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Non vi siete mai chiesti perché gli italiani abbiano la testa imbottita di stereotipi? Perché, invece di affrontare i problemi in modo pragmatico e razionale, utilizzino schemi fissi? Semplicissimo, perché sono bigotti. E non soltanto bigotti, ma i campioni dei bigotti, secondo i ricercatori Vani Vooroahe (Università dell’Ulster) e John Mangan (Università del Queensland). Fra i paesi occidentali, l’Italia è quello con il più alto indice di bigottismo (Bigotry Gap Ratio), seguita a ruota da Grecia e Irlanda del Nord. L’indice è costruito sui dati raccolti da Human Believes and Value Survey in un sondaggio condotto a livello internazionale e si basa su domande tendenti a rivelare la disponibilità delle persone ad accettare come vicini di casa diverse categorie di persone: islamici, lavoratori immigrati, ebrei, gay, neri. Gli italiani non perdono un colpo: gli islamici sono terroristi, gli immigrati sono ladri, gli ebrei sono strozzini, i gay sono depravati, i neri sono sporchi.
NON A CASO I PAESI PIU' BIGOTTI sono quelli a più alto indice di religiosità. Alla lunga la soggezione ai dogmi religiosi conduce a un approccio dogmatico anche nella politica e nella vita pratica, cosicché il cliché prende il posto del pensiero e lo stereotipo sostituisce l'analisi. Le autorità lo sanno bene e non perdono un colpo nemmeno loro. Cavalcare le paure è più facile che affrontare dibattiti critici e aiuta a tenere buone le masse, perché asseconda le loro fobie. E' per questo che spesso i leader politici e religiosi preferiscono costruire le loro campagne sui pregiudizi razziali, religiosi, sessuali piuttosto che su visioni moderne della società e informazioni corrette e adeguate. Il bigottismo costa caro, la paralisi dei cervelli diventa la paralisi del progresso e nuoce alla qualità della vita. Basta vedere la reazione ai DICO e all’utilizzazione degli embrioni per la ricerca. Del resto l’Italia è il paese dove, non più tardi di 183 anni fa, il papa Leone XII proibiva la vaccinazione antivaiolosa perché contrastava con i disegni del Signore.
Dragor
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QUESTA E' LA PETIZIONE PER LIBERARE IL BLOGGER KARIM AMER. HA GIA" RICEVUTO QUASI (5000 FIRME NEL MONDO INTERO.
CHI VOLESSE FIRMARE, DEVE CLICCARE QUI
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UPDATE: Kareem was sentenced to four years in prison for “defaming the President of Egypt” and “insulting Islam”. He was also disowned by his family and his father has called for his death. This is bad news for all of us, and we’d just like you all to know that this fight for his freedom will still continue until he is freed. Please keep signing the petition. This isn’t over yet.
To: The Egyptian Ambassador to the United States Mohamed Nabil Ismail Fahmy, The Egyptian Interior Minister Habib Ibrahim El Adly, The Governor of Alexandria General Adel Ali Labib, The United States Ambassador to Egypt Francis J. Ricciardone Jr., The United
We, the undersigned, are deeply concerned for 22-year-old Egyptian blogger and former law student Abdul Kareem Nabeel Suleiman (better known by his Internet pseudonym, Kareem Amer), who faces up to nine years in prison if convicted for personal opinions he expressed on his Weblog ( http://karam903.blogspot.com/ ).
As you are probably aware, Mr. Amer has been arrested twice, and is currently detained and charged with “spreading information and malicious rumors that disrupt public security”, “defaming the president of Egypt”, “incitement to overthrow the regime based upon hatred and contempt”, “incitement to hate ‘Islam’ and to breach public peace standards”, and “highlighting inappropriate issues that harm the reputation of Egypt and spreading these publicly”.
The interrogation process has allegedly involved certain irregularities by the Public Prosecutor's Office, according to the human rights lawyer of The Arabic Network for Human Rights Information who represented Kareem Amer before the Prosecutor. The observed irregularities include the illegal attendance of three interrogators, their laughing at Kareem Amer while interrogating him, and their addressing unwarranted questions to him, such as “Do you fast during Ramadan?”, and “Do you practice prayer?”.
The Public Prosecutor informed Kareem Amer that if he did not abandon his views, even though personal, he may be imprisoned. Nevertheless, Mr. Amer insisted on his right to freedom of expression, and was consequently detained pending investigation. His detention was renewed four times before his trial opened in an Alexandria court in January 25, 2007. The trial was adjourned to February 1, 2007, during which the judge is expected to rule on the case.
Mr. Amer's detention is considered a violation of his right to hold opinions without interference, which is stipulated in the Egyptian constitution.
Moreover, Egypt has been a signatory to the International Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR) since 1982. Article 19 of the ICCPR states that:
Article 19 (1): “Everyone shall have the right to hold opinions without interference.”
Article 19 (2): “Everyone shall have the right to freedom of expression; this right shall include freedom to seek, receive and impart information and ideas of all kinds, regardless of frontiers, either orally, in writing or in print, in the form of art, or through any other media of his choice.”
