Ecco i criteri utilizzati dal CPJ (Commitee to Protect Journalist) nell’inchiesta di cui ho parlato nel mio post Caccia al Blogger per determinare la libertà di espressione sul Web.
Nel vostro paese si mettono i blogger in prigione?
I blogger sono oggetto di persecuzioni, attacchi, minacce, aggressioni o altre rappresaglie?
I blogger si autocensurano per proteggersi?
Il governo limita la connessione o l’accesso a Internet?
I blogger devono registrarsi presso il governo o un istituto di controllo e dare generalità verificabili prima di cominciare la loro attività?
Il vostro paese ha regole o leggi che possono essere usate per censurare i blogger?
Il governo controlla i cittadini che usano Internet?
Il governo usa filtri per bloccare o censurare Internet?
In Italia c’è gente che vede la libertà informatica come il fumo negli occhi e vorrebbe contendere alla Birmania il primo posto nella classifica dei paesi dov'è più difficile fare il blogger. Non per niente nella classifica della libertà di stampa di Reporters senza Frontiere l’Italia viene al 40° posto dopo il Cile e la Corea del Sud. Ho verificato personalmente che per usare il computer in un cybercafé vengono richiesti i documenti. E non soltanto, ma le generalità vengono annotate su un registro, presumibilmente per essere comunicate alla polizia e inserite in un elenco generale, come si fa con i clienti degli alberghi. E nell’ottobre del 2007 il consiglio dei ministri ha approvato il cosiddetto decreto legge Levi-Prodi, un disegno di legge che prevedeva per tutti i blogger l’obbligo d’iscriversi al Registro degli Operatori di Comunicazione e la conseguente estensione sulle loro teste dei reati a mezzo stampa. Scoperta dal giurista Valentino Spataro e rilanciata da Punto Informatico, la notizia ha fatto scoppiare un pandemonio ed è stata ripresa perfino dal Times. Così il progetto è stato accantonato, il governo Prodi è caduto e dopo un po’ le acque si sono calmate. Ma un anno dopo, nel novembre del 2008, il giurista Daniele Minotti si accorge che il progetto gira di nuovo in Parlamento, affidato in sede referente alla commissione Cultura della Camera (decreto legge n.1269). Destra e sinistra unite per colpire i blogger?
Sulla nostra piattaforma della Stampa, molti ricordano il caso Giacosa, del quale proprio in questi giorni cade il secondo anniversario. Marco Giacosa è un ottimo scrittore, uno dei migliori blogger che abbia incontrato, con un’autentica passione per il giornalismo e in particolare per il giornalismo investigativo. Un giorno ha partecipato a un concorso letterario indetto dalla Stampa, ha fiutato l’imbroglio e ha fatto un’inchiesta, scoprendo che i vincitori erano persone in qualche modo legate agli ambienti della Stampa. Ha pubblicato dei post di fuoco, l’allora responsabile dei blog Anna Masera gli ha mostrato un cartellino giallo, Marco ha tenuto duro e il giallo è diventato un rosso: il blog di Marco è stato cancellato. E non soltanto, ma con il blog di Marco sono stati cancellati tutti i blog che avevano osato riportare il post incriminato. La spiegazione emersa dalla convulsa discussione di quei giorni è la seguente: i blog sono stati soppressi per proteggere i loro autori da eventuali conseguenze legali. Così i blogger cancellati e alcuni simpatizzanti sono emigrati su altre piattaforme. Questo esodo ha privato la Stampa di alcuni fra i suoi blogger migliori.
