Ti riconosci, Agathe? Sì, sei proprio tu, la moglie del dittatore rwandese Juvénal Habyarimana, morto il 6 aprile 1994 quando un missile ha abbattuto l’aereo che lo portava da Arusha (Tanzaniaì a Kigali, la capitale del Rwanda. Il genocidio è cominciato quel giorno e tu sei stata una delle sue principali ispiratrici. Erano anni che lo pianificavi minuziosamente con l’Akazu (la Casa), l’insieme dei tuoi familiari che occupavano i principali posti ministeriali ed economici del paese. Si dice perfino che sia stata tu a far uccidere tuo marito perché non tolleravi che negoziasse una spartizione del potere con il Front Patriotique de Libération Tutsi, che controllava il Nord del paese e lo aveva costretto a firmare gli accordi di Arusha.
Ti troveremo, Agathe. Non illuderti, non ci sarà bisogno di estradarti. Non credere di poter insabbiare tutto facendoti difendere da un abile avvocato per far naufragare l’estradizione in una montagna di scartoffie. Non contare sulla protezione della Francia che ti passa una pensione prelevandola dalle nostre tasche. Perché ti preleveremo quando meno te l’aspetti, ti cacceremo un bavaglio in bocca, ti metteremo un cappuccio, ti legheremo come un salame e prima ancora di rendertene conto ti troverai su un aereo diretto a Kigali dove c’è una bella prigione che ti aspetta, una prigione dove marcirai fino all’ultimo dei tuoi giorni prima di andare all’inferno che a quel punto ti sembrerà una liberazione. Molti altri sono stati prelevati così e tu devi saperlo, perché sei in contatto con Kigali. O forse vi telefonavate e a un tratto l’amico non ha più risposto ai tuoi appelli. Uno dopo l’altro, tocca a tutti e un giorno toccherà anche a te.Quando? Chi lo sa, forse il mattino mentre fai la doccia, a mezzogiorno mentre fai la spesa, il pomeriggio mentre sei alla toeletta, la sera quando le ombre si allungano minacciose e ognuna potrebbe essere quella del tuo rapitore, la notte mentre dormi nel buio popolato dai fantasmi delle tue vittime. In qualsiasi momento un paio di mani scaturite dal passato può ghermirti per trascinarti davanti ai giudici. E in quel momento, Agathe, non ti pentirai soltanto di avere un milione di morti sulla coscienza. Ti pentirai di essere nata. MURAHO INDAYA.
Dragor
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Per dovere di obiettività, ecco un'intervista nella quale Agathe si difende dalle accuse ed espone la teoria del "doppio genocidio", cosi' cara ai negazionisti.
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Eccomi a te sul tuo blog.
Non conosco la storia di Agathe ma sicuramente da quel che racconti è un personaggio molto ambiguo,spietato,che ha puntato e punta solo ed esclusivamente a raggiungere ciò che si prefigge. Quali sono stati i vantaggi per lei dal momento che deve vivere nella consapevolezza d'essere braccata?
Io ti capisco sia per l'oggettività dei fatti di cui si è resa responsabile sia per quel che riguarda direttamente te e Dedé e i vostri lutti.
Prima di affrontare l'argomento vorrei capire perchè questa donna un giorno decide, tessendo la sua tela, di fare fuori il marito e di dare all'avvio ad una strage di portata biblica.
Cosa ha ottenuto da tutto questo o cosa sperava di ottenere dal momento che socialmente non era l'ultima arrivata a Kigali?
Ci ritroviamo dopo pranzo con calma.
A presto. Marianna.
Scritto da: marianna | 12/04/08 a 13:31
Cara Marianna,come tutti i pianificatori del genocidio, sperava di ottenere la scomparsa di Tutsi come razza e come avversari politici allo scopo di mantenere i privilegi di cui parli. I messaggi di Radio Mille Collines, di cui la si ritiene l'ispiratrice, ordinavano di far fuori fino all'ultimo Inyenzi (scarafaggio). Ovviamente, quando ha pianificato il genocidio, non sapeva che sarebbe stata braccata, perché era sicura che il regime sarebbe continuato, appoggiato com'era dalla potenza politica e militare della Francia. Mai e poi mai avrebbe potuto prevedere la vittoria dei Tutsi. Quanto all'assassinio del marito, per il momento è solamente una voce. Pero' molti testimoni dicono che fosse più feroce e più determinata di Juvénal, che anche sotto la pressione di Mitterrand aveva firmato ad Arusha un accordo con il FPR perché i Tutsi fossero ammessi nell'esercito e in Parlamento. Dato che, per motivi familiari, Agathe era in contatto con i settori più intransigenti dell'Armata Governativa, che mai avrebbero tollerato un Tutsi nelle loro file, non ci sarebbe da stupirsi se avesse approvato e addirittura organizzato l'eliminazione del marito. Cosa che ha costituito, come si è visto, un ottimo pretesto per passare dalla fase teorica del genocidio alla sua attuazione pratica.
In ogni caso, una volta catturata sarà lei stessa a dirci la verità
A presto, buon appetito
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 12/04/08 a 14:00
La convinzione della vittoria derivava dunque in lei dal fattore numerico,essendo i tutsi una minoranza anche se molto più qualificata degli hutu e poi dalla certezza che la Francia li avrebbe appoggiati.
Ora chiedo perchè la Francia ha fatto questa scelta di campo? Gli interessi dovevano essere così grossi e le magagne così tante da coprire che non ha esitato a dare il suo appoggio. Vedi infatti poi le coperture date all'estero per i responsabili del genocidio.
I tutsi che in precedenza erano la classe dirigente del Paese come mai sono caduti in disgrazia?
