Di solito non stravedo per Claudio Magris, ma stavolta ha scritto più o meno quello che volevo scrivere io. Così riporto fedelmente il suo articolo. Se non avete voglia di leggerlo, saltate direttamente al mio commento qui sotto.
Signor Presidente Berlusconi, non ho votato per Lei né per la Sua coalizione di governo, ma Lei, eletto democraticamente a guidare il Paese, è chiamato a tutelare il bene e l'onore dell'Italia e di tutti i suoi cittadini. Le chiedo pertanto di esigere dal Presidente Sarkozy le formali scuse per lo schiaffo e l'offesa da lui arrecati all'Italia con le motivazioni addotte per negare l'estradizione di Marina Petrella, terrorista condannata in Italia per omicidio plurimo e latitante all'estero, in Francia.
Il Presidente Sarkozy ha invocato le precarie condizioni di salute della signora Petrella e certo chiunque, incensurato o colpevole di reati anche gravissimi, ha pieno diritto a essere curato al pari di ogni altro cittadino, perché nessuno, anche se autore di crimini, perde la dignità umana e i suoi diritti fondamentali. Come ha osservato Sabina Rossa - figlia dell'operaio Guido Rossa, assassinato nel 1979, come altri rappresentanti dell' Italia migliore, quella più aperta democratica e progressista, dalle cosiddette Brigate Rosse - il Presidente Sarkozy, negando con quei motivi l'estradizione, ha implicitamente roclamato che l'Italia non è uno Stato di diritto, bensì un paese barbarico in cui non si rispettano gli elementari diritti umani, non si curano i detenuti malati o magari li si tortura come a Guantanamo o li si giustizia come avviene ogni tre giorni in Arabia Saudita. E' un insulto al nostro Paese - considerato incivile, incapace di amministrare la giustizia e tribalmente dedito solo alla vendetta - ed è dunque un insulto pure a chi lo governa.
Non pretendo che Lei sfidi a duello il Presidente Sarkozy, come fece nel 1897 il Conte di Torino col Principe Henri d'Orléans, il quale aveva vilipeso l'onore militare italiano e si prese una bella stoccata. Le chiedo tuttavia di reagire con fermezza e non con le Sue abituali facezie. Come ha detto con esemplare magnanimità Sabina Rossa, nessuno chiede vendette, pene di morte, nemmeno ergastoli; anche una grazia sarebbe pensabile, ma dovrebbe essere eventualmente concessa dal Presidente della Repubblica Italiana, del Paese in cui è stato commesso il crimine e in cui è stata emessa la sentenza in nome del popolo italiano, e non dal Presidente della Francia o del Guatemala. Certo che Lei non si dimostrerà timoroso, La ringrazio per l'attenzione.
Vorrei aggiungere due cose. Primo, Berlusconi si dimostrerà timoroso. E’ così innamorato di Sarko che sarebbe anche disposto a sostituire Carla nel letto matrimoniale e ovviamente non farà mai niente che possa alienargli le sue simpatie. Secondo, questo schiaffo all’Italia è stato voluto dagli italiani. Anzi, dalle italiane. A che cosa si deve l’improvviso voltafaccia di Sarko? Secondo alcune fonti bene informate, all’intervento di Carla Bruni e di sua sorella Valeria Bruni-Tedeschi. A parte le pressioni nei punti giusti, l’argomento principale delle due donne è stato: “siccome trent’anni fa la Francia ha accolto la nostra famiglia a braccia aperte quando si è rifugiata oltralpe per sfuggire ai terroristi, adesso deve dimostrarsi altrettanto ospitale con i terroristi che si rifugiano in Francia per sfuggire alla giustizia italiana.” No comment.
Dragor
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Mi pare strano che almeno per ora, non vi sia stata quasi reazione all'intervento delle sorelle moglie-cognata.
Oppure anche Sarkozy sostiene la politica di "u pilu".
luigi
Scritto da: gobettiano | 17/10/08 a 08:05
Bel post e tutto vero.
Tesea
Scritto da: tesea | 17/10/08 a 15:14
Magris dice sempre bene, anche in questa circostanza.
Sono troppo di parte?
