CARI AMICI, oggi J.I. vi offre una poesia inedita!
UNA GENTILE LETTRICE niçoise mi ha scritto che 13 anni fa ha comprato un piccolo alloggio al 71 di boulevard Carnot, in una grande villa adibita a condominio dal 1953. In seguito ha scoperto che si trattava della villa “Roc Fleuri” dov’era morto nel 1914 il poeta e uomo politico Paul Déroulède. Con qualche ricerca in biblioteca, ha trovato una sua poesia inedita e scrive testualmente “mi piacerebbe che inserisse nel suo Journal Intime questa poesia magica e piena d’amore per Nice”.
Premetto che come uomo politico Paul Déroulède non è in cima alla mia lista di preferenze e non soltanto perché era un facho che fra le altre cose si è messo con i preti contro Dreyfus. Però la rue Déroulède è a 2 passi da casa mia e a forza di percorrerla sono quasi giunto a considerare Paul come un amico, anche perché in rue Déroulède ci sono due notevoli edifici Art Déco che s’ispirano, pensate un po’, allo stile egizio. Lo stesso vale anche per Adolphe Thiers, un bieco fucilatore d’insorti: dato che quasi ogni giorno percorro l’avenue Thiers, mi sono adattato a una sorta di convivenza pacifica.
Comunque l’arte non ha colore, così sono onorato di offrirvi in prima mondiale questa poesia inedita di Paul Déroulède.
O Roc Fleuri le bien nommé
Tout enivrant, tout embaumé
Des parfums de cent fleurs diverses !
Paradis du coeur et des yeux;
Vient-il de la terre ou des cieux
Tout le bonheur que tu nous verses ?
.
Que ce soit l'exquise beauté
D'un pays d'éternel été,
Que ce soit l'hôte et les hôtesses,
Toujours est-il qu'il n'est vraiment
Meilleur gite, endroit plus charmant
Pour fuir le monde et ses tristesses.
.
Heureux qui , le coeur assombri,
Cherchant quelque paisible abri,
Découvre sur ces douces pentes
Loin des soucis, loin des hivers,
La maison blanche aux volets verts
La maison aux roses grimpantes.
.
Derrière elle, en taillis épais,
Monte au hazard , grandit en paix,
Un vrai bois d'arbres exotiques.
Ils sont un peu noirs, mais bien beaux,
Comme dit l'amoureux propos
Du vieux cantique des cantiques.
.
A peine, si de temps en temps,
Piquant de saphirs éclatants
La sombre obscurité des branches,
Le jour perce, allumant soudain,
Sur le sol mousseux du jardin,
Les boutons d'or et les pervenches.
.
Puis, voici qu'en redescendant,
Le jour de plus en plus ardent
Reprend sa clarté coutumiére
Et qu'apparait - divin tableau -
L'azur du ciel, l'azur de l'eau,
Double firmament de lumière.
.
Au loin, vers les flots sans récifs,
Les monts superbes et pensifs
Développent leur longue chaine,
Et s'en vont, fronts noirs ou neigeux,
Comme des géants dans leurs jeux,
Se baigner dans la mer prochaine.
.
Tout est rayon, tout est splendeur !
Plein d'une pénétrante odeur
Le vent qui passe vous énivre
Et berce avec les blancs ramiers
Aux palmes lentes des palmiers
Les grands espoirs qui nous font vivre.
.
On s'arréte là, transporté,
Contemplant cette immensité
De magnificence idéale.
Mais le soleil au globe d'or
Se couche bientòt et s'endort
Dans son lit de pourpre royale.
.
Et tout en regagnant le seuil
Du doux logis au doux accueil
Je vois toujours la mer profonde !…
O sainte extase ! o lieu sacré !
Jamais Dieu ne s'est mieux montré
Qu'en ce merveilleux coin du monde.
.
Oui, oui, devant cet horizon,
Sous ce toit, dans cette maison
Où tout vit pour que je renaisse,
Je retrouve, lutteur lassé
Tous les élans de mon passé,
Toute la foi de ma jeunesse.
.
Ah ! bons docteurs du Roc-Fleuri,
C'est bien vous qui m'avez guéri.
Et dans la tourmente où nous sommes
Si jamais je doutais de Dieu,
Je me souviendrais de ce lieu
De vous, si je doutais des hommes.
Nice, 15 janvier 1890
Ed ecco qui la traduzione:
O Roc Fleuri dal nome nome così appropriato! Inebriante, balsamico, profumato da cento fiori diversi, paradiso del cuore e degli occhi, la felicità che c’infondi viene dalla terra o dal cielo? Che sia merito della squisita bellezza di un paese dall’estate perenne o della squisita ospitalità del padroni di casa, una cosa è certa: non esiste un luogo più bello, un posto più affascinante per fuggire il mondo e le sue tristezze. Beato chi, con il cuore dolorante, alla ricerca di un rifugio tranquillo, scopre su questi dolci pendii, lontano dalle ansie, dalla preoccupazioni, dagli inverni, la casa bianca con le persiane verdi, la casa dalle rose rampicanti. Dietro di essa, in folti cespugli, risale il pendio e prospera in pace un bosco di alberi esotici. Sono un po’ bui ma belli, come dice l’amorevole introduzione dell’antico cantico dei cantici. Quando il giorno spunta rifulgente di zaffiri scintillanti, accende all’improvviso sul suolo muschioso del giardino, i bottoni d’oro e le pervinche. E mentre si fa sempre più ardente, il giorno riprende il suo splendore abituale e appaiono, o quadro divino, l’azzurro del cielo, l’azzurro dell’acqua, un doppio firmamento di luce.Mpntanop, verso i flutti senza scogli, i monti superbi e pensosi si schierano in una lunga catena come giganti che si divertono a bagnarsi nel mare. Tutto è luce, tutto è splendore! Con il suo odore penetrante, il vento v’inebria e culla con le fronde delle palme le grandi speranze che ci fanno vivere. Ci si ferma, rapiti, a contemplare questa immensità di magnificenza ideale.Ma il globo d’oro del solesi corica e si addormenta nel suo letto di porpora reale. Tornando sulla soglia del dolce alloggio alla dolce accoglienza, vedo sempre il mare profondo! O estasi divina! O luogo sacro! Dio non si è mai rivelato meglio che in questo meraviglioso angolo del mondo. Sì, sì, davanti a questo orizzonte, su questo tetto, in questa casa nella quale tutto vive perché io rinasca, ritrovo, lottatore stanco, tutti gli slanci del mio passato, tutta la fede della mia giovinezza. Ah, bravi dottori del Roc Fleuri, siete voi che mi avete guarito. Nella tormenta in cui viviamo, se mai dubitassi di Dio, mi ricorderei di questo luogo. E di voi, se dubitassi degli uomini.
Si direbbe una lettre de château, una di quelle lettere che si scrivevano una volta per ringraziare dell’ospitalità. In ogni caso, in quella villa, il buon Paul si sentiva cosi’ vivo che c’è morto.
Dragor
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