Pur essendo un paese di tradizione francofona, il Rwanda è diventato ufficialmente il 54° membro del Commonwealth, l’organizzazione che riunisce in maggioranza le ex colonie britanniche. E’ una grande vittoria per il presidente Paul Kagame, che dal 2003 cercava di convincere la famiglia anglofona ad accogliere il Rwanda fra le sue braccia. Il principio di adesione era stato accettato due anni fa, ma l’accanito dibattito fra i sostenitori e gli avversari dell’entrata del Rwanda aveva ritardato la pratica.
Con l’ingresso Nel Commonwealth, il Rwanda volta definitivamente le spalle alla francofonia. Così amata da François Mitterrand che avrebbe voluto copiare gli inglesi riunendo attorno alla Francia tutti i paesi di tradizione francofona, per il Rwanda la francofonia significa il periodo coloniale, l’amministrazione belga, l’interferenza della Chiesa cattolica nella politica del paese, la sanguinaria dittatura di Grégoire Kaybanda dal 1961 al 1973 e in seguito quella di Juvénal Habyarimana sfociata nel terribile genocidio del 1994 con oltre un milione di morti in maggioranza dei etnia tutsi. Significa l’ancien régime, un passato doloroso, e non per caso l’uso del francese è stato soppresso l’anno scorso a vantaggio dell’inglese in tutte le scuole dalle elementari all’università.
Anche se non lo si dice ufficialmente, l’ingresso del Rwanda nella comunità diretta da Her Most Gracious Majesty Queen Elizabeth II ha il carattere di uno schiaffo alla Francia. A quella Francia che ha sostenuto il regime genocidario, ne ha equipaggiato l’esercito e in molti casi ha partecipato attivamente al genocidio. A quella Francia che 3 anni fa, per vendicarsi delle accuse, nella persona del giudice Bruguière e per ordine di Jacques Chirac incriminava Paul Kagame e 9 membri della sua famiglia per l’attentato al presidente Habyarimana quel fatale 6 aprile del 1994, un’accusa successivamente crollata per la ritrattazione dei principali testimoni ma sufficiente a provocare la rottura delle relazioni diplomatiche fra la Francia e il Rwanda. Ha il significato di un messaggio lanciato a tutti coloro (la Francia, la diaspora hutu in esilio, la chiesa) che cercano di squalificare il regime attuale senza tenere conto delle sue oggettive difficoltà per realizzare un regime democratico in un paese dove la maggioranza degli abitanti crede che la democrazia non sia l’uguaglianza dei cittadini ma la dittatura di un’etnia sull’altra. In un paese, l’unico al mondo, dove i parenti delle vittime sono costretti a vivere accanto agli assassini, perché gli assassini sono troppo numerosi per giudicarli tutti. Commonwealth significa solidarietà fra gli Stati membri, aiuto reciproco per lo sviluppo economico e scientifico, cooperazione per l’insegnamento scolastico e per l’amministrazione della giustizia, rispetto dell’indipendenza di ciascun membro. E per gli amanti delle cerimonie, la visita periodica della regina o di un altro membro della famiglia reale.
E a questo punto, colpo di scena. Vedendosi scappare il Rwanda nell’orbita della perfida Albione, la Francia spedisce Kouchner con un ramoscello d’olivo. Paul Kagame decide di accettarlo, entrambi scivolano via sugli argomenti più scottanti e alla fine dei colloqui ecco ristabilite le relazioni diplomatiche rotte nel 2006! Certo, la Francia è dovuta andare a Canossa, ma che cosa non si farebbe per tenere un piede in Africa centrale a 2 passi da una delle più ricche regioni minerarie della terra?
Dragor
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Muzungu, non hai dimenticato qualcosa ? Commonwealth significa ugualmente elezioni libere. Anche Kagame comincia a parlare di perfida albiona...
English lesson 1 : shoot oneself in the foot
The Commonwealth will send a monitoring team to Rwanda's August presidential election in which incumbent Paul Kagame is likely to seek a second seven-year term, authorities said...New York-based watchdog Human Rights Watch described it as peaceful but marred by "serious irregularities."...Rwanda is formally a multiparty democracy but in practice analysts say the real power LIES in the HANDS of Kagame (source reuters Kigali)
Alex
Scritto da: Alex | 25/01/10 a 09:52
Caro Alex, non ho dimenticato niente ma in un solo post non si puo' parlare di tutto. So bene come il regime di Kagame sia criticato da Human Rights Watch e altre organizzazioni. Domani parlero' dell'avversaria del FPR alle elezioni del prossimo agosto.
