irenespagnuolo

Grazie Dragor...
Diciamo che in certi temi quasi non mi metto a scrivere perchè altrimenti rischio di non smettere più...!
Competenza e passione insieme sono un mix fortissimo.
Un abbraccio
Irene

Pim

Sono d'accordo con te, Dragor.

Pim

La funzione dell'Io determina certamente lo stile di vita, Irene. Però, sono d'accordo con Guizzo, io non stabilirei l'equivalenza assassino = malattia mentale. È vero che un conflitto psichico può esitare in un acting out violento (quando l'Es prevale sul superIo), e quindi assumere in quel momento valore di malattia. Più che agire, allora il soggetto reagisce. Secondo me, però, bisogna sempre verificare se la reazione può essere considerata normale o abnorme. Se qualcuno facesse del male ad una persona che amo, credo che ricadrei nel primo caso; se sparassi al mio vicino di casa perché posteggia male l'auto, certamente nel secondo.

irenespagnuolo

Sono d'accordo Pim. INFATTI HO CERCATO DI SPIEGARE CHE NESSUNO IN DOTTRINA CREDO ABBIA MAI EQUIPARATO TOUT COURT ASSASSINO=MALATTIA MENTALE...La questione però è molto più complessa...l'ho sintetizzata perchè ci vorrebberero manuali interi !
Ciao
Irene

Guizzo

Cara Irene, non contesto le tue parole. Il punto del discorso è l'inizio del post:
'Si può ammazzare qualcuno ed essere sani di mente? No. '
perciò, secondo dragor, qualunque omicida è un malato di mente. Ciao!

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