L’anziano dottor Isak Borg va da Stoccolma a Lund, per assistere a una cerimonia in suo onore. Durante il viaggio in macchina, accompagnato da sua nuora Marianne, fa il punto sulla sua vita e finalmente si riconcilia con se stesso. E’ “Il Posto delle Fragole”, il capolavoro di Ingmar Bergman, secondo alcuni critici il più bel film che sia mai stato realizzato.
Durante il viaggio, Isak si ferma per vedere la villa dove da giovane passava le vacanze, una grande villa bianca sulla riva di un delizioso laghetto. Là, in un memorabile flashback, rivede tutta la famiglia, i genitori, i fratelli, le sorelle, gli zii e Sara, la fidanzata che amava e che ha lasciato perché l’ha sorpresa abbracciata nel bosco su un tappeto di fragole con il suo fratello minore. Ma, stranamente, non riesce a rivedere se stesso. Come se la sua immagine fosse scomparsa dai ricordi.
Lungo la strada accadranno altri episodi che lo faranno riflettere sul suo egoismo, sulla sua cecità, sulle occasioni mancate. Il viaggio diventa una meravigliosa metafora della vita, dell’amore e della morte. Perché la sera, dopo il giubileo all’università di Lund, quando si addormenta riconciliato con se stesso, Isak riesce finalmente a rivedersi... sul piccolo pontile davanti alla villa, mentre pesca tranquillamente nel lago e una dolce musica di carillon gli accarezza le orecchie.
Ellen Bergman, la seconda delle cinque donne che hanno sposato Ingmar Bergman, ha ottantasette anni e vorrebbe essere aiutata a morire perché da anni soffre di terribili dolori che ultimamente l’hanno spinta a rifiutare l’alimentazione nella speranza di affrettare la fine. Il caso di Ellen, che da giovane è stata una bellissima donna impegnata nel teatro dove ha lavorato come attrice e regista, ha riaperto in Svezia il dibattito sull’eutanasia. Ora che la vita non ha più niente da offrirle, ha supplicato i medici di somministrarle dei sonniferi per potersi spegnere tranquillamente nel sonno. Ma in Svezia questa forma di sedazione profonda è consentita soltanto quando ogni altro aiuto si rivela inutile. “Nella Svezia attuale”, ha detto ai giornalisti, “la decisione sulla propria morte viene ancora considerata come qualcosa di vergognoso e di criminale. I medici hanno paura. Perché dobbiamo morire soffrendo? La morte dovrebbe essere dolce.”
Si', Ellen, dolce come la morte virtuale di Isak alla fine del viaggio. Spero che ti diano i sedativi, che tu chiuda gli occhi e ti riveda su quel piccolo pontile mentre una dolce musica di carillon ti accarezza la mente. Dormi, Ellen, e che la morte ti sia lieve.
Dragor
.
D'altra parte, "Il posto delle fragole" è anche una meditazione sulla morte. Una meditazione desolata, ma serena.
Scritto da: Pim | 17/01/07 a 10:25
Un argomento complesso ma certamente quando è la persona a richiedere di morire perchè non riesce più a sopportare le sofferenze bisognerebbe poter esaudire il suo desiderio.E' anche vero che la vita è un dono di Dio e solo lui può stabilire quando scrivere la parola fine.Ma in certi casi non ha senso vivere se quella che conduci non è più vita.Mi pare di ricordare che,a proposito del dolore fisico, lo scorso anno o prima ancora nell'ambito medico si era discusso ampiamente sul tema e si era convenuto di fare qualcosa proprio perchè i malati terminali non dovessero sopportare inutili sofferenze.Vengono somministrati oppiacei che poi spesso,a seconda del quadro clinico del paziente,spesso portano alla morte.Insomma l'eutanasia non è accettata per le ragioni che sappiamo ma in sostanza talora si finisce indirettamente per praticarla.Questo lo dico perchè neanche un mese fa la cosa si è verificata a Genova alla sorella di una mia amica,che affetta da tumore con relative metastasi si è spenta così.