Grazie per la segnalazione, a presto, buon lunedi'
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 25/01/10 a 10:30
Ma a parte lo schiaffo morale alla Francia, quali sono i vantaggi di questa adesione? Te lo chiedo perché so che molti paesi vorrebbero andarsene, dal Commonwealth…
Scritto da: Alberto | 25/01/10 a 12:50
Ti punzecchiavo ! Secondo me, l'ingresso del Rwanda nel Commonwealth è un disastro. Ovviamente, non parlo di un punto di vista francese. Non parlo neanche per la maggioranza contadina che continuerà a parlare kinirwandese. Invece, per quanto riguarda l'insegnamento scolastico non c'è niente da rallegrarsi ! Ormai, i docenti devono dare un insegnamento in inglese, il fatto che non conoscono questa lingua sembra un dettaglio...(imaginiamo in Italia : da domani, i corsi si faranno in inglese !). Kagame sta sacrificando una o due generazioni di scolari per dare uno schiaffo alla Francia. E un prezzo troppo alto da pagare per questo paese.
Alex
Scritto da: Alex | 25/01/10 a 12:52
Alberto, i vantaggi sono quelli elencati nel post: cooperazione in materia di economia, scienza, scuola, giustizia e sviluppo. In ogni caso nessuno è obbligato a rimanere.
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Alex, in un post scritto in Rwanda avevo parlato dei problemi creati da questo precipitoso passaggio dal francese all'inglese. Nelle scuole mancano gli insegnanti anglofoni e alla fine l'insegnamento viene impartito in un micuglio di francese, inglese e kinyarwanda che noessuno capisce. Aderire al Commonwealth non significa necessariamente l'esclusione del francese, che potrebbe essere conservato come seconda lingua straniera. Forse il riavvicinamento fra la Francia e il Rwanda cambierà le cose.
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Grazie per la visita e i commenti, buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 25/01/10 a 13:52
Carissimo Dragor, tardi arrivo ma arrivo.
Personalmente anch'io leggo molto positivamente l'adesione del Rwanda al Commonwealth, specie per quel che riguarda l'apprendimento delle discipline tecnologiche, degli studi scientifici in generale oltre che di eventuali vantaggi, in termini strettamente economici, relativi agli scambi commerciali.
Sul piano culturale, accanto a matematica ed informatica, per i ruandesi occorre a mio avviso lasciare intatta quella tradizione umanistica che la Francia recentemente ma anche il Belgio e la Germania in passato, come Europa continentale, hanno dato e possono continuare a dare.
Comprendo il fattaccio politico e l'avversione verso i francesi ma le cose vanno fatte sempre mediando.
Virtus in media re stat...dicevano i latini.
E qualcuno dovrebbe consigliarlo a Kagame.
Insomma nelle scuole e nella vita entrambe le lingue europee.
La lingua naturale va comunque conosciuta e valorizzata sempre, perché importante storicamente sotto il profilo della civiltà e delle radici autoctone.
Ti auguro una notte serena e ti comunico che piove da stamane ininterrottamente, per cui i collegamenti via web sono a saltelloni.
Un abbraccio affettuoso.
Marianna
Scritto da: marianna | 25/01/10 a 22:28
Cara Marianna, anch'io sono d'accordo per non troncare definitivamente con la tradizione francofona e lo dico anche nel mio interesse, perché mi piacerebbe avere a Kigali un Centro Culturale Francese che funziona. Per quanto si possa parlare male della Françafrique, nessun paese come la Francia sa gettare un ponte fra le culture, valorizzando sia la propria che la cultura del posto. Posso affermarlo per esperienza diretta, avendo seguito per anni l'attività del CCF di Bujumbura e avendo partecipato attivamente. Il governo rwandese dovrebbe capire che la cultura e la politica sono due cose diverse. E ovviamente dovrebbero capirlo anche i responsabili del Centro.
Ci mancava anche la pioggia! Un abbraccio anche a te, buona giornata, a presto su Jambo Africa
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 26/01/10 a 07:12