Non sono di quelli che dicono che fare la spesa è roba da donne. Adoro fare la spesa, una conseguenza del fatto che adoro cucinare. Il problema è che le cassiere dei Supermercati Casino fanno di tutto per soffocare la mia vocazione.
Cominciamo dai tempi di attesa. Non sono mai inferiori ai 20 minuti e non c’è un limite massimo. Se il supermercato è quasi vuoto, c’è una sola cassa aperta. Se è quasi pieno, sono tutte aperte. In entrambi i casi il risultato non cambia: 20 minuti di attesa quando va bene. La cosa può succedere anche quando il supermercato è deserto e voi siete miracolosamente l’unico cliente. Piuttosto che servirvi subito, forse per paura che vi montiate la testa, la cassiera apre il cassetto dei soldi e vi fa aspettare i rituali venti minuti con le operazioni di cassa. Visto che devo passare ¾ della mia vita in coda, ho pensato d’impiegare il tempo per fare qualcosa di utile. Di solito sfoglio il giornale, leggo un libro, ascolto musica, parlo al telefono o magari scrivo un post. Il mio svago attuale è un favoloso foot per cellulare, un interessantissimo torneo dove la vostra squadra può diventare campione del mondo. Di solito vinco sempre, anche perché, quando perdo, interrompo la partita all’90° e la rigioco finché non l’ho vinta. Il problema è che, dopo avere eliminato nell’ordine Argentina, Italia e Germania, arrivo alla cassa mentre sto per segnare il gol della vittoria nella finale contro il Brasile e i clienti alle mie spalle brontolano perché cerco d’ingannare Dida invece di sbattere gli acquisti sul nastro trasportatore.
A parte l’INSUFFICIENTE apertura delle casse, gli strumenti di cui si servono le cassiere per tormentare i clienti sono 2: la causette e le operazioni di cassa. La causette, una tradizione niçoise che in italo-veneziano si potrebbe tradurre con ciacola, è la conversazione ingaggiata con una cliente o con l’altra cassiera. Potete immaginare che effetto vi fa mentre le labbra si mettono in movimento, le mani si fermano sull’articolo che dovrebbero passare sullo scanner e voi avete la macchina in sosta vietata. Ecco qualche esempio:
“Un chilo di farina e 3 centimetri cubi di acqua tiepida. E non dimenticare il lievito”. “Quanto”? “Metti una bustina. Anzi ,no, mettine, due, così lievita meglio. No, due è troppo, mettine una e mezzo.” “Posso mettere il lievito chimico?’ “No, meglio quello di birra…”
“Prova con le ostriche, glielo tirano su.” “Ma se non funziona nemmeno col Viagra…”
“Ciao, ci vediamo a settembre.” Bacetto. “Ciao.” Bacetto. "Su che isola hai detto che vai?" “A Skopeloskiatos” “Askostoloskatos?” “No, a Skopeloskiatos.” “Akospelsokiatos?” “No, a Skopeloskiatos.” “Puoi farmi lo spelling?” “S-k-o-p-e-l-o-s-k-i-a-t-o-s.” “Ah, sì, Lopeskolozakos, due anni fa c’è stata la mia amica Alexandra. Quando parti?” “Domani alle due e quarantacinque.” “Be’, allora buon viaggio.” “Ciao.” Bacetto. “Divertiti, pensa a me.” “Sì, tutto il tempo.” Risata. Bacetto. “Mandami una cartolina.” Smack…
“Allora, bella, com’è andata?” Strizzata d’occhio. “à la levrette!” (credo che in italiano si dica pecorina). “Ma no! Raccontami…”
Intanto la vostra macchina viaggia spedita verso la fourrière, il posto dove vengono trasportate le macchine in sosta vietata e dove non potrete riscattarla per meno di 150 euro che, per l'articolo 285 del codice della strada, si aggiungono al prezzo della contravvenzione.
