NON PARLATE DI UNA STRAGE LONTANA. I responsabili sono vicini, molto vicini. La Francia ha armato e addestrato gli esecutori del genocidio rwandese che ha prodotto un milione di morti. Non soltanto i 50.000 uomini dell’armata governativa erano stati armati e inquadrati da ufficiali francesi, ma numerosi testimoni attestano di avere visto i militari francesi battersi al suo fianco. Nel giugno del 1994, quando ormai i 10.000 "ribelli" Tutsi del Fronte Patiottico di Liberazione erano padroni di quasi tutto il Rwanda, la Francia ha lanciato la famigerata Opération Turquoise per cercar di salvare il salvabile. Tutti ricordano il grottesco piagnisteo della Francia presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU per ottenere un’autorizzazione all’intervento. I motivi di questa operazione sono un capolavoro d’ipocrisia: creare una “sacca umanitaria” per mettere fine ai massacri (ovvero chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, perché i massacri erano già stati fatti e stavano finendo solamente grazie all’avanzata dei “ribelli” del Front Patriotique Rwandais tutsi contro il quale, guarda caso, la Francia si batteva), aiutare l’Armata Governativa ormai in rotta a “ristabilire l’ordine” (ed era proprio l’armata governativa a fare i massacri) e salvare i civili Tutsi superstiti (mentre invece la cosiddetta sacca umanitaria si è rivelata ben presto un rifugio per gli assassini che venivano disarmati simbolicamente ma non arrestati).
Che la Francia fosse là per difendere i suoi interessi, era chiaro come il sole, anche se l’ONU aveva finto di non saperlo. Il vero scopo era quello puntellare il regime sostenendo il governo di transizione composto dagli organizzatori del genocidio (riconosciuto soltanto dalla Francia), cancellare le prove dell’implicazione della Francia nel genocidio (facendo sparire i contratti per la fornitura di armi e altri documenti) e quelle dell’implicazione del figlio del presidente François Mitterrand, Jean-Christophe, in un traffico di droga e armi che aveva come crocevia Kigali. La malafede è candidamente rivelata dal comandante dell’operazione, il generale Jean-Claude Lafourcade, un tipo che non si perdeva in sottigliezze diplomatiche. Secondo la testimonianza di un membro del contingente, quando i soldati gli hanno chiesto che cos’andavano a fare in Rwanda, il generale ha risposto: “Casser du Tutsi” (a fracassare i Tutsi). In ogni caso in Francia si sono levate numerosi voci contrarie. Fra le più autorevoli, quella dell’ex presidente Valéry Giscard-d’Estaing: “Ci troviamo ad avere contro di noi le vittime e alle nostre spalle gli assassini.”
CHI SONO I COLPEVOLI? Partendo dal basso: quei militari che hanno fatto i controlli d’identità consegnando i Tutsi alle squadre Interhamwe perché venissero massacrati con i machete (sulle carte d’identità c’era scritto Tutsi o Hutu) e proteggendo gli assassini. Gli ufficiali che hanno dato gli ordini ai soldati, il generale che ha dato gli ordini agli ufficiali, il ministro che ha dato gli ordini al generale e il presidente che ha dato gli ordini al ministro. Questo ministro si chiama Alain Juppé, ha una condanna a 10 anni di galera per furto ma è recentemente stato eletto sindaco di Bordeaux dopo avere rischiato di fare parte del governo di Sarkozy. Il presidente si chiama François Mitterrand. Invece di spassarsela a Bordeaux, Juppé dovrebbe essere giudicato dal Tribunale Internazionale di Arusha, in Tanzania, e sbattuto nella prigione di Kigali a meditare sui suoi crimini. Quanto a Mitterrand, che non creda di cavarsela con la morte. Possiamo sempre prendercela con la sua memoria e trasformarlo da eroe socialista in bieco complice degli assassini.
