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REMEMBERING ADELE

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29/11/06

Commenti

Pim

Gli eroi non possono essere altro che dei coglioni. La gente li ama per il coraggio, per la generosità, però, per potersi identificare profondamente, deve vederli scivolare sulla classica buccia di banana. Più lo scivolone è rovinoso e ignominioso, e più li sente vicini alle proprie caratteristiche. Solo giù dal piedistallo, l'eroe è veramente riconosciuto tale, in saecula saeculorum.

marianna

Gli eroi non esistono.Nel quotidiano siamo tutti piccoli eroi.Ogni giorno,appena svegli, dobbiamo fare i conti con l'acqua fredda che esce dai rubinetti mentre fuori ci sono temperature polari.Con l'automobile che non parte,con il traffico impazzito,con il dirigente che controlla il tuo arrivo in ufficio,con la corsa al market per quel minimo di spesa al rientro nel tardo pomeriggio.E così di seguito.Mi sento realmente un'eroina quando sono soddisfatta di come ho impostato la mia giornata e dei risultati ottenuti.Con simpatia Marianna

aragona1

>Secondo me è quasi normale che l'eroe possa essere visto, da una diversa
>prospettiva, come un coglione. Ad esempio, io davo del coglione ai
>simpaticissimi Garibaldi e Che Guevara dal punto di vista della intelligenza
>politica "alta". Infatti, l'unica definizione che riesco a dare di Garibaldi
>sul piano politico teorico è "socialconfuso" (non a caso amato sia da comunisti,
>che da socialisti che da fascisti) Praticamente, ha sbagliato tutto. Quanto al
>Che, il fatto d'essere trotszchista (non riesco a scrivere questa parola) in
>quella situazione non dà scampo sulla valutazione che si può aver di lui su un
>piano della analisi politica. Ma l'eroe - e loro sono stati eroi - è colui che,
>indipendentemente dalla sua intelligenza politica, ha coraggio e si batte per
>qualcosa a prescindere da qualsiasi opportunità politica e personale. L'eroe
>infiamma le folle, incarna il sacrificio di sè per un ideale; l'eroe è giovane e
>bello, l'eroe è puro. Ma se è coglione, è strumentalizzabile. Diventa una icona
>buona per usi brutti. Un idolo.
>La mia concezione ottimale dell'eroe corrisponde alla definizione "candido come una colomba, ma astuto come un serpente".
>Va da sè che Berlusconi non vedo come possa essere definito "eroe", e forse
>nemmeno Karol Wojtila, per altri aspetti.
>Ma, abbiamo davvero bisogno di "eroi"?

dragor

Caro Pim, è proprio vero. Gli eroi più simpatici sono quelli che perdono.
dragor (journal intime)

dragor

Cara Marianna,
a volte ci vuole più eroismo per la vita di tutti i giorni che per le grandi imprese. Ma con l'eroismo di routine non si passa alla storia.
Ciao!
dragor (journal intime)

Pasquone

Il Mondo non è dei vincenti, ma di miliardi di Perdenti-Pezzenti che sanno scegliersi i loro Eroi: Garibaldi ed il Che ci rappresentano, proprio perché hanno perso alla grande! NB: Caro Dragor, da buon mangiapreti hai dimenticato Gesù, Re degli Ebrei, che pure è stato caro a Garibaldi ed al Che (anche loro ce l'avevano con i "sepolcri imbiancati")

dragor

Caro Pasquone, l'ho dimenticato apposta. Immagina che cosa sarebbe successo se gli avessi dato del coglione...

dragor (journal intime)

Guizzo

Caro dragor, non vedo perché solo fra i vincitori debbano esserci gli eroi.
Ciao!

dragor

Caro Guizzo, come dico a Pim, gli eroi piu' simpatici sono quelli che perdono
dragor (journal intime)

irenespagnuolo

Wowwwwwwwwwww allora sono un'eroina nata !!!
bacissimi Dragor...
Irene

marianna

Visto che volevi impostare il discorso sugli eroi che,in quanto tali,entrano nella Storia,io ti dicoche,pensandoci,per me sono:Aldo Moro,GiovanniFalcone,Gandhi,Maria Curie,Il priore di Barbiana,L'Abbè Pierre,Il fondatore della comunità di Taizè.Ciascuno di questi ha fatto qualcosa che possa costituire lo sprone perchè altri continuino.Comunque l'eroismo quotidiano della piccola gente per me resta fondamentale.Ciao,buon lavoro:Marianna

rottasudovest

Ciao Dragor, è la prma volta che scrivo, però mi ha attirato molto questo post. Volevo solo dire che gli eroi sono per definizone perdenti. Se fossero vincenti non sarebbero eroi: qualcuno considera eroe Cavour e Vittorio Emanuele II?
l'eroe è disposto a lottare generosamente per un ideale (e si sa che gli ideali difficilmente si realizzano); ed è tanto più eroico se, come il Che, ci lascia la vita. Sinceramente considero più cglione uno che manda a morire gli altri per una bugia che uno che muore per un ideale in cui crede. Anche se non lo condivido. Quindi che nessuno tocchi il Che e Garibaldi!

X

Dragor, dimentichi un dettaglio: gli eroi e le 'persone reali' sono due cose distinte, due universi paralleli. Da sempre.
Per dare un volto ad un'ideologia, o a un messaggio, la verità è sacrificabile.
L'uomo ha voglia di credere al mito, ne è affamato. La (o le) verità, invece sono noiose e indigeste.

dragor

Caro Rottasudovest, di solito gli eroi sono utopisti e di solito gli utopisti sono perdenti. E proprio questo che li rende simpatici e credo che si legga fra le righe del mio post. E come dici tu, è meglio un coglione eroe che un coglione non eroe
Ciao, torna a farmi visita

dragor (journal intime)


Esperimento

Però senza Garibaldi e Mazzini staremmo ancora in tanti staterelli, magari anche sotto qualche dittatorucolo...

dragor

Caro Esperimento,
il grosso del lavoro l'ha fatto il Piemonte con l'aiuto della Francia. Se Gatibaldi ha abbattuto il regime borbonico con soli 1000 soldati, significa che il Piemonte avrebbe potuto abbatterlo facilmente con il suo esercito molto più potente e incamerarsi i territori senza bisogno di confiscarli al povero Giuseppe. Quanto a Mazzini, era soltanto un teorico senza molto seguito in patria, visto che l'Italia unita ha debuttato come monarchia.
Ciao!
dragor (journal intime)

dragor

Caro X, quello che dici è verissimo. E' proprio questa voglia di credere al mito, a volte, che annulla la distanza fra l'eroe e il coglione.
dragor (journal intime)

Biz

Dragor, riesco di nuovo ad inserire commenti.
Non so come mai prima non riuscivo.
Aggiungo una piccola notazione che riguadano i discorsi successivi.
Nella concezione della Grecia classica (ma in realtà, anche in quella biblica e in quella cristiana) l'eroe è vincente (anche se si sacrifica, e anche se può morire e a volte muore).
Ciao

Enrico

Oh ma vaffa.... come ti permetti di parlare male di Garibaldi, napoleone allora che cosa era, almeno Garibaldi a sempre combattuto per l'Italia e quando è risalito con i mille la gente lo acclamava come un eroe quando il re gli ha offerto titoli principeschi, proprietà, dote per la figlia lui a rifiutato e sene andato a Caprera, quando napoleone III è stato cacciato è andato a difendere la francia non'ostante la francia aveva messo i bastoni fra le ruote all’Italia difendendo il papa.
Voi francesi la storia studiatela tutta no solo quella che vi fa comodo.

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