Non sarà giusto, ma bisogna avere una buona immagine. Anche se la vostra causa è la migliore del mondo, se non avete un’immagine (o ancora peggio, se ce l’avete brutta), nessuno vi prenderà in considerazione. Prendiamo San Francesco d’Assisi. Poiché vedeva una certa contraddizione fra la povertà di Cristo e la ricchezza del Papa, ha pensato bene di fondare un Ordine Mendicante e dal 1209 si è travestito da San Francesco: saio, cappuccio, sandali, cilicio e tonsura. Verso la fine della sua esistenza, da quel perfezionista che era, ci ha aggiunto un bel paio di stigmate. Anche se, essendo un mendicante, rischiava che le monete gli passassero attraverso le mani.
Con questo look è diventato popolarissimo e il papa, che prima lo considerava un eretico, si è visto costretto a riconoscere l’ordine mendicante. Non aveva scelta, Francesco gli stava rubando la scena. Conveniva inglobarlo nella Chiesa, conformemente al proverbio: "Quando non riesci a sconfiggere un nemico, diventa suo amico."
Dopo la morte di San Francesco, nell’anno del Signore 1226, Assisi è diventata la meta di turisti, pellegrini, boy-scout, cristiani di ogni chiesa e di ogni colore, tutti devoti al poverello. Come dire che la povertà di Francesco ha arricchito la città. Da otto secoli gli alberghi cittadini sono completi e il prezzo dei ceri continua a salire. Ovviamente, con la folla, arrivano anche i poveri, vale a dire quei poveracci senza lavoro, senza sussidi e senza casa, con la barba lunga, i vestiti sporchi e le stigmate in tutti i posti meno in quello giusto. Che cosa fare per vivere? Be’, mendicare ad Assisi…
Nemmeno per sogno, questi poveri non hanno il look giusto. Quindici giorni fa, il comune di Assisi ha deciso di cacciarli via perché guastano il paesaggio. Le autorità umbre adorano i poveri, ma soltanto quelli che sono morti otto secoli fa. Per gli altri non c’è posto, a meno che non siano così furbi da mettersi un saio e un cappuccio.
Come vedete, l’immagine è una tiranna. Solo piegandosi alla sua legge si riscuote il consenso, e qui l’immagine si rivela un’arma a doppio taglio: infatti è soltanto una parte del problema. Quando si risolve il problema dell’immagine, la gente crede che si sia risolto tutto il problema, invece non si è risolto un bel niente. La contestazione dei Giochi Olimpici di Pechino è un magnifico esempio.
Un miliardo e mezzo di persone vive sotto un nuovo tipo di dittatura: il capitalismo comunista. Da anni il governo, la polizia e la cosiddetta giustizia passano come rulli compressori sui diritti di tutti: degli intellettuali, dei giornalisti, degli operai, delle donne, dei bambini, dei contadini e ovviamente delle bestie. Le minoranze sono crudelmente perseguitate, ma quella gente ha il grave torto di non avere un look. A chi importa se si perseguitano i musulmani Oighurs dello Xijiang? Sono cinesi e per gli occidentali nessuno assomiglia a un cinese più di un altro cinese. Così la contestazione si è aggrappata ai tibetani. Loro sì che hanno un look, con quei bei mantelli rossi e il cranio rasato a zero. Ecco perché la condanna di un regime che perseguita un miliardo e mezzo di persone si è trasformata in difesa dei tibetani.
Vedrete, poco prima dei Giochi, i cinesi faranno questa storica concessione: “Permetteremo ai buddisti di continuare a radersi il cranio!” E tutti diranno: “Wow, come sono democratici, dei veri modelli di civiltà e giustizia. Adesso possiamo andare a Pechino con la coscienza tranquilla”, e scorderanno i condannati a morte, i giornalisti censurati, i minatori sepolti vivi, le minoranze perseguitate, i cani bastonati e i gatti scuoiati. Poveretti, non hanno il look. In altre parole, soffrono di un deficit d’immagine.
Dragor
.
Probabilmente è più efficace occuparsi di un gruppo di vittime alla volta. Sparare nel mucchio dell'ndubbia feroce opressività del regime è giusto in ogni caso ma presenta il rischio di facilitare la difesa dei tiranni. E' insomma un fatto di metodo.
