Dite a un bambino di disegnare una casa. Per prima cosa disegnerà un triangolo e sotto il triangolo aggiungerà un quadrato. Nell’immaginario collettivo la casa è caratterizzata dal tetto. In molte lingue “tetto” è sinonimo di casa. Ho pensato a questo quando ho visto sulla prima pagina di Nice-Matin (qui a sinistra, cliccare per ingrandire) il progetto di urbanizzazione della Plaine du Var, dove si estenderà la Nizza del futuro. E questa sarebbe Nizza? Guardate bene. Non vi ricorda una città africana o centroamericana? Una via d mezzo fra Bujumbura e Tegucitalpa. Non c’è più niente di niçois, niente di europeo, e per quale motivo? Semplicissimo: gli architetti contemporanei hanno dimenticato il tetto. A un certo punto, negli anni 30, il triangolo si è perso per strada e i progettisti hanno cominciato a fare soltanto il quadrato.
Perché a Parigi nessuno va a visitare la Défense, che pure è un campionario di gioielli dell’architettura contemporanea? Perché a Nizza nessuno visita l’Arénas, la Défense niçoise? Perché non hanno niente di parigino e di nizzardo. Sono fredde, anonime, senz'anima perché quegli edifici sono cubi senza tetto mentre in ogni paese del mondo è il tetto a dare le prime informazioni sul paese in questione, a caratterizzare la sua architettura. Secondo l’inclinazione, il tetto vi dice se siete a nord o a sud. Se poi
osservate il tipo di copertura, (tegole, ardesia, paglia, rame, pietra) ci sono buone probabilità che riusciate a identificare il paese, o addirittura una regione, o addirittura una città. Guardate le mansarde Haussmann, di cui vedete uno splendido esempio nella fotografia in alto (cliccare per ingrandire). Ecco Parigi! Altro che la Défense. Se andate a Parigi, è questo che volete vedere. Qualcosa che rispecchi la cultura , il clima, lo stile del posto. Se andate in Germania, i tetti che coprono quattro o cinque piani con il loro
vertiginosi spioventi vi diranno che in quel paese gli inverni sono rigidi e nevosi. E notate come gli abbaini seguono la pendenza del tetto per lasciar scivolare la neve senza ostacoli. I quartieri ricostruiti in Germania dopo i bombardamenti della guerra sono composti per la maggior parte da case senza tetto e non hanno niente di tedesco. Potreste trovarli in ogni parte del mondo, non vale la pena di andare in Germania per vedere
quella roba. Una cattedrale gotica tedesca dev’essere circondata da tetti aguzzi, non da cubi. Se volete averne un’idea, guardate i quartieri ricostruiti attorno alla cattedrale di Colonia e confrontateli con quelli di prima della guerra. Fra tutte le qualità di cui i ricostruttori eraano carenti, una brilla per la sua assenza: l’umiltà.
Chiunque scenda dal Nord della Francia verso il Midi, guarda con ansia i tetti. A un certo punto, dalle parti di Lyon, le tegole prendono il posto dell’ardesia. Ed è la festa! Si sente già la carezza del sole, il profumo dell’aglio, l’accento di Fernandel, il frinio delle cicale. Addio alla grisaille del Nord con quelle facce eternamente incazzate. Ma gli architetti contemporanei non sono d’accordo. Con i loro stupidi cubi senza tetto vogliono rendere tutta la Francia uguale da nord a sud, tutto il mondo uguale dal Polo Nord al Polo Sud. E quando avranno uniformato il mondo intero, che gusto ci sarà a viaggiare?
Dateci i tetti sporgenti della Toscana, i tetti a pagoda che ci parlano del lontano Oriente, le antiche tegole bruciate dal sole della vecchia Spagna, i tetti di rame di Copenaghen e di Amburgo, i tetti ticinesi coperti di pietre sovrapposte, i tetti spioventi della Germania, i larghi tetti ad angolo ottuso degli châlet alpini, le terrazze greche e arabe, i tetti d’erba svedesi, i tetti di paglia dei cottage inglesi, i tetti a mosaico della Borgogna, il tetto del
Carlton di Cannes che secondo la leggenda è stato ispirato dai seni della Belle Otéro. In effetti una casa senza tetto è come una donna senza seni...
Dragor
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Ma che bello questo post sui tetti. E' vero, è inutile viaggiare se i tetti sono uguali ovunque. Ognuno deve avere il proprio tetto che racconti la propria storia! :)))
Scritto da: Dolcyssyma | 17/11/06 a 10:17
Bello questo punto di vista Dragor, il mondo visto dai tetti (o il nostro sguardo appeso ai tetti). Effettivamente, il modello parallelepipedo, omogeneizza tutto.
Un saluto
Mont
Scritto da: montgolfier | 17/11/06 a 10:18
Un bellissimo post, Dragor. Confesso di essere anch'io un osservatore di tetti. Amo molto quelli degli châlet valdostani, ricoperti di lose. Da lassù cambiano le prospettive del mondo che conosciamo, diventano imprevedibili...
Scritto da: Pim | 17/11/06 a 10:26
Bello, bravo Dragor.
Il contatto fra la casa è il cielo è la cosa più importante, è vero.
Scritto da: Biz | 17/11/06 a 10:42
la prima e del precedente messaggio ha un accento di troppo :-)
Scritto da: Biz | 17/11/06 a 10:43
Io amo in tetti in beola di certe vallate valsesiane ed ossolane...
Concordo con te Dragor, quella dei tetti è un pò la storia del luogo.
Ricordo anche però le difficoltà a rifare i tetti in beola per esempio...(ho abitato e lavorato in Valsesia) : non si trovavano più le beole di una volta e c'erano pochissimi bravi artigiani capaci di metterci mano nel rispetto della tradizione e della buona tecnica.
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 17/11/06 a 10:49
Argute osservazioni sui tetti. A proposito, tetti o tette? Perché entrambe le "coperture" ci proteggono da quando nasciamo... Quindi, forse, gli archiTetti, inconsciamente, tendono a rifuggire da certe conclamate sicurezze. Forse per protesta contro le anoressiche donne piatte, o forse per un loro (degli architetti) semplice appiattimento di idee. Vai a sapere...
Ciao!
Osvaldo
Scritto da: Osvaldo Contenti | 17/11/06 a 16:14
Grazie a tutti per i vostri gentili commenti
drgoar (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/11/06 a 16:52
IRENE
Ecco il guaio, la mancanza di artigiani e qualche volta di materiali. Da qualche tempo si mettono tegole marsigliesi al posto dell'ardesia perfino in Inghilterra...
OSVALDO
Un'acuta osservazione. In effetti volevo lasciarvi il piacere di fare il calembour suggerito nell'ultima frase: una casa senza tetto è come una donna senza tette.
Ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/11/06 a 16:53
e talvolta, sia i tetti che le tette è opportuno rifarle...
Scritto da: mm | 17/11/06 a 17:08
Caro Dragor,
questo tuo pezzo è poesia pura, e non solo un saggio di cultura e approfondimento sull'architettura, l'arte, la storia. Sa trasmettere emozioni al lettore, che intravede, attraverso le tue parole, colori e immagini che lo trasportano lontano.
Ciao Tesea
Scritto da: Tesea | 18/11/06 a 17:47
Grazie, cara Tesea. E' sempre un piacere condividere le proprie emozioni con persone che le capiscono
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 18/11/06 a 21:03