Voleva restare con le sue compagne nelle fredde acque del bacino di Arcachon. Voleva sentire la carezza delle onde sulle sue valve rugose, ascoltare il sussurro dell’acqua, gustare il sapore del sale, ricevere la visita dei pesci che le guizzavano accanto, divertirsi a frustrare i tentativi di quel granchio che cercava di aprirla con le sue pinze e se ne andava scornato. Avrebbe voluto continuare a vivere così, ma qualcuno non era d’accordo. Un tizio che l’ha strappata brutalmente dal mare e sbattuta in una cassetta con tante sue sorelle. Chiusa nella sua dimora calcarea, non capiva che cosa stesse succedendo.
Non sa quanto sia durato il viaggio. Da tempo la sua vicina non apre più le valve, un’altra si è aperta e perde liquido dappertutto. Nella cassetta c’è uno sgradevole odore simile a quello della spiaggia dopo il riflusso della marea. All’improvviso, la luce. Sente il grido delle sue compagne. Chi ha detto che le ostriche sono mute? Gridano come Céline Dion in Titanic, ma l’orecchio umano non capta la frequenza dei loro suoni. Da un momento all’altro si ritrova in una mano. Non sa che cosa sia la mano e la prende per una stella marina, uno di quei mostri specializzati nell’aprire le ostriche. Così chiude le valve con tutte le sue forze. Ma una lama comincia a tormentarla, una lama che le fa un male tremendo.
L'UOMO non ha un guanto di protezione, quel guanto che si dovrebbe sempre portare quando si aprono le ostriche. Si è semplicemente avvolto la mano in uno straccio. Siccome non possiede un coltello per ostriche, ha preso un coltello di cucina. E la lotta comincia: l’uomo cerca di penetrare di punta e di lato, l’ostrica oppone una chiusura ermetica. L’uomo comincia a spazientirsi. La gira, la rigira, la scuote, brontola, impreca, sembra un selvaggio che cerchi di aprire una scatola senza l’apriscatole. Di fronte a quegli assalti furibondi, l’ostrica stringe ancora di più le valve. E all’improvviso il grido: “Acc…!”
L’ostrica ha vinto. La punta del coltello è scivolata sulla valva e si è conficcata nel palmo della mano dell'uomo. L’ostricaio della domenica deve precipitarsi al Pronto Soccorso perché non soltanto si è prodotto una ferita piena di germi, ma si è anche reciso un tendine. Al Pronto Soccorso lo fanno aspettare sei ore perché c’è una coda di idioti come lui che si sono feriti cercando di aprire le ostriche, poi gli dicono che dovrà essere operato ma tutte le sale operatorie sono occupate, così dovrà tornare all’ospedale il pomeriggio del 2 gennaio e restare a digiuno fino all’operazione. Altro che cenone di Capodanno.
Sentendo le urla della sua vittima, la vincitrice pensa di aprirsi un poco per dare un’occhiata. E in quel momento, di colpo, perde la sua metà superiore. Si ritrova scoperchiata in mezzo alle sue compagne, praticamente nuda, in un simpatico ambiente di ghiaccio, acqua di mare e fette di limone. Nessuno saprà in quale stomaco sia finita. Ma mentre aspetta di essere digerita, le resta una consolazione: non essere stata mangiata dal tizio che voleva aprirla.
Dragor
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L'éternel combat de l'huitre et de l'homme, ça me rappelle des souvenirs.
Le dimanche, nous allons au Canon (juste avant le Cap-Ferret) déguster des huitres dans un des innombrables village ostreicole. Tu vas chez un producteur, tu choisis tes huitres dans le bassin, il te les ouvre. Reste plus qu'à s'asseoir à une table avec une bouteille de vin blanc...
Une photo personnelle :
http://img160.imageshack.us/my.php?image=photo201sn1.jpg
Scritto da: Alex | 29/12/08 a 11:47
Anche a me piacciono le ostriche, e questo delicatissimo post mi riempie di sensi di colpa.