luigi
Scritto da: luigi | 13/05/08 a 09:25
La riflessione sull'immagine di Dragor coglie davvero nel segno. Aggiungo io: non solo se non hai la giusta immagine è un problema, ma quando non hai un'immagine del tutto, quando non appari, allora sei completamente perso. Triste esempio di questi giorni è stato l'uragano in Birmania dove le decine e decine di migliaia di vittime, le centinaia di migliaia di superstiti che sfidano la morte per malattie ed inedia, non sono apparsi per niente:
praticamente nessuna foto straziante, nessun filmato impressionante come nel caso dello tsunami che scosse così tanto l'opinione pubblica mondiale. E certo, perché la giunta militare e criminale al potere ha pensato bene di non far trapelare niente e tanto per essere sicuri, di non permettere nemmeno l'arrivo dei soccorritori stranieri. Intanto i superstiti muoiono o vivono al confine dell'esistenza ma siccome nessuno li vede, c'è persino chi (troppi in Italia) trova l'opportunità di difendere il diritto di quel regime criminale ad uccidere il suo popolo, sempre meglio dell'imperialismo occidentale! Non ci credete? Andate a leggere i commenti ad un articolo di Francesco Sisci nella rubrica RED BLUE CHINA su La Stampa, in cui trovate anche le mie infuriate reazioni... http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?ID_blog=98&ID_articolo=181&ID_sezione=&sezione=Red%20Blue%20China
Alla proposta avanzata nel Consiglio di Sicurezza dell'O.N.U. e bloccata dalla Cina, principale alleato del regime birmano, di ingerenza umanitaria per costringere il regime ad accogliere soccorsi e soccorritori, si notano le seguenti reazioni di lettori:
"dopo una orribile tragedia come lo tsunami L'India non ha voluto aiuti occidentali e un ottimo esempio... credo grazie a tutto quello che li abbiamo "regalato" per 500+ anni. Pero all'India sono bastati 50 anni di indipendenza senza aiuti, a diventare una potenza mondiale. cosi vediamo che conviene a tutti di non essere "aiutati"... "
"Ma veramente noi pensiamo di essere depositari di verità democratiche tali da imporre ad un governo straniero di portare aiuti senza il suo consenso?"
"noi occidentali diamo le briciole con una mano per poi impossessarsi del resto una volta installati, attraverso multinazionali e altri mezzi. Fece bene l'India al tempo dello tsunami che rifiutò gli aiuti degli Stati Uniti propio con questi miei argomenti"
"Benissimo fa il governo birmano a rifitare la presenza degli americani e edgli europei sul suolo birmano. Si comincia con la scusa degli aiuti e si inviano i soldati. Bisogni tenere in tutti i modi l'occidente fuori dalla Birmania"
Già, molto meglio che il popolo birmano sia oppresso ed ucciso dai suoi generali piuttosto che si salvi la vita per cadere nelle grinfie di noi perfidi occidentali, tanto "occhio non vede, cuore non duole".
Eh, sì, quant'è vero che senza la giusta immagine non conti niente! Senza immagine poi, non esisti proprio.
Scritto da: Filippo Mugnaini | 13/05/08 a 09:44
Ho appena letto il bell'intervento di Homing Pigeon sul suo blog a proposito della Birmania, e mi ha confermato due cose:
1) che per alcune persone il fatto che gli U.S.A. non mettano piede in quel Paese è un sollievo maggiore della tragedia di centinaia di migliaia di innocenti che sono morti e moriranno per mancanza di aiuti;
2) che la differenza di coinvolgimento dell'opinione pubblica mondiale tra la repressione dei monaci birmani a settembre e l'immane catastrofe e tragedia alimentata da un regime criminale, è legata al fattore IMMAGINE.
Ma sì, abbasso gli USA, brutti e cattivi che uccidono bombardando ed uccidono ancor di più "ispirando" i terroristi o presunti resistenti a massacrare i civili in Iraq (sono il 99% delle loro vittime). E viva la Cina che opprime il suo popolo, contribuisce all'oppressione ed alla morte del popolo birmano, arma e finanzia il Sudan per un genocidio ancora in atto, ecc..
Un solo pensiero ancora: la giustizia, la vera giustizia non dovrebbe guardare alle bandiere né essere influenzata dalle simpatie.
Chi di voi non lo abbia ancora fatto, lo invito a leggere il post di HP:
http://homingpidgeon.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/2008/05/il-genocidio-in.html
Ed ora, promessa, mi cheto!!! :)
Scritto da: Filippo Mugnaini | 13/05/08 a 10:14
E' vero, Luigi, bisogna procedere con metodo. Basta che un gruppo non ne nasconda un altro. Ho l'impressione che a questo punto un gesto simbolico da parte della Cina solleverebbe la gente al tal punto da far dimenticare i problemi concreti
Filippo, dobbiamo essere telepatici. Stavo giusto per segnalarti lo splendido post di HP. Capisco la tua indignazione di fronte alla dilagante correttezza politica. Qualunque cosa facciano, gli occidentali sono cattivi e colonialisti, cosi' asteniamoci anche dall'umanitario. Bella scusa per lavarsi le mani...
Buona giornata a tutti, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/05/08 a 10:25
A conferma (se mai ce ne fosse bisogno) di quanto dice Filippo Mugnaini inviterei a leggere i commenti all’articolo “Il Myanmar sceglie l'autarchia, la Birmania è in ginocchio” nel blog “Danni Collaterali” della giornalista Carla Reschia, vi troverete dei commenti allucinanti ed allucinati, non aggiungo altro.
