Con l’avvicinarsi dei Giochi Olimpici, ci si potrebbe aspettare che i nostri amici cinesi diano prova di avere accolto almeno in parte le richieste occidentali per il riconoscimento dei Diritti dell’Uomo in Cina. Invece non soltanto nell’ex Celeste Impero si continua a calpestarli come e peggio di prima, ma si lancia una virtuale sfida all’Occidente condannando tre anni e mezzo di prigione il giornalista Hu Jia mentre sua moglie Zeng Jinyang è stata confinata agli arresti domiciliari con la loro bambina di 4 mesi. In una lettera aperta nel suo blog intitolata “La vera Cina e i Giochi Olimpici”, Hu Jia aveva lanciato il seguente appello ai giornalisti stranieri : “Forse non sapete che questo entusiasmo, quest’armonia e questa prosperità sono fondati sulli’ingiustizia, sulle lacrime, sulla prigione, la tortura e il sangue.”
Il governo lo ha accusato di “crimini contro la nazione” rilasciando alla stampa straniera e ai cittadini dissidenti un gelido comunicato: “La legge è uguale per tutti. Non possiamo interrompere la sua applicazione in prossimità dei Giochi Olimpici.”
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SU QUESTO STRISCIONE ESPOSTO L'8 MAGGIO A HONG KONG AL PASSAGGIO DELLA TORCIA OLIMPICA C'E' SCRITTO: LIBERATE HU JIA
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Così, a 4 mesi dai Giochi, la “giustizia” cinese getta olio sul fuoco condannando Hu Jia, emblema della lotta pacifica per il riconoscimento dei Diritti dell’Uomo in Cina. Spedendo in prigione per 3 anni e mezzo quest’uomo mite ma determinato, il governo imbavaglia un portavoce delle vittime della repressione che avrebbe osato testimoniare presso le migliaia di giornalisti stranieri che verranno a Pechino per coprire i Giochi Olimpici. La lista dei prigionieri si allunga e il Comitato Internazionale Olimpico resta muto come una tomba.
Chi parla? Solamente qualche giornale, noi blogger, Human Rights Watch e pochi altri. Sembra di sentire quel trombone del presidente Hu Jintao reiterare le arroganti frasi già indirizzate a Sarko: “Con che diritto ficcate il naso nei nostri affari? Forse noi lo ficchiamo nei vostri? Sono questioni private.”
Ti sbagli, caro jintao, i vostri affari non sono privati. Perché i Giochi sono il simbolo della giustizia universale e ci fa male vederli ospitati da un paese che la giustizia non sa nemmeno dove stia di casa. Assegnandovi i Giochi vi abbiamo dato una cambiale in bianco. Non sarebbe ora di onorarla? Cominciate a liberare Hu Jia e magari qualche altro dissidente con l’Amnistia Olimpica, un‘idea lanciata da alcune organizzazioni di difesa dei Diritti Umani a San Francisco e Honk Kong. Un’amnistia potrà riabilitare almeno in parte il vostro paese dopo la figuraccia con il Tibet e migliorare la vostra immagine prima dei Giochi, qualcosa di cui avete disperatamente bisogno.
Potete arrestare Hu Jia e qualcun altro, ma non tutti i milioni di cittadini che si sfogheranno con le migliaia di giornalisti stranieri che verranno a Pechino per i Giochi. Così vi conviene dare subito prova di pragmatismo e concedere un’amnistia che migliorerà le vostre quotazioni in campo internazionale. Avete tutto da guadagnare e niente da perdere.
Dragor
Filippo Mugnaini mi ha scritto per lanciare questo appello: Gentili lettori di Dragor, vi prego di aderire alla petizione che chiede il rilascio di Hu Jia, noto dissidente cinese condannato a tre anni e mezzo di carcere e del cui caso le maggiori testate italiane ed estere si sono occupate. Sono in contatto con sua moglie Zeng Jinyan e mi sono ripromesso di fare del mio meglio per pubblicizzare questa iniziativa da parte della Hong Kong Journalists Association insieme alla International Federation of Journalists, non solo tra i miei amici e contatti ma il più possibile… Vi rimando al mio intervento sul seguente sito per maggiori informazioni : http://www.magdiallam.it/node/4891. Vi prego solo di dare anche voi un piccolo contributo firmando la petizione prima di lunedì 12 maggio e magari pubblicizzandola nel poco tempo che rimane: http://www.hkja.org.hk/Host/hkja/UserFiles/File/other/petition_for_hujia.html
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Carissimo Dragor non sapevo nulla del caso in particolare. Hai fatto benissimo a denunciarlo pubblicamente ed io ho già firmato.Speriamo serva.
