Non c’interessa un ravvicinamento fra la Francia e Gheddafi. Non c’interessa montare la sua ridicola tenda nel parco di palazzo Marigny. Non c’interessa il fatto che disponga di un ben fornito libretto di assegni grazie al petrolio che, se fosse per lui, si troverebbe ancora nel profondo del sottosuolo e che gli è stato regalato dalle persone sulle quali passa il tempo a sputare. Ce ne infischiamo degli affari che la Francia o qualsiasi altro paese potrà concludere con la Libia. Non c'interessa che l'accordo di cooperazione nuclare firmato fra la Francia e la Libia preveda "la fornitura di uno o più reattori nucleari per dissalare l'acqua del mare". Non c'interessa che Tripoli abbia confermato l'ordinazione di 21 apparecchi Airbus per un totale di 3,2 miliardi di dollari e si sia impegnata a "intrattenere negoziati esclusivi con la Francia" per comprare non precisate "attrezzature militari". Non c'interessa che, secondo l'Eliseo, la totalità dei contratti sorpassi i 10 miliardi di euro. Non c'interesa la realpolitik. Non c’interessa che, se non si dovessero ricevere i dittatori, non si riceverebbe più buona parte dei capi di Stato. Non c’interessa che abbia rilasciato le infermiere bulgare in seguito a un negoziato con la moglie di Sarkozy. Non c’interessa che abbia rinunciato all’arma nucleare, che abbia imboccato la strada della rispettabilità, che goda dell’immunità presidenziale.
C’INTERESSA che il 21 dicembre 1988 abbia ammazzato i 259 passeggeri del Boeing 747 della compagnia americana Pan Am e 11 contadini. C'interessa che il 19 settembre 1989 abbia ammazzato i 170 passeggeri del DC 10 della compagnia francese UTA. C’interessa la vergogna di Sarkozy che riceve nel paese dei Diritti dell’Uomo con tutti gli onori di Stato e perfino il “raccoglimento” sulla tomba di De Gaulle un uomo che ha ammazzato qualche centinaio di cittadini francesi, per non parlare delle altre vittime, e che marcia sui diritti dell'uomo come un rullo compressore. Poiché siamo liberi da vincoli diplomatici ed economici, poiché c’infischiamo del petrolio e poiché abbiamo la libertà di parola, lo diciamo alto e forte: Muammar Gheddafi, presidente della Libia, è un assassino e un terrorista. E non c'interessa nemmeno che, a cena con il diavolo, si raccomandi di usare un cucchiaio molto lungo, perché sotto la tenda del beduino si mangia con le dita.
Dragor
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Oggi come mai PECUNIA NON OLET.
Tesea
Scritto da: tesea | 12/12/07 a 09:58
Con Gheddafi ci abbiamo fatto i conti pure noi in passato. Andreotti fu spesso ospite della sua tenda, per trovare qualche soluzione al risarcimento che l'Italia avrebbe dovuto dare alla Libia. E, bene o male, oggi tutti devono misurarsi con lui, vista la sua presa di distanza da al Qaeda. Nulla di scandaloso. Ma anche nulla di nuovo. Reagan riteneva che Gheddafi fosse l'ispiratore del terrorismo mediorientale, ma sapeva benissimo che, intanto, teneva a bada i sovietici. Realpolitik. Si tratta con chi c'è, non solo con chi si vorrebbe.
Scritto da: Pim | 12/12/07 a 10:00
Cara Tesea, dipende dall'odore
dragor(journal intime)
Scritto da: dragor | 12/12/07 a 10:16
Pim, insisto a dire che è scandaloso. Quell'uomo è un assassino. Se proprio si devono concludere business, almeno si eviti di riceverlo con tutti gli onori. Come credi che si sentano i parenti delle vittime?
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 12/12/07 a 10:20
Questo fa il paio con i nostri ometti che se la son fatta addosso a NON ricevere il Dalai Lama se non in forme ridicole e semiclandestine per non dispiacere ai cinesi. Tanto per arricchire lo scenario delle porcherie.
Scritto da: luigi | 12/12/07 a 10:40
E' vero Luigi, si dovrebbero invertire gli stili di accoglienza
dragor(journal intime)
Scritto da: dragor | 12/12/07 a 10:46
Ben detto Dragor!Domani te lo sistemo io il Gheddafi.
Forse anche prima.Dipende dal tempo che ho per sedermi al computer.
Ma Mugabe quando arriva?
Sto aspettando.
Buon pranzo. Ci ritroviamo in pomeriggio. Marianna.
Scritto da: marianna | 12/12/07 a 12:58
Felicitation pour ce post Dragor. Tu as exprimé exactement le fond de ma pensée.