Furthermore, Articles 18 and 19 of the Universal Declaration of Human Rights (UNDHR), adopted by the UN General Assembly on 10 December 1948, state that:
Article 18: "Everyone has the right to freedom of thought, conscience and religion; this right includes freedom to change religion or belief, the freedom to manifest religion or belief in worship, observance, practice, and teaching either alone or in community with others and in public or private."
Article 19: "Everyone has the right to freedom of opinion and expression; this right includes freedom to hold opinions without interference and to seek, receive and impart information and ideas through any media and regardless of frontiers."
Because the rights to freedom of thought and freedom of expression are basic human rights that should never be undermined, and in light of the aforementioned international law articles:
We, the undersigned individuals, call upon the Egyptian government to honor its commitments to the ICCPR and the UNDHR;
We appeal to the Egyptian government to immediately drop charges against Kareem Amer for his personal online writings;
We urge the Egyptian government to release Kareem Amer without delay, protect him against more harassment, and guarantee his right to freedom of expression; and
We appeal to the Egyptian government to amend Egyptian laws that contradict the individual’s right to free expression under international law.
Sincerely,
THE UNDERSIGNED
Più guardiamo le tragicomiche ammucchiate dei transalpini con il loro ridicolo sistema proporzionale e i governi che cadono per il voto contrario di un qualsiasi Turigliatto e di qualche vecchio barbogio parcheggiato al Senato in attesa del trapasso, o che si reggono in piedi grazie al tradimento di un membro dell'opposizione, più da questa parte delle Alpi ringraziamo il cielo di avere un serio regime presidenziale e un Parlamento con il premio di maggioranza.
Se dovessimo imitare i nostri simpatici cugini nella poco raccomandabile arte della coalizione acchiappaseggi, a sinistra avremmo un’ammucchiata con Jacques Delors nel ruolo di Romano Prodi, i socialisti di Ségolène Royal, di Lionel Jospin e di François Hollande, l’UDF di François Bayrou, i social-liberali di Dominique Strauss-Kahn, i comunisti di Marie-George Buffet, i no-global di José Bové, i Verdi di Dominique Voynet, Lutte Ouvrière di Arlette Laguisier e la Ligue Comuniste Révolutionaire di Olivier Besancenot mentre a destra avremmo un’altra ammucchiata con Nicolas Sarkozy nel ruolo di Silvio Berlusconi, l’UMP di Dominique de Villepin e ovviamente il Front National di Jean-Marie Le Pen, magari con il puntello degli Identitaires di Nissa Rebella. Da brivido!
Dragor
Caro Mubarak che vorresti tenere al fresco per 4 anni il blogger Adbul Karim Nabil Souleyman, più conosciuto con il pseudonimo Karim Amer, per "offesa all’islam” e “offesa al presidente”, credi che non lo abbiamo capito? Secondo i tuoi piani, la prima accusa dovrebbe far digerire la seconda e impedire una mobilitazione in massa del popolo egiziano, sul quale sta soffiando un nuovo vento di libertà soprattutto grazie ai blog che denunciano le violazioni dei diritti umani, la corruzione dello Stato e i misfatti dell’islam. Caro Mubarak, facendo imprigionare Karim Amer hai voluto comunicare questo messaggio: vedete quello che succede a chi critica il regime?
Be’, à la guerre comme à la guerre. Anch’io ho un messaggio da comunicarti: vedi quello che succede a chi sbatte in galera chi critica il regime? Se entro 3 giorni Karim Amer non sarà rimesso in libertà con tante scuse, pubblicherò un post che nuocerà gravemente a quel poco che resta della tua reputazione. Caro Mubarak, è una promessa.
Dragor
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Alla conferenza annuale per la sicurezza a Monaco di Baviera, il presidente russo Vladimir Putin ha lanciato un attacco in piena regola contro l’unilatelarismo e contro la politica straniera americana. “Che cos’è un mondo unipolare?”, ha detto. “Anche se si cerca di abbellire la parola, significa un solo centro di potere, un solo centro di forza e un solo padrone. Questo non ha niente a che fare con la democrazia, in cui si tiene conto della minoranza. C’è gente che non smette di darci lezioni di democrazia (...) che loro si guardano bene dal seguire.
Quando si dice l'invidia...
Dragor
L'Egitto condanna a 4 anni il blogger anti-velo
La mobilitazione mondiale non ha fermato i giudici che hanno sentenziato: quattro anni di galera per Abdul Karim Nabil Suleyman, noto come Karim Amer. «Ha offeso il presidente e la religione». Il processo è durato cinque minuti. La sua famiglia lo ha ripudiato e suo padre ha detto che merita la morte se non si pente davanti ad Allah
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karam903.blogspot.com
KARIM, DRAGOR E' CON TE
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Per scrivere una mail all'ambasciata egiziana a Roma e mandare la petizione, l'indirizzo è [email protected]. Su freekareem.org trovate invece la campagna web a sostegno del blogger.