Buona giornata e buon lavoro. A più tardi.
Marianna.
Scritto da: marianna | 12/05/08 a 08:49
Non conoscevo questa vicenda, e ti ringrazio per averci informato al riguardo. Ho sottoscritto anch'io.
Buon lunedì, Dragor.
Scritto da: Pim | 12/05/08 a 09:37
E mi pare doveroso sottoscrivere la petizione e dare eco alla notizia.
Grazie Dragor
luigi
Scritto da: luigi | 12/05/08 a 10:08
Cari lettori di Dragor,
vi ringrazio per la sensibilità dimostrata verso il caso di Hu Jia. Con oggi l'iniziativa di questa particolare petizione si conclude ma non dovrà certo calare l'attenzione dell'opinione pubblica su questa vicenda, visto che costituisce l'unica speranza sia di Hu Jia sia degli altri indifesi eroi cinesi.
Ringrazio Dragor per aver trattato nel suo intervento dell'ultima iniziativa a favore dei prigionieri politici in Cina:
l'Amnistia Olimpica si propone come uno strumento pragmatico che spera di far leva almeno sugli interessi dei governanti cinesi, visto che sul loro senso di giustizia sembra vano riporre ogni speranza. Si spera infatti che prima o poi decidano di promuovere la loro immagine presso l'opinione pubblica internazionale, magari poco prima dei giochi olimpici, realizzandone le importanti ricadute strategiche che ne potrebbero derivare.
Scritto da: Filippo Mugnaini | 12/05/08 a 12:10
Forti di numeri, finanziari e demografici, è difficile che cedano agli appelli. Però chissà...speriamo.
Tesea
Scritto da: Teseag | 12/05/08 a 21:41
Ora con il terremoto le cose in Cina andranno di male in peggio.Per la povera gente e per la gente comune. Non certo per la nomenklatura.
Quando ho appreso la notizia mi è venuta in mente il Dragor-pensiero sul Dio che non ama i suoi figli.
Buona notte!
Marianna
Scritto da: marianna | 12/05/08 a 21:51
Comprendo il ragionamento di Tesea ma aggiungo:
forti più che altro delle connivenze occidentali che, come sempre, mostrano la volontà di scendere a patti, chiudendo un occhio e magari tutti e due. Il silenzio del Comitato Olimpico Internazionale ne è perfetto esempio, quando invece avrebbe tutto il diritto di lamentare la mancata attuazione di quei miglioramenti nel settore dei diritti umani sulla base dei quali le Olimpiadi furono assegnate alla Cina.
Pensate per un attimo se in casi del genere si prevedesse di effettuare le Olimpiadi in un altro Paese o in più di uno, punendo così la nazione asssegnataria che si dimostrasse indegna dello spirito olimpico... ciò sarebbe possibile tecnicamente, il mondo pullula di impianti sportivi già pronti, ma manca qualsiasi volontà politica di proporre un tale meccanismo.
Non pensate che io sia un illuso o un sognatore; illusi e superficiali sono coloro che propongono boicottaggi parziali o simbolici (come quello della cerimonia di apertura). Perché mai il regime cinese dovrebbe spaventarsi ed ottemperare agli impegni assunti quando è sicuro di non avere NULLA da perdere?
Scritto da: Filippo Mugnaini | 12/05/08 a 22:00
Marianna, è venuto in mente anche a me... Ma ovviamente la colpa è dei cinesi che erano nel posto sbagliato :-)
A presto, good night
Grazie Pim. A dire il vero, non la conoscevo nemmeno io, ero troppo concentrato sulle bestie. E' stato Filippo a informarmi
Grazie a te per il tuo appoggio, Luigi
Tesea, forse non cederanno all'appello in quanto tale, pero' saranno pragmatici e rifletteranno sul mio consiglio per l'immagine. Vuoi vedere? Comunque domani pubblichero' un post sull'immagine
Filippo, è anche il mio ragionamento. E' come la scommessa di Pascal: niente da perdere e tutto da guadagnare. Ma per questo ci vuole un minimo di cervello e bisogna vedere se nelle teste della nomenklatura quest'organo non si è atrofizzato del tutto. Comunque non perderti il mio post di domani sull'immagine
Grazie per i vostri interventi, good night a tutti, a domani!
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 12/05/08 a 22:15