Probabilmente con il tempo anche l'eutanasia sarà accettata ufficialmente.Anche se sarebbe auspicabile che tutti ci spegnessimo serenamente nel nostro letto di vecchiaia. Marianna
Scritto da: marianna | 17/01/07 a 13:03
Comunque messo da parte il triste argomento,ti comunico che oggi c'è il sole a nord-est della Sardegna e va benissimo.Qualche osservazione sul pezzo che come sempre è molto gradevole.Qualche osservazione ancora su quelli che partecipano al blog:perchè esercitano nella comunicazione esclusivamente la funzione fatica ossia di contatto?Non sarebbe più valido ritrovare riflessioni? Ciao, apresto.Marianna
Scritto da: marianna | 17/01/07 a 13:10
Il dolore lo conosciamo solo quando ci siamo di fronte. E' indicibile, inesprimibile.
Nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di argomentare sul dolore degli altri. Il dolore è soggettivo, è mio e tuo, non è di nessun altro. Di fronte al mio dolore posso decidere come credo anche di viverlo fino in fondo, di dedicarlo a Dio, ai Santi, a chi voglio..., ma di fronte al "tuo" devo tacere con rispetto e lasciare che "tu" decida quello che è bene per te. Uso il "tu" perchè è un pronome personale poco o mai usato nelle discussioni teoriche, ma solo il "tu" dà il rispetto dell'altro, il riconoscimento della sua individualità, della sua soggettività, della sua personalissima storia.
Il tu mi mette di fronte alla persona in carne ed ossa, non ad un essere astratto e terocio che non esiste nella realtà.
E poi basta con queste ipocrisie: è facile dire che non si vuol lasciar morire che siamo per la vita ( e chi non lo è). Lo sapevate che è nata un'associazione chiamata "per la morte" (un po' di sana autoironia non farebbe male a nessuno. Se siamo per la vita, bene allora chi dice così dovrebbe impedire perchè non muoinao milioni di bambini, dovrebbero battersi per dare dignità alla vita di tutti, no? Questo per loro è un altro discorso. Ed allora continuate a discutere, tanto questo fa sentire così importanti!
Mi unisco a Dragor :"Dormi, Ellen, e che la morte ti sia lieve".
Scritto da: Giulia | 17/01/07 a 13:28
Marianna ti cito: "E' anche vero che la vita è un dono di Dio e solo lui può stabilire quando scrivere la parola fine".
Queste affermazioni, un po' bigotte, un po' arroganti, quasi a voler imporre pubblicamente una verità tua, sono molto, molto antipatiche e fastidiose... Ti consiglierei di aggiungere che TU credi che Dio doni la vita.
Scritto da: matzudaira | 17/01/07 a 14:07
Cara Marianna, l'eutanasia puo'assumere molte forme, fra cui l'arresto dell'accanimento terapeutico o la somministrazione di farmaci che possono affrettare la fine. Secondo me è da adattare caso per caso con molta sensibilità umana
ciao
dragor (journal intime)
ci
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 15:14
Cara Giulia, si dice che, quando gli animali soffrono, non praticare l'eutanasia sarebbe un atto di egoismo da parte dei padroni.
Se è egoistico rifiutarla a un essere che non puo' parlare, mi sembra ancora più egoistico rifiutarla a una persona che la chiede espressamente.
La difesa della vita è un tema molto interessante e merita di essere trattato in un post a parte
Grazie, ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 15:21
Caro Matzudaira, Marianna espone le sue idee con molta apertura mentale.
Ma stiamo ancora aspettando di conoscere le tue...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 15:25
Non so Dragor se l'eutanasia e l'arresto di accanimento terapeutico siano considerate forme diverse dello stesso principio. Mi pare che al riguardo si discuta e ci siano posizioni contrastanti...
Comunque mio padre ha chiesto la sospensione delle terapie (quindi dell'accanimento terapeutico perchè a parere dei medici non c'erano speranze...) e noi abbiamo capito. Ricorderò sempre il medico che disse a mia madre : è un uomo che ha vissuto con grande dignità, chiede di morire con altrettanta dignità...non possiamo dire di no.
Abbiamo pianto perchè era come "se ci volesse lasciare" ma è stato un attimo, poi abbiamo vissuto ogni istante dei suoi ultimi naturali giorni, fino all'ultimo respiro. E abbiamo tutti pensato e compreso che era giusto così, accettare la sua volontà e il corso della vita.
