Coglioni? Lo ha detto Biz e ho scoperto che ha ragione. Qual è la differenza fra un eroe e un coglione? I parametri di giudizio sono numerosi ma in sostanza dicono tutti più o meno la stessa cosa: l’eroe vince, il coglione perde. Garibaldi e Che Guevara hanno perso. In tutta la sua vita Garibaldi ha vinto soltanto un piccolo scontro a San Antonio in Uruguay, poi è andato in Italia e ha perso la difesa della Repubblica Romana, poi ha perso sua moglie Anita mentre cercava di salvare la pelle, poi ha perso contro gli austriaci a Novara ed è dovuto scappare in Svizzera, poi ha perso i territori dell’Italia meridionale confiscati dal nemico sabaudo, poi ha perso contro i prussiani in Francia. Finalmente ha perso Nizza che è stata annessa alla Francia, ha perso una quantità di soldi in investimenti sbagliati e si è ritirato su un’isoletta sperduta dove ha perso la vita.¨Più coglione di cosi'...
Che Guevara ha esordito nel 1954 dando il suo appoggio al presidente guatemalteco Jacobo Arbenz Guzmàn, rovesciato all’istante da un golpe della CIA. Incoraggiato dall’insuccesso, nel 1956 è andato a Cuba e ha aiutato Fidel Castro a rovesciare il regime di Fulgencio Batista, ritagliandosi quindi un posto come Ministro dell’Industria nel quale è riuscito a far rimpiangere il dittatore in esilio. Esaltato dal nuovo fiasco, nel 1965 è andato in Africa dove ha cercato di fare la rivoluzione nel Congo-Lépoldville con Laurent Kabila (che avrebbe preso il potere trent’anni dopo, ovviamente senza di lui), finendo per dire che Kabila non capiva niente di rivoluzione mentre Kabila diceva che Guevara non capiva niente dell’Africa. Ebbro d'insuccesso, nel 1967 è andato a fare la guerriglia in Bolivia dov’è stato catturato e fucilato dall’esercito boliviano guidato dalla CIA. Più coglione di cosi'...
In ogni caso si puo' essere eroi e coglioni. Quando pensate che, secondo un sondaggio, per gli italiani i più grandi eroi sono Silvio Berlusconi e Karol Wojtyla...
Dragor
Gli eroi non possono essere altro che dei coglioni. La gente li ama per il coraggio, per la generosità, però, per potersi identificare profondamente, deve vederli scivolare sulla classica buccia di banana. Più lo scivolone è rovinoso e ignominioso, e più li sente vicini alle proprie caratteristiche. Solo giù dal piedistallo, l'eroe è veramente riconosciuto tale, in saecula saeculorum.
Scritto da: Pim | 29/11/06 a 10:21
Gli eroi non esistono.Nel quotidiano siamo tutti piccoli eroi.Ogni giorno,appena svegli, dobbiamo fare i conti con l'acqua fredda che esce dai rubinetti mentre fuori ci sono temperature polari.Con l'automobile che non parte,con il traffico impazzito,con il dirigente che controlla il tuo arrivo in ufficio,con la corsa al market per quel minimo di spesa al rientro nel tardo pomeriggio.E così di seguito.Mi sento realmente un'eroina quando sono soddisfatta di come ho impostato la mia giornata e dei risultati ottenuti.Con simpatia Marianna
Scritto da: marianna | 29/11/06 a 13:31
>Secondo me è quasi normale che l'eroe possa essere visto, da una diversa
>prospettiva, come un coglione. Ad esempio, io davo del coglione ai
>simpaticissimi Garibaldi e Che Guevara dal punto di vista della intelligenza
>politica "alta". Infatti, l'unica definizione che riesco a dare di Garibaldi
>sul piano politico teorico è "socialconfuso" (non a caso amato sia da comunisti,
>che da socialisti che da fascisti) Praticamente, ha sbagliato tutto. Quanto al
>Che, il fatto d'essere trotszchista (non riesco a scrivere questa parola) in
>quella situazione non dà scampo sulla valutazione che si può aver di lui su un
>piano della analisi politica. Ma l'eroe - e loro sono stati eroi - è colui che,
>indipendentemente dalla sua intelligenza politica, ha coraggio e si batte per
>qualcosa a prescindere da qualsiasi opportunità politica e personale. L'eroe
>infiamma le folle, incarna il sacrificio di sè per un ideale; l'eroe è giovane e
>bello, l'eroe è puro. Ma se è coglione, è strumentalizzabile. Diventa una icona
>buona per usi brutti. Un idolo.
>La mia concezione ottimale dell'eroe corrisponde alla definizione "candido come una colomba, ma astuto come un serpente".
>Va da sè che Berlusconi non vedo come possa essere definito "eroe", e forse
>nemmeno Karol Wojtila, per altri aspetti.
>Ma, abbiamo davvero bisogno di "eroi"?
Scritto da: aragona1 | 29/11/06 a 13:55
Caro Pim, è proprio vero. Gli eroi più simpatici sono quelli che perdono.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/11/06 a 15:42
Cara Marianna,
a volte ci vuole più eroismo per la vita di tutti i giorni che per le grandi imprese. Ma con l'eroismo di routine non si passa alla storia.
Ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/11/06 a 15:58
Il Mondo non è dei vincenti, ma di miliardi di Perdenti-Pezzenti che sanno scegliersi i loro Eroi: Garibaldi ed il Che ci rappresentano, proprio perché hanno perso alla grande! NB: Caro Dragor, da buon mangiapreti hai dimenticato Gesù, Re degli Ebrei, che pure è stato caro a Garibaldi ed al Che (anche loro ce l'avevano con i "sepolcri imbiancati")
Scritto da: Pasquone | 29/11/06 a 18:10
Caro Pasquone, l'ho dimenticato apposta. Immagina che cosa sarebbe successo se gli avessi dato del coglione...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/11/06 a 18:47
Caro dragor, non vedo perché solo fra i vincitori debbano esserci gli eroi.
Ciao!
Scritto da: Guizzo | 29/11/06 a 21:05
Caro Guizzo, come dico a Pim, gli eroi piu' simpatici sono quelli che perdono
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/11/06 a 21:57
Wowwwwwwwwwww allora sono un'eroina nata !!!
bacissimi Dragor...
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 29/11/06 a 22:32
Visto che volevi impostare il discorso sugli eroi che,in quanto tali,entrano nella Storia,io ti dicoche,pensandoci,per me sono:Aldo Moro,GiovanniFalcone,Gandhi,Maria Curie,Il priore di Barbiana,L'Abbè Pierre,Il fondatore della comunità di Taizè.Ciascuno di questi ha fatto qualcosa che possa costituire lo sprone perchè altri continuino.Comunque l'eroismo quotidiano della piccola gente per me resta fondamentale.Ciao,buon lavoro:Marianna
Scritto da: marianna | 30/11/06 a 08:52
Ciao Dragor, è la prma volta che scrivo, però mi ha attirato molto questo post. Volevo solo dire che gli eroi sono per definizone perdenti. Se fossero vincenti non sarebbero eroi: qualcuno considera eroe Cavour e Vittorio Emanuele II?
l'eroe è disposto a lottare generosamente per un ideale (e si sa che gli ideali difficilmente si realizzano); ed è tanto più eroico se, come il Che, ci lascia la vita. Sinceramente considero più cglione uno che manda a morire gli altri per una bugia che uno che muore per un ideale in cui crede. Anche se non lo condivido. Quindi che nessuno tocchi il Che e Garibaldi!
Scritto da: rottasudovest | 30/11/06 a 13:23
Dragor, dimentichi un dettaglio: gli eroi e le 'persone reali' sono due cose distinte, due universi paralleli. Da sempre.
Per dare un volto ad un'ideologia, o a un messaggio, la verità è sacrificabile.
L'uomo ha voglia di credere al mito, ne è affamato. La (o le) verità, invece sono noiose e indigeste.
Scritto da: X | 30/11/06 a 14:02
Caro Rottasudovest, di solito gli eroi sono utopisti e di solito gli utopisti sono perdenti. E proprio questo che li rende simpatici e credo che si legga fra le righe del mio post. E come dici tu, è meglio un coglione eroe che un coglione non eroe
Ciao, torna a farmi visita
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 30/11/06 a 17:26
Però senza Garibaldi e Mazzini staremmo ancora in tanti staterelli, magari anche sotto qualche dittatorucolo...
Scritto da: Esperimento | 30/11/06 a 19:37
Caro Esperimento,
il grosso del lavoro l'ha fatto il Piemonte con l'aiuto della Francia. Se Gatibaldi ha abbattuto il regime borbonico con soli 1000 soldati, significa che il Piemonte avrebbe potuto abbatterlo facilmente con il suo esercito molto più potente e incamerarsi i territori senza bisogno di confiscarli al povero Giuseppe. Quanto a Mazzini, era soltanto un teorico senza molto seguito in patria, visto che l'Italia unita ha debuttato come monarchia.
Ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 30/11/06 a 21:51
Caro X, quello che dici è verissimo. E' proprio questa voglia di credere al mito, a volte, che annulla la distanza fra l'eroe e il coglione.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 30/11/06 a 21:54
Dragor, riesco di nuovo ad inserire commenti.
Non so come mai prima non riuscivo.
Aggiungo una piccola notazione che riguadano i discorsi successivi.
Nella concezione della Grecia classica (ma in realtà, anche in quella biblica e in quella cristiana) l'eroe è vincente (anche se si sacrifica, e anche se può morire e a volte muore).
Ciao
Scritto da: Biz | 04/12/06 a 00:15
Oh ma vaffa.... come ti permetti di parlare male di Garibaldi, napoleone allora che cosa era, almeno Garibaldi a sempre combattuto per l'Italia e quando è risalito con i mille la gente lo acclamava come un eroe quando il re gli ha offerto titoli principeschi, proprietà, dote per la figlia lui a rifiutato e sene andato a Caprera, quando napoleone III è stato cacciato è andato a difendere la francia non'ostante la francia aveva messo i bastoni fra le ruote all’Italia difendendo il papa.
Voi francesi la storia studiatela tutta no solo quella che vi fa comodo.
Scritto da: Enrico | 05/12/06 a 14:41