MI FA MALE vedere il Centro Culturale Francese di Kigali cadere in rovina. Non riesco a concepire una citta` africana senza un centro culturale francese. Per anni ho frequentato quello di Bujumbura e so che cosa significa per la vita di una citta`. I centri culturali francesi sono delle formidabili macchine per la cultura, dei Beaubourg in miniatura, dei centri multimediatici e polivalenti con biblioteca, videoteca, fonoteca, sala per spettacoli e conferenze, cinema, galleria d`arte aperta agli artisti locali. Certo, non si fa niente per niente. I centri culturali servono ad accrescere l`influenza della Francia nell`ambito della famosa francofonia che nel sogno di Mitterrand doveva emulare il Commonwealth. Ma riconoscerete che accrescere la propria influenza esportando cultura non e` come accrescerla esportando guerre come fa l`America o preti come fa l`Italia. Si`, la Francia esporta anche militari che di solito si coprono di vergogna come in Rwanda dove hanno sostenuto le forze genocidarie partecipando in certi casi ai massacri e violentando le donne (ho i testimoni), ma questa e` un`altra storia di cui parlero` nei prossimi giorni.
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Ecco il Centro Culturale Francese abbandonato. E` considerato un luogo "caldo" perche` le manifestazioni antifrancesi si svolgono di preferenza qui e davanti all`ex ambasciata. I militari di guardia hanno detto che le foto sono proibite, ma per fermare Dragor non basta un esercito (cliccare per ingrandire)
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IL CENTRO CULTURALE FRANCESE di Kigali (ribattezzato per correttezza politica Centro di Scambio Culturale Franco-Rwandese) e` stato sgombrato il 27 novembre 2006 in seguito alla rottura delle relazioni diplomatiche fra il Rwanda e la Francia. Per reagire alle accuse di corresponsabilita` nel genocidio, la Francia nella persona del giudice Bruguière aveva accusato il presidente rwandese Paul Kagame di avere organizzato lui stesso il genocidio. Ma l’accusa e` miseramente crollata e il Rwanda non soltanto ha rotto le relazioni diplomatiche ma ha cominciato la de-francizzazione del paese che si e` conclusa proprio in questi giorni con l`abolizione dell`insegnamento del francese nelle scuole dalle primarie all`universita`. Il francese e` la lingua dei colonialisti, l`inglese la lingua del futuro. Ovviamente sono stati chiusi anche gli altri centri con i quail la Francia cercava d`imporre la sua influenza: la scuola St-Exupéry, l`Ambasciata, Radio-France Internationale. 64 persone si sono trovate disoccupate. I 17 francesi sono tornati in Francia, I 47 rwandesi sono rimasti in Rwanda a sperare in un`improbabile schiarita che gli restitiusca lo stipendio. “E mi pagavano pure la tredicesima”, sospira il mio amico Denis, ex dipendente dell`ambasciata.
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Un`altra veduta del Centro abbandonato
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IN OGNI CASO puo` considerarsi fortunato. Nel 1994, quando l’ambasciata, il centro culturale e la scuola sono state evacuati a causa della guerra, i militari francesi si sono rifiutati di portare in salvo il personale tutsI, minacciato dalle milizie Interahamwe e dall`esercito governativo. Sono stati massacrati tutti. Nessun superstite. Ecco come i militari riescono a distruggere quello che i centri culturali cercano di costruire.
Dragor
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Carissimo Dragor, se questi due tuoi post non vanno in HP, è inutile continuare a scrivere di Africa sui blog de La Stampa!
Li trovo superlativi per ragioni diverse.
Mi hanno calato davvero a Kigali vicino a voi.
Mi spiace per la malaria ma purtroppo la prevedevo.
Torno più tardi(la solita maledetta fretta).
Per ora un abbraccio a te a tutti gli altri e buon pranzo.
Affettuosamente,Marianna.
Scritto da: marianna | 19/10/09 a 13:58
Triste. Gli rwandesi sono degli imbecilli (il governo). Non si privano solo della lingua dei colonialisti o dei militari. ma anche della lingua di Montaigne, Voltaire...la lingua francese non è colpevole del uso che ne hanno fatto i colonialisti. Non è colpa del francese (una lingua è neutrale). La lingua francese non appartiene più alla francia da tempo. C'è tanta gente nel mondo che ha il francese come lingua materna (senza essere di nazionalità francese). Quindi i rwandesi si privano anche degli scrittori di lingua francese : Senghor, Cossery...ecc...