Scritto da: Giovanni | 13/05/08 a 10:31
Scusate, avevo promesso di non commentare più per oggi, ma leggere certe cose mi fa ribollire il sangue.
Link al riferimento di Giovanni che ringrazio:
http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/commentiRub.asp?page=1&ID_blog=90&ID_articolo=264&ID_sezione=&sezione=Danni%20collaterali
Scritto da: Filippo Mugnaini | 13/05/08 a 11:31
Filippo, capisco il tuo ribollire, proprio per questo nel mio post ho scritto “commenti allucinanti ed allucinati”. Quando lessi l’articolo ed i vari commenti rimasi allibito e non riuscii a commentare tanto era lo sconcerto di quello che avevo letto. Preferii autocensurarmi tanto sicuramente l’avrebbe fatto, giustamente, l’autrice del blog.
Scritto da: Giovanni | 13/05/08 a 14:04
Carissimo Dragor i Giochi Olimpici in Cina vanno comunque boicottati qualunque cosa facciano i cinesi per apparire diversi da ciò che sono.
Da chi? Da chi ha coscienza di ciò che lì si sta verificando nel silenzio generale del mondo.
Gli altri, quelli che esprimono i giudizi politicamente corretti, non dovrebbero interessarci. Purtroppo sono un bel numero.Lo so.
Ma anche la goccia a poco a poco scava la pietra.
Se non avessimo fiducia nell'incidenza dell'opinione martellante anche di pochi non staremmo qui a scrivere.
Gli aiuti umanitari poi sono importantissimi nelle emergenze.Niente pseudo distinguo.Nelle situazioni di difficoltà in generale lo sono ugualmente sempre a patto che divengano stimolo per superare l'emergenza. Nessuno vuole dipendere da nessuno. Io non credo che lo vogliano nemmeno i PVS.
Un abbraccio.
Marianna
Scritto da: marianna | 13/05/08 a 16:52
Giovanni, nei miei post ho condannato a ripetizione la correttezza politica della quale questo è un classico esempio. In nome della diversità culturale (e ovviamente dell'antiamericanismo) si approva una dittatura sanguinaria. E magari ammirano Che Guevara...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/05/08 a 17:41
Cara Marianna, hai detto bene. I nostri scritti salveranno il mondo. Per fortuna ci siamo noi a rimettere in marcia i cervelli paralizzati. E bisogna averlo completamente in panne per non capire la differenza fra un intervento umanitario e un'invasione armata, e per giustificare certe dittature e certi costumi in nome della diversità culturale.
Un abbraccio, a presto sul tuo blog
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 13/05/08 a 17:45
Argomento interessante davvero e post scritto bene.
Come sempre!
Comme quoi l'habit peut faire le moine...tibetain.
..aux yeux du monde bien sur comme tu l'écris.
Deficit d'image? Oui.
Je dirais plutot DELIT DE FACIES...dont sont aussi victimes les étrangers qui vivent en Europe.
Si tu es un basané,tes papiers.
Meme les africains qui vivent aux USA sont mal vus par...les afro-americains!
Car on distingue facilement un immigré Ghaneen d'un natif de Harlem.Difference d'image!
Dans un monde sans prejugés l'image n'est pas un problème.
Le vrai problème reside dans les yeux de celui qui la regarde.
Chi ha gli occhiali sporchi vede soltanto bicchieri sporchi.
Seppure essi siano pulitissimi.
Osman
Scritto da: Osman | 14/05/08 a 00:34
PS qui n'a rien à voir.
Ho visto che sei al sesto posto su WIKIO.Contento?
Complimenti.
Scritto da: Osman | 14/05/08 a 00:36
Osman, ti chiedo un favore. La frase "l'abito fa il monaco tibetano" mi piace moltissimo. Posso prenderla a prestito per il titolo del post?
Si', contro il "délit de facies" sono recentemente sfilati gli africani in Francia in occasione della Giornata Mondiale contro la Schiavitu'. Presto scrivero' un post sull'argomento. Hai un buon titolo da suggerirmi? :-)
Nella classifica di Wikio, se si contassero le visite sarei il primo! In ogni caso linkatemi. Magari riesco a guadagnare qualche posizione... :-)
Grazie, buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 14/05/08 a 08:55
Shcerzi?
Non ho nè la tua fantasia nè la tua cultura encore moins la tua capacità di elaborare contenuti così eclectiques.
In Italia non conoscono l'espressione delit de facies.Meno male!
Ma va bene il titolo per un post ma rigoureusement en latin:
dēlictum vultŭs o vultŭs dēlictum !
Scritto da: Osman | 15/05/08 a 12:17