Alex
Scritto da: Alex | 12/12/07 a 14:28
Carissimo Dragor questo lungo pomeriggio ho vissuto qualcosa che a te piacerebbe molto in parte.
Vengo a raccontartelo.
Sono stata improvvisamente all'ora di pranzo invitata ad andare ad un incontro con il cardinal Paul Poupard,presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Tuo connazionale ed alte sfere vaticane.
Sapessi quanto ti ho pensato,specie in relazione a quella volta che, scherzando in un tuo post, avevamo parlato di essere ospitati in Vaticano.
Figura ieratica il Poupard, molto compreso nel suo ruolo, ma facilmente avvicinabile perchè si era in pochi.
IlSindaco è stato mio alunno,il presidente della Provincia: una giovane avvocatessa presenzialista.
La cosa bella quando Poupard è entrato in basilica,per visitarla e vivere collettivamente una preghiera ecumenica,cui avrebbe seguito una marcia della pace, la comunità senegalese all'esterno ha cominciato a suonare gli jambé.Si tratta di una comunità senegalese in prevalenza(80%) musulmana.
E' stato bellissimo.Io solo che ascolto quella musica è come fossi davvero in Africa. Altro che organo e canti sardi che volevano propinargli.
Ci hanno pensato e bene i Senegalesi.
Fuori, finata la breve cerimonia, la musica è continuata in attesa di iniziare la marcia. C'erano molti bimbi e bimbe,figli di senegalesi.
Ho notato che quei bimbi,parlo dei maschietti, sono molto seri nel senso che danno poca confidenza.Allora mi è venuta in mente l'educazione spartana delle mamme africane.
Complessivamente è stato un bel pomeriggio,diverso dal solito.
Il vantaggio di contesti come questo è quello di poter incontrare un Poupard vis à vis.A Roma non sarebbe stato possibile.
So che ironizzerai ma ho voluto lo stesso spiegarti perchè non mi sono occupata di Gheddafi.
Buona notte con simpatia.
Marianna.
Domani metto riparo.Stanne certo.
Scritto da: marianna | 12/12/07 a 22:06
un saluto sincero, anche se frettoloso:)
Scritto da: francesca | 12/12/07 a 22:13
Merci Alex. Ciao
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 12/12/07 a 23:07
Cara Marianna, il vantaggio della provincia è la facilità dei contatti. In ogni caso, se a Poupard avessero rifilato i canti sardi e l'organo, forse ci avrebbe giadagnato. I canti sardi sono un raro esempio di musica folk armonica e l'organo è uno strumento magnifico. Vuoi mettere Bach con gli jambé?
Se rivedi Poupard, suggeriscigli di leggere il mio post su spe salvi. Chissà, potrebbe convertirsi...
Per oggi Gheddafi ha avuto la sua razione. Per domani ti lascio il piacere :-)
Un abbraccio, bonne nuit
dragor(journal intime)
Scritto da: dragor | 12/12/07 a 23:23
Grazie, Francesca, un caro saluto anche a te A presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 12/12/07 a 23:26
Ciao,Dragor. Eccomi dopo aver scodellato un piccolo "Gheddafi".
A proposito dei canti sardi e della musica d'organo sono d'accordo con te.Bisogna vedere però chi sarebbero stati gli esecutori.
Invece gli jambè,il cui ritmo e suono,contrastava così tanto con il contesto circostante,penetrava nella basilica romanico-pisana come una forza vitale quasi volessero dire: ci siamo anche noi con voi!
Dragor io adoro il mondo realizzato con la ricchezza della diversità.
Mi piace l'arc en ciel!
Felice mattinata. Marianna.
Scritto da: marianna | 13/12/07 a 08:11
Ho un ricordo struggente di certi canti sardi, ascoltati in serate torride non ancora rischiarate dall'elettricità.
Ho assistito in Africa a canti e danze NON ad uso turistico. Folcloristicamente belli, interessanti, ma forse con meno pathos.
Tesea
Scritto da: tesea | 13/12/07 a 08:48
Ma allora, a maggior ragione non bisognerebbe fare affari nemmeno con Bush e in genere gli Usa.
Ne ha fatti fuori molti meno Gheddafi.
Scritto da: Biz | 13/12/07 a 13:16
Infatti i paesi aggrediti da Bush non fanno affari con gli USA, almeno là dove non ci sono governi messi in piedi dagli USA. Non sono contrario alla realpolitik, ma almeno si eviti di ricevere gli assassini con gli onori di Stato. E questo vale anche per Bush.
Ciao Biz
dragor(journal intime)
Scritto da: dragor | 13/12/07 a 13:36