Dragor
Spesso pensiamo che la vita sarà migliore dopo il matrimonio, quando avremo un figlio. E quando abbiamo un figlio, pensiamo che sarà migliore quando avremo il secondo.
Quando abbiamo il secondo e magari anche il terzo, ci sentiamo frustrati perché i figli non sono abbastanza grandi. Pensiamo che staremo meglio quando saranno cresciuti. Quando ci avranno finalmente lasciati liberi di dedicarci a noi stessi.
Pensiamo che la vita sarà completa quando avremo un lavoro stabile, una macchina più bella, una casa più grande, quando visiteremo i luoghi che abbiamo sempre sognato di visitare, quando andremo in pensione e non saremo più assillati dalla necessità di lavorare...
La verità è una sola: il momento migliore per essere felici è quello presente. Non ne esistono altri.
La vita è tutta una parabola di sfide, di progetti da cominciare e terminare. Riconosciamolo e decidiamo di essere felici adesso, finché siamo in tempo.
“Per anni ho aspettato di cominciare a vivere, di scoprire la vera vita. Ma sulla strada c’era sempre un ostacolo, un problema non risolto, un debito non pagato, una persona cara in difficoltà. La vita, quella vera, sarebbe cominciata solamente dopo. E solamente dopo, alla fine della vita, ho capito che la vita erano quegli ostacoli.”
Così ho capito che la felicità non è una meta. La felicità è la strada.
Così passano tutti i momenti, quei momenti che diventano importanti quando li dividiamo con una persona speciale, abbastanza speciale per dividere il nostro tempo, per ricordarci che il tempo non aspetta.
Non aspettiamo più di avere finito gli studi, di avere soldi, d’innamorarci, di sposarci, di avere dei figli, di essere liberi di pensare a noi stessi. O semplicemente il venerdì sera, il sabato mattina, la domenica, la primavera, l’estate, l’autunno.
La felicità è una strada, non la meta.
Non occorre molto per essere felici. Basta apprezzare ogni momento e consacrarlo come il migliore.
A Dédé
Dragor
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E’ mai possibile ammazzare 1600 ebrei di cui 250 bambini consegnandoli di propria iniziativa ai nazisti e poi pretendere di essere sepolto con la Legion d’Onore appuntata sul petto? Sì, secondo Maurice Papon, il Boia di Bordeaux, morto sabato all’età di 96 anni (la persecuzione degli ebrei sembra un elisir di lunga vita, considerata la straordinaria longevità dei criminali nazisti) senza mai essersi pentito per i suoi crimini nonostante la condanna nel 1998 a 10 anni di prigione, e scarcerato dopo 4 anni per problemi di salute.
La Legion d’Onore, la massima decorazione francese, gli è stata conferita nel 1962 da De Gaulle, forse per compensarlo di avere bloccato nella sua qualità di prefetto ogni indagine sull’assassinio da parte della polizia di nove algerini che manifestavano contro l’OAS alla stazione del métro Charonne, e gli è stata ritirata nel 1999 quando è stato condannato a 10 anni per crimini contro l’umanità. “Eseguendo le sue ultime volontà, farò in modo che la croce di comandante della Legion d’Onore lo accompagni nella morte per l’eternità”, ha dichiarato Francis Vuillermin, il suo avvocato. In effetti lo accompagnava anche nella vita, dato che nel 2004 era stato condannato per porto illegale della Legion d’Onore.
“Sarebbe un’indecenza”, protesta Michel Slitinski, portavoce delle famiglie delle vittime. In effetti Maurice Papon ha già beneficiato di molta indulgenza, visto che ha scontato soltanto tre anni in una prigione dotata di tutti i confort. “Maurice Papon merita la Legion d’Onore per i servigi che ha reso alla Francia”, afferma Jean-Marie Le Pen, un altro miracolato dalla persecuzione contro gli ebrei visto che all’età di 79 anni ha ancora la forza di candidarsi alla presidenza della Repubblica. Quali servigi? Sbarazzarla di 1600 pericolosi sionisti?
Dragor
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RICAPITOLIAMO IN BREVE LA VICENDA ABU OMAR
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1) Abu Omar predica l’odio in una moschea di Milano.
2) Abu Omar cerca di organizzare una cellula terrorista.
3) Abu Omar è catturato in modo illegale da un commando CIA-SISMI e rispedito al suo paese, l'Egitto.
4) Abu Omar viene interrogato, malmenato e imprigionato dalle autorità egiziane.
5) Abu Omar viene scarcerato.
6) Abu Omar vuole tornare in Italia.
7) L'Egitto non lo lascia espatriare.
Perché vuole tornare in Italia? Perché ha chiesto 20 milioni di euro a Berlusconi e 10 al SISMI. Se li chiedesse al suo paese, gli riderebbero in faccia.
Perché l'Egitto non lo lascia espatriare? Forse teme che gli italiani finanzino i terroristi con i soldi dei contribuenti.
Dragor
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