Ma l’arma fatale, con la quale le cassiere possono esercitare tutto il loro sadismo, sono le operazioni di cassa. Arrivate estenuati alla cassa dopo tre quarti d’ora di coda e la cassiera che cosa fa? Vi getta un’occhiata, decide che le siete antipatico e invece di servirvi, con gesti al rallentatore, apre il cassetto del registratore, tira fuori tutti i soldi e comincia a contarli. 26 biglietti da cento, 87 da cinquanta, 382 da venti, 506 da dieci, 833 da cinque… Li suddivide in mazzetti ordinati poi li riconta per essere sicura di non avete fatto sbagli, lega ogni mazzetto con un elastico e lo mette in una busta sulla quale scrive la cifra dopo averla incollata passando sensualmente un dito sull’orlo autocollante. Finito? Nemmeno per sogno, è il turno delle monete: 2.367 monete da due euro, 3.598 monete da uno, 5.296 da cinquanta cent, 8.632 da dieci, 12.508 da cinque, 18.972 da due, 22.486 da uno. A questo punto credete che vi serva? Nemmeno per idea, estrae il cassetto, prende le buste e se ne va. Proprio così, se ne va e voi restate lì come un cretino mentre aspettate l’altra cassiera. Oltre a tutto i clienti dietro di voi vi guardano storto come se fosse colpa vostra. “Sei un uomo o che cosa?”, sembrano dire. “Non ti vergogni? Come hai potuto lasciarla andare così?” Il tempo passa, il malcontento cresce, l’altra cassiera non si vede, rischiate il linciaggio. Finalmente l’altra cassiera arriva con l’aria di dire “ehi, calma, che fretta c’è?” Spolvera il sedile, spolvera il nastro trasportatore, riordina i sacchetti, si siede, infila il nuovo cassetto nel registratore, dispone sulla cassa la foto del marmocchio, del fidanzato, della madonna o tutt’e tre, prende il rullo di carta degli scontrini e cerca d’inserirlo nel registratore. Ovviamente non ci riesce e chiama la cassiera vicina che a sua volta ne chiama un’altra che chiama il vigile che chiama il direttore. Fra tutti, dopo mezz’ora di confabulazioni e sforzi congiunti riescono a inserire il rullo mentre nella vostra mente si affollano immagini cruente di cassiere martirizzate miste a sconfortanti considerazioni filosofiche sulla miseria della vita.
PER SFUGGIRE A QUESTA SORTE, quando viene il vostro turno, dovete fissare la cassiera diritto negli occhi con l’aria di dire “non provarci, vecchia mia.” Se allunga la mano verso il cassetto, scuotete la testa sporgendo le labbra e accennate impercettibilmente al tizio che vi segue. Se nonostante tutto insiste a voler fare l’operazione, mettete una mano in tasca e fingete di puntarle contro una pistola. E’ un sistema efficace. L’ultima volta ha registrato la mia roba in 10 secondi.
Scusate ma adesso devo lasciarvi, sono arrivato alla cassa…
Dragor
Carissimo Dragor,
Se io fossi la cassiera ti terrei delle ore per poterti guardare più a lungo, Da noi non succede questo casino perchè non abbiamo supermarket chiamati "CASINO".
Non ne ho visti neanche a Las Vegas.
Però lo dico spesso a mio figlio col quale vado sovente a fare la spesa. "Sta a vedere che adesso deve cambiare il nastro" e infattoi lo fa con tutte le difficoltà che rendono i clienti nervosissimi.
Oppure deve cambiare un articolo di qualcuno e va a cercarlo fino in fondo all'immensità dove il direttore le dice di non averne più e torna ansimando e deve bere, soffiarsi il naso, ecc ecc.
SIIIIIIII, talvolta le cassiere sono proprio una di quelle torture che ho messo nel mio post ieri sera.
Buona giornata, vado a far colazione. Se vuoi aspettami oppure vai ad un'altra cassa dove ci sono dieci clienti coi carrelli strapieni prima di te. Bacetti hahahah Adele07 )Easy Rider(
Scritto da: Adele07 | 13/07/07 a 09:33
Fare la spesa non è roba da donne: fare la spesa è roba per nessuno, visto che non piace a me e nemmeno alla mia fidanzata! ^^
Detto questo, a me invece la coda alla cassa è il momento che irrita di meno. Quello che non mi piace è quando non trovo quello che cerco: nei supermercati i prodotti sono sistemati con una logica propria, probabilmente da qualcuno che ha appreso la difficile arte di pensare in sei dimensioni... così lo zucchero normale è da una parte, lo zucchero di canna due scaffali più in là, il caffè dall'altra parte del supermercato.
Vorrei una commessa a cui dire "ah, e poi mi dia anche 4 mele - ma belle mature, eh?" e che mi risponda "certo signore, subito". Ma evidentemente remo contro il 99% dell'umanità, visto che questa figura sta sparendo anche dai negozi di elettronica... ormai anche il cellulare nuovo e il televisore si comprano con il carrello, e se vuoi un consiglio chiama "tuo cuggino, anzi chiama A tuo cuggino" (cit.).