Scritto da: irenespagnuolo | 17/01/07 a 16:11
Cara Irene, per me tutto quello che uccide una persona in modo indolore con il suo accordo si puo' chiamare eutanasia. Sottilizzare sui termini è una forma d'ipocrisia. Chiedere l'eutanasia è un atto di orgoglio condannato da chi vorrebbe l'uomo perennemente in ginocchio,soprattutto alla fine della vita.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 18:08
Il posto delle fragole è un film meraviglioso, e pensare che Bergman era regista cinematografico quasi per hobby (mentre si considerava invece un regista teatrale professionista)
mi appare sempre inconcepibile il voler decidere sulla vita e la morte altrui. Che Ellen riposi in pace, se è quel che desidera.
Scritto da: Guizzo | 17/01/07 a 18:13
Caro Guizzo, a volte i dilettanti riescono meglio dei professionisti, sempre che abbiano le basi tecniche. Homo ludens...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 18:30
Eutanasia: licenza di uccidere, soprattutto chi è solo al mondo, senza protezione di affetti. Quindi: il pensionato solo che grava sul sistema previdenziale.
Il parente ricco alla cui eredità si aspira.
La moglie o il marito ingombranti, etc.
Non è detto che già oggi (o ieri) non si riesca (o non si riuscisse) comunque a liberarsi di questi disgraziati e a farla franca, però, se non altro, mancando l'alibi vi sono (o vi erano) alcune remore per gli assassini.
Comunque, NO all'accanimento terapeutico, quando è accanimento vero, quindi inutile. E' contro natura.
SI' agli oppiacei e ad ogni tipo di antidolorifico. C'è un antico proverbio somalo:"Quando è finito il tempo, è finito il tempo".
Lasciamo fare al tempo..., tanto "Panta rei", tutto passa.
Tesea
Scritto da: Tesea | 17/01/07 a 18:48
Cara Irene, le testimonianze di vita aiutano tutti a capire più la vita e noi stessi insieme. La tua è preziosa
Scritto da: Giulia | 17/01/07 a 18:49
Cara Marianna,
è con grande piacere che, aprendo poco fa' il mio PC, ho letto il tuo saluto!
Ho anche constatato che, sull'argomento oggi 'all'ordine del giorno', noi siamo più o meno sulla stessa lunghezza d'onda: SI agli antidolorifici, NO alla violenza, imposta o richiesta.
Tengo la stessa linea, ormai, anche con le mie bestie, penso che la natura debba faRE il suo corso, la stiamo già fin troppo stravolgendo.
La mia città oggi è stata più grigia del solito, con un traffico sempre piu caotico e l'inquinamento alle stelle.
Si parla di tornare alle 'targhe alterne' per limitare i guai della circolazione.
Penso così alla tua città, rallegrata dal sole proprio come io la ricordo e, a quel tempo , senza problemi di traffico stradale.
E' molto bella la comunicazione, l'intesa, l'amicizia che si sono instaurate fra noi, ma Dragor cosa dirà? Non ci accuserà di "violazione di domicilio"?
Scusa se, anche oggi, ho fatto abbastanza tardi. Mi leggerai ugualmente?
A presto! Un abbraccio Tesea
Scritto da: Tesea | 17/01/07 a 19:12
Cara Tesea, il tuo discorso è fuori tema. Qui non si parla di ricchi e poveri, ma di gente accomunata dal dolore e dall'orgoglio che esprime una legittima volontà.
Arrestare l'accanimento terapeutico è una forma di eutanasia. Non dare i farmaci vitali equivale a dare un farmaco mortale. In entrambi i casi si provoca la morte prima del tempo.
Ecco il punto: i somali sono schiavi del tempo, noi siamo i padroni.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 19:12
Dragor non penso Marianna necessiti di un tuo intervento difensorio e comunque non critico le sue idee (che in parte condivido), bensì il modo in cui le espone.
Scritto da: matzudaira | 17/01/07 a 19:39
Dragor,
"prima" rispetto a cosa? Rispetto al tempo in cui sarebbe sopraggiunta la morte naturale? O prima rispetto al tempo in cui sarebbe sopraggiunta la morte nel caso si fossero prolungate le cure? E l'intervento umano non fa parte anch'esso della natura?