Ma perchè su questo pianeta per vivere o sopravvivere dobbiamo mangiarci l'un l'altro?
E se proprio davvero esistesse la metemsicosi?
Tesea
Scritto da: Teseag | 29/12/08 a 14:23
Caro Dragor è una storia dolcissima e scritta con grande garbo.
Mi è proprio piaciuta.
Io non amo molto le ostriche e neanche gli altri frutti dimare.
Pensando a ciò che hai scritto, ora me ne guarderò bene dall'accettare di gustarle qualora mi fossero offerte.
E per me non è un sacrificio.
Bravissimo.Complimenti!
Marianna
Scritto da: marianna | 29/12/08 a 16:29
PER ALEX!
E' questo il villaggio dove vai a mangiare le ostriche?
Oppure la casa dove vivi?
Non è curiosità la mia. Colgo solo l'occasione per salutarti, perchè è un bel po' che non ti leggo da me.
Approfitto così dello spazio di Dragor.
Fatti vivo, perchè sai che mi fa piacere.
Ciao. A presto.
Marianna
Scritto da: marianna | 29/12/08 a 16:33
Il me vient un doute...j'espère que Dragor, après sa campagne contre le foie gras, ne veut pas nous dissuader de manger des huitres.
Oui, Marianna, c'est là où je mange les huitres. L'endroit s'appelle le Canon. Mais, il y'a des dizaines de villages ostréicoles de ce genre autour du bassin d'Arcachon. A l'intérieur des cabanes, tu peux acheter des huitres. Elles sont dans des claires (des grands bassins ) à l'intérieur des cabanes. Tu peux les consommer sur place avec du vin blanc et des crépinettes (saucisses plates grillées au barbecue) au bord de l'eau. Il faut compter 2 à 3 euros la douzaine d'huitres suivant le calibre.
Alex
Scritto da: Alex | 29/12/08 a 17:17
Cher Alex, j'adore ces vieux chalets d'Arcachon, maisons de vacances ou cabanes à huîtres. Rien qu'à les voir, ça me donne l'eau à la bouche car ça me rappelle les meilleures huîtres de ma vie. Je raffole des huîtres. Avec du vin blanc et des crepinettes... wow! Et ça coûte 10 fois moins cher que chez nous
dragor (journal intome)
Scritto da: dragor | 29/12/08 a 21:00
Tesea, una piccola correzione: le ostriche non ci mangiano. Siamo noi a mangiarle,quindi il banchetto è a senso unico. E con me non possono nemmeno vendicarsi, perché me le faccio aprire da qualcuno :-)
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/12/08 a 21:04
Cara Marianna, invece io questo sacrificio non riesco a farlo. Vado matto per le ostriche e le mangio appena posso. Invidio Alex che le paga 2 o 3 euro la dozzina, da noi sono minimo 10 euro.
Questo post è praticamente una lacrima di coccodrillo :-)
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Grazie a tutti per i vostri commenti, buona serata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 29/12/08 a 21:11
ciao Dragor,
che bel racconto, degno della tua fantasia. L'ostrica che resiste e vince una battaglia.
Narrazioni come questa avrebbero bisogno di quel gran mago dell'illustrazione che si chiamava Walter Molino, e che disegnava le copertine storiche della Domenica del Corriere.
Mi sembra di veder la scena dell'idiota che si inciccia la mano con il coltello, tentando di aprire la protagonista.
Data la mia passione per le ostriche, ho provato un misto di sentimenti, leggendoti. Nessuno saprà in quale stomaco sia finita. Mi ha lasciato una vena di tristezza. Forse perchè lo stomaco di certo non era il mio... ;)
A presto,
HP
Scritto da: homing pigeon | 29/12/08 a 21:17
Ostricofagi!
Cacchio è terribilmente simpatica l'ostrica che resiste. Faccio il tifo per lei.
luigi
Scritto da: gobettiano | 31/12/08 a 14:26