La drammatica situazione esistente oggi nella regione del Kivu è la triste eredità dell’Operazione Turquoise. Migliaia di miliziani Hutu (i famigerati Interhamwe) migliaia di militari delle ex FAR le Forze Armate Rwandesi, grazie all’appoggio dell’amica Francia si sono rifugiati nel vicino Zaire, nella regione del lago Kivu, e là si sono stabiliti terrorizzando la popolazione locale, saccheggiando, stuprando e facendo raid in Rwanda per esportare il terrore. Ovviamente i preti e i missionari li sostengono, perché rappresentano la loro unica speranza di riprendere il potere nel Rwanda. Credete che abbiano imparato la lezione del genocidio? Niente affatto, sono pronti a scatenarne un altro. Mentre l’ONU denuncia il terrore e gli stupri provocati dagli ex militari e dagli miliziani Interhamwe, i missionari sostengono che gli stupri e le violenze sono opera dell’esercito rwandese che sconfina nel Congo per arginarli. E soffiano sugli assassini perché facciano un altro massacro di Tutsi, continuando caparbiamente la stessa politica che ha portato al primo genocidio. “Avete il vantaggio del numero”, dicono. “Siete l’85 per cento per cento, loro sono il 15. Riprendete il posto che vi spetta. Dio è con voi.”
Dragor
.
Caro Dragor, ho appena letto il tuo "pezzo" di oggi. Anche oggi sono rimasto costernato, e ancora di più sono indignato (non posso usare termini + forti come vorrei) perchè per l'ennesima volta mi accorgo che il Potere continua a creare morte e distruzione come se fosse Dio. Qui "nell'Occidente Civilizzato" ce la menano con la Libertà, la Democrazia, che sono solo vuote parole, ma alle quali, purtroppo milioni di persone credono e prendono per buone. Senza contare tutti quelli che vedono nel genocidio di un popolo africano, solo meno negri che vengono in Europa a rubare il posto di lavoro ai bianchi o a rubare etc...
Non ho parole, Dragor, per dirti il mio dolore, che credimi è sincero. Cosa possiamo fare per aiutarti VERAMENTE, non solo a parole?
P.S. Ti chiedo se puoi condividere il documento della Chiesa per stabilire la motodologia da seguire per chiedere scusa che Gian Contardo potrebbe averti mandato. Sono anni che mi dò da fare per smontare questa Chiesa Razzista, Sessista, Inquisitrice, che si ammanta di bianco e purezza e limita in tutti i modi possibili la crescita della Libertà degli individui. Per dirne poche e leggere.
Con te in questa lotta, ti auguro una buona giornata
Scritto da: misterfog | 09/04/08 a 09:34
Questo resoconto ed il precedente post sono terribili da leggere, da pelle d'oca. Non so chi abbia dato ordini e se espliciti, impliciti, perchè ciò che è certo è che il risultato, milioni di massacrati è lì sulla coscienza dell'umanità come quelli dei nazisti, dei sovietici, di pol pot. Ed altrettanto certo che le responsabilità ammesso siano non materiali, pur se solo morali dovrebbero sì pesare ed essere rese esplicite e proclamate all'universo intero. Ed invece tutto lìnel Kivu, in attesa del prossimo genocidio. Da non dormirci la nottee.
U abbraccio
luigi
Scritto da: luigi | 09/04/08 a 11:15
...Jean Christophe Mitterand chiamato Mr Africa era già negli anni ottanta incaricato da suo padre ufficialemente come consigliere e così faccendo il ministro degli esteri dell'epoca "faceva le parole crociate" perchè in africa non aveva nessuno ruolo.
Quindi i dirigenti africani si rivologono diretamente al figlio di papa per ottenere favori
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/1083177.stm
Scritto da: osman | 09/04/08 a 11:27
Dragor, sono arrivata troppo tardi ad aprire il computer.Leggerò tutto con calma in pomeriggio e commenterò.Ho visto cose interessantissime da leggere e vedere anche tra i link.
A più tardi. Un abbraccio. Marianna.
Scritto da: marianna | 09/04/08 a 13:49
Ciao Dragor,
e' la prima volta che ti rispondo nella sezione "rwanda". Non perche' prima non abbia mai voluto, ma perche' non trovavo le parole. Ma ho sempre letto tutto, con grande sgomento ed indignazione. Continua a scrivere, a non lasciare che si dimentichi, e continua a pubblicare nomi e cognomi dei responsabili, morali o materiali non fa differenza. Mi piacerebbe tanto sapere come questi assassini riescano a dormire la notte.
Ti assicuro che hai tutta la mia solidarieta'.