Caspita però, certo che se metà delle chiacchiere riguardano prodezze a letto quella della cassiera non dev'essere poi malaccio come professione! Chissà, magari rimorchiano i clienti... la prossima volta che vado a fare la spesa declamo ad alta voce il mio numero di telefono, non si sa mai. ^^
Scritto da: Davide | 13/07/07 a 10:09
Simpaticissimo e veritiero questo post! Anche qui succede la stessa cosa.Le chiacchiere con l'amica o la commessa accanto.Siccome siamo già in un posto di vacanza non ci sono richieste circa luoghi da raggiungere.Un momento però....
A settembre -ottobre invece si verifica anche questo.Quelli o quelle che hanno fatto la stagione estiva decidono di partire.E le mete di queste persone,commesse incluse, sono le Maldive, Le Mauritius, la Florida, Cuba etc. Sempre più esotiche. Come se il mare di casa fosse qualcosa di scontato e poco chic.Mistero del "pensiero- commesse" !
Non ne parliamo poi delle informazioni relative alle ultime creme idratanti ed abbronzanti da adoperare ai Tropici!Della scelta del costume alla moda e del pareo in tinta!
Così va il mondo, caro Dragor! E noi in piedi a far la fila.
Un abbraccio. Marianna.
Scritto da: marianna | 13/07/07 a 15:35
Molto divertente....ecco perchè preferisco fare la spesa al mercato...!
Ciao Dragor, coraggio :)
Betta
Scritto da: Betta | 13/07/07 a 17:37
Cara Adele, ma la vera specialità dei Casino de chez nous, una raffinata forma di tortura che sarebbe figurata degnamente nel tuo post, sono le operazioni di cassa. Non le ho viste in nessun altro supermercato.
Certo, se la cassiera fossi tu, mi scorderei anche della finale con il Brasile... :-))
Potresti scrivere anche tu a Vittorio per fargli presente i disservizi? Il blog degli aggiornamenti è sempre immobile...
Big kiss, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/07/07 a 17:54
Caro Davide, se vuoi un rapporto umano, il tuo ambiente non sono i supermercati ma i mercati. A Nizza abbiamo molte cités marchandes, dei grandi mercati coperti dove l'ambiance è assicurata. Pero' devi fare una coda diversa a ogni banco...
Ciao, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/07/07 a 17:57
Cara Betta, lo preferirei anch'io, ma bisogna avere una mattina a disposizione!
Ciao, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/07/07 a 17:59
Cara Marianna, il luogo di vacanza è sempre quello più lontano. Un vero Niçois non va mai sulle spiagge della Prom'. Se proprio non puo' andare lontano, arriva almeno fino a Villefranche. Là ha meno probabilità d'incontrare dei concittadini che a Bali o nella foresta amazonica.
C'è una catena di supermercati, ED, che deve avere assunto delle cassiere sordomute. Sono velocissime e non le ho mai sentite dire una parola. Peccato che il Casino sia più vicino a casa mia...
Grazie per l'articolo sul Rwanda. Quando penso che scrivevo le stesse cose 13 anni prima di Le Monde...
Un abbraccio, buona serata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/07/07 a 18:08
Tutto il mondo è paes... OPS! Anche l'ultimo commento diceva così.. sono monotona, eh?
Scritto da: Agnès | 13/07/07 a 18:36
(Però quell'à la levrette me lo segno...)
Scritto da: Agnès | 13/07/07 a 18:37
Cara Agnès,
almeno se andrai in Francia non avrai sorprese... :-))
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/07/07 a 19:07
Carissimo un pensiero ed un saluto.Buona notte. Marianna
Scritto da: marianna | 13/07/07 a 21:43
Non lamentarti Dragor. C'e` chi sta peggio.Qui negli Stati Uniti in moltissimi supermercati le cassiere non parlano ma non hanno neppure le tette. Infatti hanno introdotto gli skanner dove non c'e` nessuno: fai tutto tu e alla fine paghi. Ovviamente sei osservato da una telecamera, affinche` l'occasione non ti renda ladro. Non puoi neppure avere l'occasione di dire: signorina, vogliamo sbrigarci? Ovviamente la coda la fai egualmente.
Scritto da: Sariddu | 14/07/07 a 00:03
Caro Sariddu, gli scanner non avranno le tette ma non si fermano per fare le operazioni di cassa e non si fanno la levrette (almeno credo...). La responsabilità dei blocchi passa dalle cassiere ai clienti,cosi' si puo' sempre prendersela con qualcuno
Ciao, a presto, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 14/07/07 a 09:36