Non intendo riaprire il caso, dirò soltanto che secondo me Marco aveva ragione nella sostanza ma ha sbagliato il tono, così come ha sbagliato chi gli ha risposto cancellandogli brutalmente il blog. La netiquette, l’unico limite che un blogger degno di questo nome si debba porre, raccomanda fra l’altro toni moderati. Quando si usano toni troppo accesi, si provoca un’escalation e si finisce per perdere di vista l’argomento principale, scadendo nel controllo dei ruoli e nella prova di forza. Lo so per esperienza perché anche a me è capitato di scrivere sopra il rigo (per esempio quando ho accusato un prete che negava il genocidio rwandese) e sono stato prontamente minacciato di denuncia dal bigotto di turno. Nei suoi post Marco ha usato toni da crociata. Se avesse usato un tono più calmo, probabilmente la cosa si sarebbe risolta in modo più amichevole. Così non confondiamo la netiquette con la censura, a volte è soltanto una questione di forma.
Dragor
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Torno brevemente sulla vicenda di due anni fa: a parte ancora il tono usato, Marco aveva degli indizi suggestivi e non delle prove. La Stampa reagì in maniera scomposta e poco persuasiva. A mio avviso, la vicenda poteva essere gestita molto meglio da entrambe le parti in causa, senza dover ricorrere alla soppressione dei blog che fu un gesto controproducente.
Per il resto: il mondo dei blogger crea ben più di qualche maldipancia al Potere, da chiunque sia esercitato. Altro che pluralità, libertà d'informazione e tutte quelle belle parole di cui si riempiono la bocca i politici. Siamo un esercito di volti invisibili, di gambe che vanno per direzioni imprevedibili, dita che riproducono parole incontrollabili. Ovvio che suscitiamo una certa apprensione, e la volontà di controllarci appaia evidente. Io ho idea che non sia possibile. Perlomeno lo spero...
Scritto da: Pim | 05/05/09 a 11:27
Io ho invece una strana sensazione Dragor...che gli italiani non leggano molto i blog, salvo quelli di autori famosi. Non conosco blogger noti che non siano "personaggi", insomma. E questo trovo sia piuttosto inquietante per la cultura e il costume generale...La rete qui è buona più per cercare sex e dintorni che per conoscere le voci di popolo, ahinoi.
Non direi quindi che suscitiamo molta apprensione, come pensa Pim.
Al più certi scatenamenti possono esserci contro Grillo o blogger di quella fama...non certo contro di noi, blogger "comuni".
Torno più tardi con calma.
ciao ciao
Irene
Scritto da: irenespagnuolo | 05/05/09 a 11:44
Caro Dragor,
concordo con Irene: non sono i nostri blog a infastidire.
Tuttavia, come già sai, sono dell'idea che la libertà non dev'essere confusa con la licenza d'affermare ciò che si vuole sempre e comunque. D'ingiuriare, di colpevolizzare senza prove e fuori dalle sedi opportune.
Internet non può non tenere conto delle regole della civile convivenza: la libertà di ognuno cessa dove inizia quella altrui.
Ciao.
Scritto da: Antonio Cracas | 05/05/09 a 12:00
Si' Pim, la vicenda poteva essere gestita molto meglio e mi dispiace che sia stata gestita in quel modo, perché vorrei riavere con noi i blogger che se ne sono andati. Per il resto è vero, siamo un popolo d'imprevedibili Ariel e infestiamo di incubi le notti di qualcuno che ci metterebbe volentieri la cavezza.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 12:24
E' vero Irene, i blog non sono molto letti e anche quelli di autori famosi sono meno letti dei giornali stampati, vedi il mio :-) Pero' credo che non occorrano molti lettori per influenzare l'opinione pubblica.C'è anche il bocca-orecchio. Voglio dire, comincia a far circolare una notizia sui blog. Forse non molti la leggeranno, ma ne parleranno e la notizia si spargerà a macchia d'olio finendo per creare un movimento d'opinione. Ne ho avuto un esempio con Crimen Sollicitationis, che il mio blog ha rivelato per primo in Italia.
Ciao, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 12:28
Caro Antonio, forse un blog non infastidisce ma mille si'. Come dico a Irene, una volta pubblicata una notizia non circola solo sui blog ma viene ripresa dalla gente e si spande a macchia d'olio con il bocca-orecchio.
