Nel suo commento al mio post “Diritto di Corna?” sul test ADN per determlnare l’identità, Bourbaki dice: “Quello che tu chiami ironicamente diritto alle corna è solo il diritto a che lo stato non si intrometta nella vita privata dei suoi cittadini.” Ma se ci pensate bene, ogni documento d’identità è già un’intromissione.
Il nome e il cognome sono una schedatura, l’anno e il luogo di nascita riducono ulteriormente il margine di errore, lo stato civile dice se viviamo soli o con qualcuno, in certi casi sono indicati i nomi dei nostri genitori, l’indirizzo rivela dove siamo reperibili, la fotografia riproduce il nostro aspetto fisico. Ci lasciamo fotografare senza problemi, ma non è così per tutti. Per qualcuno la fotografia è una gravissima violazione della privacy. Certi popoli credono perfino che rubi l’anima.
Tuttavia in questi dati c’è un margine di errore. Possiamo avere degli omonimi che per una straordinaria combinazione sono nati lo stesso giorno, lo stesso mese e lo stesso anno, che hanno il nostro stesso indirizzo e ci assomigliano come gocce d’acqua. I vincoli familiari possono essere falsificati. Un solo mezzo permette un’identificazione sicura al cento per cento o quasi: il test DNA. Se riconosciamo allo Stato il diritto di determinare la nostra identità e i rapporti di parentela, dobbiamo accettare questo principio fino in fondo. Se non lo accettiamo, dobbiamo contestarlo alla radice. Perché contestarlo soltanto quando l’identificazione diventa incontestabile?
Dragor
.
Carissimo due osservazioni che entrano marginalmente nell'esposizione del post.
Le faccio perchè mentre leggevo mi sono venute in mente.
a) Quello della fotografia che ruba l'anima è qualcosa che ho provato trovandomi in contesti d'internazionalità.Non mi sono permessa di scattere fotografie se non dopo aver chiesto il permesso all'interessato.
b) Un bellissimo racconto di Piero Chiara, che ho letto circa due giorni fa, presenta una paradossale situazione di due persone identiche che s'incontrano dando luogo ad una serie di equivoci.Titolo "Il prigioniero di Chillon".Tutto giocato sul tema del doppio.
Comunque concordo con ciò che tu scrivi. Tornerò più tardi con più calma. Serena giornata. Marianna.
Scritto da: marianna | 04/10/07 a 09:27
Infatti sarebbe cosa buona e giusta schedare geneticamente tutti già alla nascita, zingurabici per primi appena varcano la soglia del nostro "sovrano" territorio, per ovviare a tanti problemi legati all'identità che nel corso di una vita si possono presentare. Molti padri saprebbero con certezza che i figli a cui hanno dato il cognome sono frutto del loro amore... e soprattutto, molti reati non sarebbero commessi per la paura di essere "beccati" e tanti altri sarebbero risolti facilmente e brillantemente senza brancolare nel buio per anni, o peggio per sempre.
Peccato però che, anche se faticosamente ficcati in galera, poi escano agevolmente... grazie a politici e magistrati che senza troppe remore "patteggiano" più per i delinquenti che per il cittadino onesto, ma tanto loro vivono sotto scorta ed in case super vigilate!
Buona giornata
Francesco
Scritto da: Indaffarato | 04/10/07 a 10:34
in UK si vantano di avere come unico documento di identità il passaporto. ma un conto è rendersi riconoscibili ad uno stato con nome e cognome, rinunciando a un po' della propria privacy, perché in fondo viviamo in uno spazio pubblico. un po' diverso mi pare invece che uno stato richieda un certificato genetico per decidere chi è degno della cittadinanza. il mio dna non è a disposizione di nessuno stato, non me ne importa un accidente che sia lo stato a dirmi chi sono i miei genitori o i miei figli: di più non lo autorizzo a farlo perché è una questione che riguarda me e me solo. caro dragor, nella patria dei diritti dell'uomo dovresti sapere che uno dei diritti fondamentali è il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata (the right to be let alone).
PS - grazie per l'onore del post
Scritto da: bourbaki | 04/10/07 a 18:27
Cara Marianna, confermi che ci sono molti modi di intromettersi nella vita privata e per qualcuno la fotografia rappresenta una violazione ancora piu' grave del test del DNA. E il racconto di Piero chiara conferma che i mezzi d'identificazione tradizionali attuali lasciano spazio a equivoci.
Buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/10/07 a 08:07
INDAFFARATO: credo che in futuro la scheda genetica sarà obbligatoria per tutti e nessuno si lamenterà. In un mondo dove presto saremo in dieci miliardi, dobbiamo pur distinguerci uno dall'altro...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/10/07 a 08:11
Caro Bourbaki, infatti gli inglesi hanno proposto d'introdurre la carta d'identità solamente dopo i casi di terrorismo. La riservatezza della propria vita personale è relativa. Ogni documento d'identità è una lista d'informazioni sulla vita privata. Ho sempre detestato i documentai e se fosse per me ne farei a meno, ma se si ammette il principio, tanto vale accettare un'identificazione senza possibilità di errore. Visto il trend, credo che in futuro la fotografia genetica sarà di uso generale, senza discriminazione fra cittadini e immigrati
Buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/10/07 a 08:25
Caro Dragor forseè giusta la schedatura del DNA ma non mi sento di condannare in blocco chi si oppone. Sai,ognuno,auspcabilmete in perfetta buona fede pone delle questioni di principio che non sono tanto peregrine. Non è una questione così netta, bianco o nero.
Scritto da: luigi zoppoli | 05/10/07 a 09:34
caro dragor, una volta quello che dici tu esisteva: sulla carta di identità, qui in Italia, c'era la famosa sigla NN per indicare i figli di nessuno. Pensa che c'è un sacco di gente per cui l'abolizione di quella sigla sia stata una bella conquista sociale.
Scritto da: bourbaki | 05/10/07 a 16:23
Caro Luigi, non condanno affatto chi si oppone perché emotivamente io mi oppongo anche al nome e al cognome. E' soltanto la ragione a dirmi che, accettato il principio, tanto vale ad andare fino in fondo
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/10/07 a 17:10
era emersa una diatriba simile quando si era proposto di prendere l'impronta digitale degli immigrati, mi pare di ricordare..
Scritto da: agnese | 05/10/07 a 18:24