Comunque sono d'accordo ad interventi che evitino inutili sofferenze.
ciao cinghios
Scritto da: cinghios | 17/01/07 a 19:44
Caro Dragor,
non ho mai parlato di ricchi e poveri. L'accanimento terapeutico, ribadisco, è contro natura, quando si sa bene che non porta a nessun progresso sulla via della guarigione, e può assumere la forma di una sperimentazione 'in vivo'.. Anche se i miracoli sono sempre possibili..., dirà qualcuno.
Non ritengo di essere fuori tema, la tua è una illazione.
Comunque, in materia, non mi discosto dal pensiero di Pascal.
Ciao tesea
Scritto da: Tesea | 17/01/07 a 19:45
Caro Matzudaria,
ho parlato di Marianna perché non parlavi d'altro. Infatti ti ho anche invitato a esprimere il tuo pensiero sull'argomento.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 20:05
Cara Tesea,
hai parlato dell'eutanasia come se fosse una specie di omicidio camuffato in cui si sopprimono poveri pensionati che gravano sul sistema mutualistico o parenti ricchi di cui si vorrebbe intascare l'eredità.
Non vedo una parola su quello che dà onore e dignità all'uomo: la scelta. Come se una persona non avesse il diritto di scegliere. Al contrario, vedo una sorta di fatalismo alla somala del quale noi, eredi dei Lumi e del Rinascimento, possiamo fare a meno senza problemi.
Quando un aniomale soffre, si dice che sarebbe crudele ed egoistico porolungare le sue sofferenze, cosi' si pratica l'eutanasia. E gli animali non possono parlare.
Perché, allora, rifiutarla a chi la chiede espressamente? Non ti sembra ancora più crudele ed egoistico?
dragor
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 20:12
Caro Cinghios,
è evidente che nei due casi i tempi cambiano. Negando i farmaci vitali si abbrevia l'agonia. Somministrando quelli mortali, si affretta la morte. Ma in entrambi i casi si è soggetti e non oggetti. E questo atto di orgoglio mi sembra un presupposto per morire felici.
ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 20:18
Cara Tesea,
questo è uno spazio aperto. Basta che vi ricordiate di me... :))
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 20:32
Cara Matzudaira non ho intenzione di imporre i miei convincimenti ad altri,cerco solo di esprimere il mio punto di vista.Ho comunque la sensazione che tu sia molto giovane e quindi la sicurezza che scaturisce dalla convinzione di avere il mondo in pugno ti consente di azzerare chi non è con te.Gli aggettivi che hai usato non erano molto carini.Non trovi?Senza rancore ed in amicizia:Marianna.
Scritto da: marianna | 17/01/07 a 21:01
Cara Tesea ti ho letto con piacere e ti auguro una felice notte.Non mi hai ancora detto qual è la tua città!A domani.Marianna.
Mi farebbe piacere collocarti nello spazio.Un abbraccione.
Scritto da: marianna | 17/01/07 a 21:05
Cara Giulia non trovo più il tuo blog per risponderti.Puoi gentilmente segnalarmelo.Dragor sarà gentile anche perchè sa che sono tecnologicamente negata e spesso faccio pasticci.A te e al nostro ospite una serena buona notte.A domani.Marianna.
Scritto da: marianna | 17/01/07 a 21:14
Cara Giulia non trovo più il tuo blog per risponderti.Puoi gentilmente segnalarmelo.Dragor sarà gentile anche perchè sa che sono tecnologicamente negata e spesso faccio pasticci.A te e al nostro ospite una serena buona notte.A domani.Marianna.
Scritto da: marianna | 17/01/07 a 21:15
Dragor per quello ricordo le parole di quel medico, mi avevano colpito...la dignità !
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 17/01/07 a 21:29
Caro Dragor,
perchè non so se l'animale sarebbe felice di essere ammazzato, o preferirebbe che fosse la natura a decidere per lui, come è dai primordi.
Quanto alla dignità di scelta (niente è più manipolabile delle scelte, in certi casi estremi): non vorrei che fosse il cavallo di Troia per assassinmare impunemente chi non ha nessuno che difenda i suoi diritti.
Non ho figli affettuosi: una legislazione protettiva del diritto alla vita mi aiuta a non sentirmi, fra 100 anni, naturalmente, in balia di chi decidesse di sbarazzarsi di me, impunemente.