Un abbraccio affettuoso anche se in ritardo.
Marianna
Scritto da: marianna | 17/10/08 a 18:19
Luigi, questo dimostra come l'orgoglio nazionale degli italiani sia a livello zero. Che cos'è u pilu?
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Grazie, cara Tesea
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Marianna, forse sei di parte, ma in questo caso hai ragione :-)
Un abbraccio, buona giornata
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Grazie a tutti per i vostri commenti, buon weekend
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 18/10/08 a 10:02
u'u pilu! E' uno slogan scherzoso coniato da Antonio Albanese che impersona un candidato meridionale ad elezioni politiche, fanfarone, bugiardo, privo di scrupoli e sessuomane. 'u pilu sta ad indicare il vello del pube femminile e quindi il sesso femminile.
luigi
Scritto da: gobettiano | 18/10/08 a 10:39
Perché non dire le cose come sono ? L’Italia, e Torino nel peloton de tête, é vista e resentita altrove come una Guantamano per stranieri ricercati o à piede libero. Che schiaffo storico e morale dal più alto del mio paese ! Ma in fondo cos’é se non la continuazione di quello enorme venuto dal consiglio europeo in difesa delle minorités oppresse e schiavizzate in Italia, paese che vive e sospira tra nostalgia fascista, beatificazioni di reliquie nazziste, e xenofobia esaltata. Se un Nord-Est e forse anche il suo Ouest si fermano in segno de cordoglio per la morte di un neo-nazzista, cosa c’é da stupirsi che non ci si trovi che si é lontani anni luce dalla terra dei diritti fondamentali dell’uomo, quelli che Les Lumières di un popolo e di una lingua hanno eretto in defesa della barbarie umana. Ed é proprio questo cio’ che non ha voluto capire e che rifiuta, questa condanna morale che pesa più di ogni altra cosa, in provenienza di un paese del quale soffrite un atavico complesso di qualche cosa. Non é stato condiviso il gesto di profonda umanità offerto a chi in ogni caso ha già pagato. Perché di umanità si é trattato, un simbolo offerto al mondo da chi per primo aveva sofferto nella sua terra d’origine la paura e persecuzione oggi legge sul viso di chi le ha portate e per le quali oggi implora grazia. Considerato il pensiero che esprime nel suo blog le consiglio, Dragor, di non far più uso di una lingua di cui non é degno e che ha usato un certo Molière. Lo chiami Giornale o altro voglia ma non più col nome che si riferisce a una lingua e un paese per i quali esso, il suo blog, non é altro che vergona.
Scritto da: Un niçois d'Antibes | 18/10/08 a 14:32
Caro Niçois d'Antibes, tutti i paesi hanno i loro fascisti e anche da noi mi sembra che con Le Pen & C e i supporter del PSG non scherziamo. Ma questo non significa che la Francia sia fascista, cosi' come le frange fasciste in Italia non significano che l'Italia viva fra "nostalgie fasciste e beatificazione di reliquie naziste".
Quanto a Marina Petrella rifugiata in Francia, non è una questione politica. Marina Petrella è un'assassina, ovvero una criminale comune e l'omicidio si paga si paga in tutti i paesi. Non solamente con i pochi mesi di carcere che Marina ha scontato finora. Il suo non è certamente un reato d'opinione, quindi è fuori luogo trasformarla in una perseguitata politica.
La grazia avrebbe casomai potuto accordarla il presidente della Repubblica italiana. Sarko si è arrogato un diritto che non gli compete.
Journal Intime è il fiore all'occhiello della Francia, un blog laico e radicale nella miglior tradizione dei Lumi. Anche nel caso di Marina Petrella, non si è lasciato condizionare da una certa correttezza politica che vorrebbe trasformare gli assassini in romantici esuli quando nascondono i loro crimini dietro il paravento dell'ideologia. Ho l'impressione che la vittima di questo condizionamento sia proprio lei, caro Niçois d'Antibes.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 18/10/08 a 16:09
Mi compiaccio con il Signor Nicois D'Antibes che per sua fortuna non ha mai avuto, in famiglia, nessuna vittima del terrorismo.
Tesea
Scritto da: tesea | 18/10/08 a 17:37