Sono perfettamente d'accordo, la libertà non va confusa con la licenza di affermare ciò che si vuole sempre e comunque. D'ingiuriare, di colpevolizzare senza prove e fuori dalle sedi opportune. Pero' mi sembra che tutto questo rientri nella netiquette, da me indicata in questo post come "l'unico limite che un blogger degno di questo nome si debba porre". Mi sembra che non ce ne dovrebbero essere altri. O forse si'?
Buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 12:36
ciao dragor
ho letto e non voglio nemmeno io riaprire un dibattito che considero chiuso
ciao!
Scritto da: giac | 05/05/09 a 13:39
Carissimo Dragor, il tuo post,molto interessante, mi ha informato chiaramente su ciò che deve fare e non deve fare un blogger.
Credo di starci dentro senza problemi anche se, a volte, verrebbe voglia di usare altri toni.
Professionalità comunque, secondo me, significa anche sapersi fermare al momento opportuno.
Provo con te rammarico di non avere più tra i nostri compagni di blog Marco, al quale va sempre tutta la mia stima.
A te...buon pranzo e un abbraccio.
Marianna
Scritto da: marianna | 05/05/09 a 14:08
Si' Giac. Ma andava citato per i nuovi blogger che non lo conoscono
Ciao, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 14:12
Se l'Italia è al 40 posto tra i Pesi liberi,e se i blogger sperimentano quotidianamente questa assenza di liberta',vuol dire che di Italie ce ne sono due,ed una è abitata da marziani.Ho conosciuto il comunismo per 15 anni,le telefonate e la posta controllate dala polizia segreta,la stampa asservita alla propaganda di partito,gli attivisti anticomunisti arrestati per avere denunciato la corruzione e gli arbitri della Nomenclatura.Una cura che farebbe bene,ai marziani che credono che questo non sia un paese libero.
Scritto da: stefano de santis | 05/05/09 a 16:28
Il TIMES? Gli articoli che vi sono inviati dall'intero territorio Italiano sui suoi blog,in particolare sul BRUSSELS BLOG, vengono cancellati automaticamente da un sistema automatico.Provateci,ad entrare nel Blog di Tony Barber,e scoprirete cos'è l'indecente violazione di diritti fondamentali.Poi scrivetegli a [email protected] anche tu,Dragor,se scrivi dall'Italia.
Scritto da: stefano de santis | 05/05/09 a 16:34
Stefano, la classifica non è sulla libertà dei paesi ma sulla libertà di stampa. Si ritiene per esempio anomalo il fatto che il primo ministro sia proprietario di giornali e reti TV. Poi c'è il fatto che gran parte della stampa cosiddetta indipendente è in realtà asservita ai partiti politici.
Sappiamo che l'Italia è un paese libero se confrontato con quelli dell'elenco di CPJ, ma ci battiamo perché lo rimanga. Infatti c'è chi lo vorrebbe un po' meno libero.
Quanto al Times, faro' un controllo.
Ciao, buon pomeriggio
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 16:51
Ciao Dragor, i blog influenzano eccomeeeee... Il primo anno di vita di "Amanda Love, vita in ufficio" era su Kataweb/Repubblica e le cose che ho scritto su come gli imprenditori gestiscono i soldi (aprile/dicembre 2006) hanno fatto tantissimo rumore, tanto che avevo molti detrattori (imprenditori col senso di colpa?) e un paio di persone hanno aperto dei blog intitolati "Io odio Amanda Love". Avevo un tutor di Kweb che controllava che nessun altro facesse casino in internet contro di me, perchè ero già pronta con le denunce.
Ho chiuso il blog su Kweb perchè lavorando "davvero" 10/12 ore in ufficio, non avevo tempo di gestire tutti quei lettori, e sono rimasta a scrivere solo su LaStampa. Dopo di me sono stati aperti molti altri blog che raccontano la vita in ufficio, ma credo che pochi siano stati così dettagliati come lo ero io...