A proposito di dominazioni coloniali tra i belgi e i francesi nei confronti dei tutsi ci sono state delle differenze di comportamento?
Se io non ricordo male tu hai in passato riferito che le dominazioni tedesche e belghe in Ruwanda avevano valorizzato l'etnìa tutsi. Ricordo bene?
Chiariscimi questi punti.
Grazie.
A più tardi. Marianna.
Scritto da: marianna | 12/04/08 a 16:21
Cara Marianna, la Francia ha scelto il campo Hutu perché dal 1959 era il potere ufficiale, insieme con la chiesa cattolica, e chi voleva stare in Rwanda doveva tenere il piede in quella staffa. Gli interessi, come sappiamo, erano una base privilegiata per il dominio sul Kivu e sul Katanga.
I Tutsi sono caduti in disgrazia nel 1959, quando il Mwami ha chiesto all'ONU la fine del protettorato belga e la partenza dei missionari. Per ritorsione i belgi hanno aizzato gli Hutu che hanno ucciso circa 300.000 Tutsi, prendendo il potere con il partito Parmehutu guidato da Grégoire Kayibanda, un seminarista allevato da msg Perraudin, e proclamando la repubblica. E' l'inizio della diaspora Tutsi, quando anche la famiglia di mia moglie ha dovuto lasciare il Rwanda.
Non c'è mai stata una dominazione coloniale dei francesi sui Tutsi. Il Rwanda e il Burundi hanno conosciuto solo i tedeschi e i belgi.
In effetti i tedeschi e i belgi hanno inizialmente valorizzato i Tutsi, trovandoli più simili agli europei (in particolare i tedeschi vedevano il Rwanda come un regno medievale fondato sul sistema del vassallaggio). Anche questi privilegi hanno contribuito ad avvelenare i rapporti fra le etnie.
In ogni caso i Tutsi rimasti in Rwanda dopo il 1959 non erano una minoranza qualificata. Discriminati e praticamente esclusi dalla scuola, erano decaduti e ridotti a coltivare la terra, un'attività che non avevano mai praticato.
I ruoli della Francia e della Chiesa sono descritti molto bene nel sito Golias di cui ti ho dato il link. E' pronto per essere stampato.
La vittoria è dovuto alla mitica (praticamente sono cresciuto sentendone parlare) divisione Tutsi che si stava formando in Uganda, nella quale venivano riposte tutte le speranze della diaspora di riconquistare la patria perduta. E i fatti le hanno dato ragione. In 3 mesi, dall'aprile al giugno 1994,i 10.000 di Paul Kagame hanno sconfitto i 50.000 dell'armata governativa e pure la Francia.
A presto, ti scrivero' il resto per mail. Buona serata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 12/04/08 a 19:18
Storia allucinante ed ancora uno schifo travestito da donna.
Scritto da: luigi | 12/04/08 a 20:17
Provo a mettere ordine nella mia mente:
I guai per i Tutsi cominciano nel 1959.
Se fossero rimasti i belgi, non ci sarbbero stati mai gli hutu al potere, nè ci sarebbe stata alcuna proclamazione della repubblica.
Con gli hutu arriva la Francia che ha interessi anche lei nel Kivu e nel Katanga.Alla Francia si affiancano i missionari e quindi la Chiesa di Roma con altri specifici interessi.
I missionari però erano presenti anche con i belgi?
Diciamo che cambiano le Congregazioni.Le provenienze.
La diaspora tutsi è cominciata, dopo i 300mila morti.
A questo punto i superstiti in loco non basta più umiliarli, vanno eliminati secondo la logica hutu.
Agathe e la sua combriccola progettano con l'avallo appunto dei francesi,della Chiesa di Roma e di quanti altri hanno interesse a mettere le mani sulle ricchezze minerarie.
L'attentato aereo si verifica ma gli scontri armati non vanno secondo i desiderata di Agathe. Kagame vince contro ogni aspettativa. Agathe e quelli come lei fuggono aiutati dai francesi e dall'Onu, i cui reparti non fanno ciò per cui erano stati inviati.
Conclusione: i cattivi se la sono data a gambe ed hanno vissuto ben protetti fino a quando non sono stati scovati e consegnati ai tribunali competenti. Un bel po' di questi sono ancora a piede libero come Agathe. I profughi del '59 sono sparsi ovunque nel mondo ed hanno avuto familiari e parenti uccisi nel genocidio, cioè quelli che per svariate motivazioni non si erano spostati nel '59 dal Ruwanda.
Ho capito bene? A me sembra di sì.
E' chiaro che all'interno di questa estrema semplificazione c'è da impostare un ragionamento più preciso e circostanziato.
Rimandiamo a domani.
Grazie comunque per i chiarimenti utilissimi.
Mi guarderò con un po'più di calma e tempo Golias, perchè l'ho salvato.Dovrei solo per comodità stamparmelo.
Buona notte a te ,Dedé e Minou.
A ritrovarci presto.Affettuosamente Marianna.
Scritto da: marianna | 12/04/08 a 22:51
Carissimo Dragor,buona giornata! Ho aperto ora il computer e ti ho letto in posta.
Ho compreso perfettamente.Ti scriverò appena possibile,magari in serata,perchè la domenica è peggio degli altri giorni.
Un abbraccio affettuoso.
Marianna.
Scritto da: marianna | 13/04/08 a 08:25
Luigi, la storia di quel periodo è un pozzo senza fondo. Più scavi, più trovi storie una più allucinante dell'altra. Riescono a sorprendere anche chi ha vissuto quegli avvenimenti e crede di sapere tutto.
Buona domenica
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/04/08 a 09:25
Grazie, cara Marianna, ti aspetto.Un abbraccio e buona domenica
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/04/08 a 09:27