Scritto da: susanna | 09/04/08 a 14:05
Caro Misterfog, non sottovalutare la parola. Si dice che uccida più della spada. Guarda che cos'è successo con la pubblicazione da parte dei blog di Crimen Solicitationis, il documento che insegna a dissimulare i casi di pedofilia nella chiesa. E anche l'arresto di certi responsabili del genocidio è stato provocato dalle campagne stampa. Se provi il bisogno di fare qualcosa contro l'ingiustizia, potresti aprire un blog anche tu. Più siamo numerosi, più siamo forti.
Per quel link, bisognerebbe chiedere a Gian Contardo (L'Angolo di Buffalmacco). Non me l'ha ancora dato...
Ciao, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/04/08 a 15:20
Si' Luigi, la situazione nel Kivu è molto più esplosiva di quanto lascino trapelare le cronache. Ho informazioni in diretta dal luogo. La Francia e la Chiesa non accettano il nuovo regime rwandese e vorrebbero riconquistare gli antichi privilegi. Per farlo, sono disposte a tutto. Ci sono in gioco enormi interessi, fra i quali il controllo delo Zaire fino a Kisangani con le sue miniere di diamanti e di minerali.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/04/08 a 15:26
Orman, grazie del link su Jean-Christophe che conferma come questo maestro d'intrallazzi starebbe molto dietro le sbarre. Prima o poi verrà il suo turno!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/04/08 a 15:31
Cara Susanna, secondo me soffrono d'insonnia. Non perché abbiano una coscienza, ma perché varie organizzazioni sono all'opera per provare il coinvolgimento di quelle persone che si credono in una botte di ferro. Un milione di morti non è un capitolo che si puo' chiudere come se niente fosse e non si puo' permettere che paghino solo i pesci piccoli. Grazie per la solidarietà, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/04/08 a 15:38
A più tardi cara Marianna, un abbraccio anche a te
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/04/08 a 15:41
Carissimo Dragor ho letto con attenzione quanto da te scritto e tirando le somme le responsabilità di tutti, nessuno escluso, sono enormi nei confronti delle vittime tutsi e dei loro familiari.
Chiaramente i responsabili hanno cercato e cercano di occultare i misfatti ma noi non glielo permetteremo. Non faremo distinguo, non appena appare chiara l'implicazione di tizio o caio. Questa battaglia che tu stai conducendo è una CAUSA PIU' CHE SANTA. E' dare giustizia a chi ha avuto negato il diritto alla vita solo perchè su un pezzo di carta era scritto:"tutsi" e non hutu.Ed io penso che sarebbe potuto accadere anche il contrario, se gli interessi fossero stati di diverso tipo.
Tutti sono stati manipolati da tutti per gli sporchi interessi dell'Occidente.
Io dico che occorre lentamente, in sordina, proseguire sulla strada da te intrapresa.Periodicamente, non bisogna lasciarli tranquilli.
Un tassello al giorno fino a comporre l'intero mosaico. Ogni fatto che può giovare alla causa va evidenziato.Con un post.Sì, anche con un post!
Io ci sto.Sono pronta.
Il lavoro che hai fatto in questi tre giorni è ben documentato. Continueremo a documentarci.
Tu sai bene che,se non corressi il rischio di passare per una romantica sognatrice idealista,io posso tranquillamente dire:"l'Africa mi sta a cuore/ l'Africa m'interessa".
Già tempo addietro ti dissi:facciamo qualcosa per l'Africa?
Forse lo stiamo facendo. Facciamolo ancor di più e meglio.
Io non so bene chi sia Osman ma sono certa che anche lui è con noi. E così piano piano tutti gli altri amici man mano che saranno informati dei fatti così come tu stai egregiamente facendo.
Spogli da ideologie e confessioni religiose bisogna lavorare perchè GIUSTIZIA SIA FATTA. Basta.
Ti abbraccio ed attendo di leggere il tuo parere.
Affettuosamente Marianna.
Scritto da: marianna | 09/04/08 a 17:20
Cara Marianna, grazie per queste splendide parole. E a proposito di parole, come dico a Misterfog, non sottovalutiamo la loro forza. Come vedrai nel mio post di oggi, sono proprio le parole che hanno portato all'arresto di uno dei peggiori assassini che la storia ricordi. Noi blogger siamo una forza, più siamo numerosi più siamo forti. Non siamo condizionati dalla pubblicità, dal mercato, dai partiti, dalle ideologie. Siamo la libertà e vogliamo giustizia
A presto, buon inizio di giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 10/04/08 a 09:05