Un altro esempio è il blog aperto OGGI "brinda con papi" (brindaconpapi.blogspot.com) con le foto photoshoppate del brindisi Noemi/Berlusconi, che ha già migliaia di visitatori in poche ore, e vedrete che ne parleranno all'estero.
Scritto da: Amanda | 05/05/09 a 18:14
Stefano, su W la Merica c'è un tizio che vuole farti causa...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 18:20
Grazie Amanda, mi aggiungo subito alle migliaia di visitatori :-)
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 18:24
Dragor, quella di Raffaele è cattivissima, supera tutte le altre (è con Fritz ed il Papa...)
Scritto da: Amanda | 05/05/09 a 18:30
E' ovvio che quando le maggiori reti private e la quasi totalità delle reti pubbliche, più altre decine di quotidiani e settimanali sono al servizio di un individuo e del suo ristretto gruppo di amici, la libertà di informazione viene lesa e la realtà dei fatti manipolata. Se poi colui che detiene tutto questo potere mediatico è anche il primo ministro (o forse proprio questa è la ragione per cui lo è), allora pare ovvio a tutti, tranne agli imbecilli, che in Italia la democrazia è in pericolo.
Scritto da: matzudaira | 05/05/09 a 21:26
Matzu, forse gli imbecilli preferiscono la dittatura
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 22:24
Amanda, infatti anche il Corriere della Sera ha ripreso qualche foto. Quasi quasi domani ne riprendo una anch'io...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 05/05/09 a 22:25
Dragor,hai controllato?Per TIMES ho inteso il FINANCIAL TIMES.Se ti colleghi dall'Italia,puoi leggere ma non scrivere.Compare YOU NEED TO BE LOGGED IN senza altre iastruzioni.Non puoi collegarti.Se scrivi dalla Francia,oltre al messaggio compare una serie di istruzioni.C'erano sul blob di chi scrive dall'Italia fino a Marzo,poi sono sparite.Quanto alla querela,in quel post c'è abbastanza per garantire 150 anni di manicomio a chi l'ha scritto.Ho amici avvocati in Forza Italia che sono capaci di spaccare un capello in 2000 pezzi.Ma non li disturbo certo per certe pinzillacchere.
Scritto da: stefano de santis | 06/05/09 a 11:34
Stefano, you need to be logged in è per gli iscritti. Chi non è iscritto deve cliccare su sign up, poco sopra il riquadro, e scrivere tutti i suoi dati scegliendo la formula che più gli conviene. Allora avrà accesso ai servizi passando per log in.
Ciao, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 06/05/09 a 12:36
Consideratoil monopolio mediatico incivile che regna in Italiettistan,i blog, credo, resistono abbastanza anche ai tentativi che l'incompetente retrogrado di turno prova a mettere in campo. E non faccio nomi per non farmi venire il voltastomaco.
Ma attenzione! La vulgata idiota corrente è cheiblog siano di sinistra o comunisti, fai tu. Quindi considerato che leggi oscurantiste,intolleranti ed infami stanno allegramente approvando in Parlamento a suon di fiducia, c'è da aspettarsi di tutto.
In ogni caso, credo che la netiquette di un blogger debba essere l'educazione, il rispetto e magari la chiarezza del ragionamento che propone. E già ce n'è davanzo.
luigi
Scritto da: Luigi | 06/05/09 a 14:18
Dragor è evidente che gli imbecilli preferiscono la dittatura mediatica.
Sotto video dell'ennesima dimostrazione di quanto il nostro paese sia sceso in basso con questo primo ministro:
http://it.video.yahoo.com/watch/5011193/13330682
Scritto da: matzudaira | 06/05/09 a 15:37
Gli imbecilli preferiscono la dittatura mediatica?E allora Matzudaira si acoomodi,e si legga tranquillamente REPUBBLICA.
Scritto da: stefano de santis | 06/05/09 a 16:05