Tutto lì. Buona notte
Tesea
Scritto da: Tesea | 17/01/07 a 21:33
Capisco il discorso di Tesea. Non è che sia così peregrina l'ipotesi di rischi per chi è solo...
Se ci sono bambini che vengono rapiti per prelevare loro gli organi, non è che possiamo escludere che un'eutanasia legittimata non possa in certi casi nascondere interventi non a favore di quel malato ma pro un altro malato...
Contorta o mi sono spiegata ?
Diciamo che è indubbio che possa essere prevista con grandissima cautela e controllo.
E anche sul fatto della dignità occorre attenzione e sensibilità : ha ragione Tesea quando dice che in momenti estremi le scelte sono manipolabili...
E' importante che la volontà sia rispettata ma lo è altrettanto verificare che la volontà sia davvero libera e cosciente.
La mia esperienza personale mi lasciava abbastanza serena, ma certamente non tutti i casi sono così "facili".
Un saluto a tutti
Scritto da: irenespagnuolo | 17/01/07 a 21:47
Cara Marianna,
ecco il link del blog di Giulia
http://giuba47.blog.lastampa.it/saper_vedere/
In ogni caso ci puoi arrivare anche cliccando sul nome Giulia alla fine dei commenti
ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 21:50
Cara Tesea,
la natura ha potere decisionale quando l'animale vive nella natura, non presso l'uomo. Nell'ambiente domestico l'animale vice in un contesto artificiale che prolunga la sua esistenza fino a fargli avvertire tutto il peso degli anni e dei conseguenti malanni mentre, nella natura, soccomberebbe rapidamente ai predatori o all'impossibilità di nutrirsi.
Exco perché ha bisogno di un atto umanitario per abbreviare le sue sofferenze. Oltre a tutto non puo' rifugiarsi nei ricordi e per un animale non c'è ninente di più angoscioso di un presente doloroso.
Quanto agli omicidi camuffati ai quali insisti a dire che l'eutanasia spalancherebbe la porta,esistono da tempo immemorabile anche senza bisogno di eutanasia. Pensa al piede sul tubo dell'ossigeno...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/07 a 21:59
Il posto delle fragole, come quasi tutti i film di Bergman, è bellissimo.
Il tema dell'eutanasia è come sempre spinoso, dato che i pii/benpensanti, credono di essere nel giusto cercando di salvaguardare la vita a tutti i costi, anche quando questa è ormai ad un passo dal termine e soltanto fonte di sofferenza inutile e continua...
Mi meraviglia che la Svezia, paese all'avanguardia per apertura mentale e democrazia, si comporti alla stegua della super-cattolicissima Italia...
Il malato dovrebbe poter scegliere!
Cate ;)
Scritto da: cate | 18/01/07 a 13:48
Non capisco e non capirò mai perchè si faccia tanto rumore, tanto scalpore, tanta indignazione per l'Eutanasia e non si urli a quei "kamikase-omicidi"...Non sono forse questi ultimi due feroci forme di uccidere? Ebbene, come sempre, si parla meno delle più gravi e minacciose per l'umanità. ma come sempre, per la stupidità umana, ci ritroveremo nella peste. La storia insegna ! Ma a chi?
Scritto da: vera | 18/01/07 a 15:00
Cara Cate, malgrado le apparenze, la Svezia ha un fondo luterano e conservatore. E' molto meno aperto della Danimarca, che vede come un paese di gente perduta.
Il Posto delle Fragole è più che bello: un capolavoro assoluto. Sicuramente uno dei 10 più bei film mai realizzati, per qualcuno il primo.
Per quanto riguarda la libertà di scelta del malato, come puoi vedere anche dai commenti qui sopra, la quiestione è controversa...
Ciao!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 18/01/07 a 15:19
Cara Vera, sembra che un morto ammazzato conti meno di un morto volontario
ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 18/01/07 a 15:22
Marianna 32 anni suonati non mi fanno rientrare tra le fila dei "molto giovani". Poi tutto dipende dai punti di vista.
Scritto da: matzudaira | 18/01/07 a 22:07
Qualcuno ha dimenticato che morire, dobbiamo morire tutti. Negli animali feriti subentra un meccanismo per cui lo stress causato dal dolore accellera la fine. Noi uomini decidiamo invece della natura (Dio?) quando possiamo vivere o morire.
Scritto da: bianca | 19/01/07 a 07:43