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02/07/09

Commenti

bourbaki

aggiungerei una cosa, la clementi si può permettere di denunciare lo stato delle cose perché ha deciso di andarsene (e ti assicuro che nella maggior parte dei casi, almeno delle persone che conosco io, ce se ne va via sempre con molta amarezza); se vuoi rimanere e continuare a fare il tuo lavoro devi startene zitto.

castalia

Bourbaki, ma ne vale veramente la pena di restare in Italia a fare il proprio lavoro? Tra mille problemi e ingiustizie? Ma soprattutto, perchè TUTTI quelli che se ne vanno non fanno una cosa simile? Darebbe sicuramente visibilità e permetterebbe alle persone di avere un'idea più precisa della dimensione di questo fenomeno.

Se io fossi una ricercatrice e avessi la possibilità di andarmene lo farei.
Purtroppo a quanto pare in Italia non si è più in grado di lottare per qualcosa (o contro qualcosa). Peccato, siamo diventati un popolo di sfiaccati e si che ce ne sarebbero di cose da migliorare :(

matzudaira

Castalia, un popolo di ignoranti e divertiti....

bourbaki

guarda castalia, io qui ho una certa indipendenza, qualche finanziamento mio - cosa minima, ma che mi assicura una certa libertà, anche solo nel permettermi di comprare pc etc. Allora provo a stare a galla finché dura - non sono nel giro dei baroni che decidono chi mettere dove - perché poi non si vive di solo lavoro, c'è anche tutto il resto.
bourbaki

bourbaki

ho dimenticato di rispondere perché quelli che se ne vanno non dicono niente.
in genere per mantenere buoni rapporti, che poi vuol dire continuare collaborazioni di ricerca. perché certe cose non sono gradite, non solo dai diretti interessati

marianna

Carissimo Dragor, hai fatto bene ad evidenziare la fuga di Rita Clementi, esponendo le motivazioni dell'andare che lei stessa ha così bene esplicitato.
Il danno in questi ambiti delle scienze è enorme per il bene del nostro Paese.
Eppure nessuno fa niente.Veramente niente.
Un'altra tessera del puzzle della decadenza verso cui siamo inesorabilmente avviati.
Tristezza profonda e impotenza,purtroppo.
Un abbraccio affettuoso come sempre e tanta stima.
Marianna

Andrea

Frequentavo luoghi dove si fa ricerca tecnologica privata con forti finanziamenti pubblici, non è l'Università, ma ci sono molte lacune. Le persone in quel ambiente che più stimo sentonono, come Marianna, "tristezza profonda ed impotenza".

dragor

Bourbaki, secondo Clementi non puoi fare il tuo lavoro nemmeno stando zitto. E' per questo che se ne va, cosi' potrà fare entrambe le cose: lavorare e parlare. Certo, ogni caso ha le sue particolarità e qualcuno, come confermi, riesce a ritagliarsi il suo spazio
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Castalia, la ricerca trascende le nazioni, la scienza ha una vocazione universale. Un ricercatore ha il diritto-dovere di mettersi nella miglior condizione per ricercare. L'Italia offre la peggiore, ecco il problema.
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Marianna, se la partenza di Clementi servisse a qualcosa, sarebbe la benvenuta. Un sasso gettato nello stagno. Ma ho l'impressione che l'università italiana assomigli alla Sicilia del Gattopardo, dove tutto cambia perché non cambi niente
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Andrea, per fare una buona ricerca (come per tutto) bisognerebbe sentirsi allegri e onnipotenti. Il punto di partenza delle persone di quell'ambiente è un po' deprimente
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Grazie a tutti per la visita e i commenti, buona giornata, a presto

dragor (journal intime)

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