In ogni caso, la francia non poteva lottare. Dietro la foto della "salle polyvalente in rovina. Si vede il nuovo centro culturale della lingua del futuro. Si puo leggere : "CHEERS TO GREAT BEERS AND MUSIC"
Alex
Scritto da: Alex | 19/10/09 a 18:00
i tuoi post sono molto belli e interessanti, caro Dragor: trasmetti informazioni di prima mano, testimonianze dirette su cos'è oggi l'Africa, come siamo visti laggiù noi europei. E' una sensazione di straniamento che ho provato anch'io nei miei, sia pur brevi, viaggi nel Vicino Oriente: i fatti assumono un aspetto diverso, i punti di vista si capovolgono, ci si ritrova diversi da come si era partiti.
Bonne soirée.
Pim
Scritto da: Pim | 19/10/09 a 19:24
Comme il est triste de voir cela, dommage d'abandonner la langue française si riche, sa belle littérature, je suis vraiment d'accord avec ce que dis Alex.
Dragor je vous ai un peu abandonné mais j'étais à Paris et je rentre seulement aujourd'hui mais je ne vous ai pas oublié. Amitiés. Eliane
Scritto da: Eliane Micheluzzi | 19/10/09 a 21:19
Cara Marianna, come diceva Pascal (un altro che non ci andava mai), la HP a ses raisons que la raison ne connait pas. Non ci resta che inchinarci al mistero. La malaria e finita. A presto
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Alex, la tua ironia e` pungente come sempre e colpisce nel segno. Anche a me sembra di vedere orge britanniche al posto di Voltaire e Montaigne. Speriamo che gli inglesi si ricordino di non avere soltanto la birra ma anche Shakespeare. Si` la lingua e la cultura francesi sono un patrimonio mondiale. E` molto riduttivo associarle soltanto al colonialismo. Purtroppo le nuove generazioni rwandesi non conosceranno Senghor oppure dovranno leggerselo tradotto in inglese
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E` vero Pim, la distanza cambia i punti di vista e le proporzioni. La realta` locale prevale su quella europea, che appare lontana e sfumata. Conosco bene questo fenomenono, avendo abitato per anni a Bujumbura quando non c`erano internet e la TV, e l`unica informazione era quella del boy di ritorno dal mercato
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Bonjour Eliane. Outre a expulser Voltaire et Montaigne, l`abandon de la langue francaise a cree la pagaille dans les ecoles. Les enseignants on du se reconvertir en catastrophe a l`anglais et desormais enseignent dans un charabia franco-anglo-kinyarwandais totalement
incomprehensible
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Grazie per la visita, un abbraccio a tutti, a presto
dragor (journal intime)
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Scritto da: dragor | 20/10/09 a 10:20
Eccomi di nuovo!
Sono d'accordo con Alex quando sostiene che è stata una cosa grave distruggere il Centro Culturale Francese perché,colonialismo a parte, la cultura e la sua lingua francese costituivano e costituiscono un "valore" anche per i non francesi.
Personalmente quando ho conosciuto africani impegnati culturalmente, tutti dell'area francofona, all'istante ho pensato che era bellissimo vedere cosa fosse riuscita a realizzare nel tempo la Francia nelle sue colonie.
Sicuramente a Kigali e nel Rwanda, nonostante i tragici avvenimenti imputabili anche alla Francia quanto a responsabilità,mi auguro ci siano persone ancora capaci di apprezzare la lingua e la cultura francese.
Diversamente è sempre un qualcosa in meno e non in più di cui ci si priva.
Non è giusto confondere le due cose.
Anche se, emotivamente e nelle circostanze specifiche, è più che comprensibile.
Un abbraccio affettuosissimo.
Marianna
Scritto da: marianna | 20/10/09 a 13:25
E' sempre un cattgivo segno quando per l'inimicizia o cattivi rapporti tra stati si elimina anche ciò che è buono. Succede sempre.
luigi
Scritto da: gobettiano | 22/10/09 a 22:22
MCara Marianna, purtroppo non vedo un futuro per la cultura francese in Rwanda. I professori francofoni hanno dovuto imparare l`inglese con il risultato che adesso non li capisce piu` nessuno. Gli ex rifugiati anglofoni, fra i quali c`e` anche Kagame, hanno preso il sopravvento e dettano legge. Chi apprezza la cultura francese puo` farlo in privato. In pubblico rischia di essere impopolare. Io stesso ho rinunciato al francese, tranne che in famiglia.
Un abbraccio, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 23/10/09 a 11:49
E` vero Luigi, hanno gettato il neonato con l`acqua sporca. Un neonato che aveva la faccia di Voltaire
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 23/10/09 a 11:58
ottima notizia
Scritto da: drgr fk u | 27/10/09 a 22:00