No, la teoria dell’evoluzione non puo’ rispondere a tutto ed è una fortuna, altrimenti sarebbe una religione e non una scienza. Un argomento controverso è la differenza di dimensione fra i sessi umani. Non sto parlando degli organi genitali ma delle persone: perché le donne sono più piccole degli uomini?
Secondo l’evoluzione le donne avrebbero ogni interesse a essere altrettanto grandi, perché il passaggio della testa del bambino nel bacino è delicato e pericoloso. Perché sono più piccole, allora? Possiamo solamente fare delle ipotesi, di cui la più plausibile sembra: gli uomini mangiavano di più. Come dire che, andando a caccia, quegli sconsiderati ne approfittavano per papparsi la maggior parte della preda e lasciavano alle loro povere compagne soltanto gli avanzi. Ma oggi che la spesa ha sostituito la caccia, le donne mangiano come gli uomini e magari anche di più, pero’ sono ancora più piccole. La differenza di statura finirà per scomparire? Sarko e Carla prefigurano l’evoluzione del genere umano?
Un altro mistero è l’orgasmo femminile. Perché esiste ancora? Non essendo indispensabile per la riproduzione (a differenza di quello maschile), l’orgasmo femminile avrebbe potuto scomparire, impietosamente eliminato dalla selezione naturale. Anzi, non sarebbe nemmeno dovuto esistere. Di solito le leggi della natura non contemplano il piacere fine a se stesso. La ricercatrice Elisabeth Lloyd ha studiato una ventina d’ipotesi che dovrebbero spiegarlo: consolidazione dei vincoli affettivi, facilitazione dell’ovulazione, ritenzione dello sperma e cosi’ via. Finalmente arriva a questa conclusione: il piacere femminile “non ha una spiegazione evoluzionista” e “non sarebbe altro che “un sottoprodotto dello sviluppo parallelo degli embrioni maschi e femmine” nelle prime settimane di vita, più o meno come i capezzoli degli uomini. Cosi’, quando ci facciamo in 4 per procurare un orgasmo alla nostra compagna e lei in cambio ci stimola gentilmente i capezzoli, approfittiamo al meglio di questi sottoprodotti. Non devono essere poi cosi’ inutili, se la natura ha deciso di lasciarceli.
Dragor
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Giusto, sono d'accordo!
Ciao, buona Befana :))))
Scritto da: Amanda | 06/01/10 a 11:05
il piacere femminile “non ha una spiegazione evoluzionista” direi di si. Purtroppo, Elisabeth Lloyd (frustrata) non ha ancora incontrato un Darwin sotto viagra. Se la tua moglie non conoscesse l'orgasmo, vederti mantenere l'erezione per ore le sarebbe insopportabile. Ti amazzerebbe e l'industria farmaceutica crollerebbe.
Alex
Scritto da: Alex | 06/01/10 a 11:15
Perché sottilizzare su questi argomenti?
Non credo molto ad un certo tipo di spiegazioni scientifiche.
Io ritengo che, con il compagno o la compagna giusti, se c'è amore autentico e si sa fare un buon uso del proprio corpo, tutto procede a meraviglia.
Quando questo non c'è, cominciamo ad interrogarci.
Quanto alla statura delle donne anche qui non vedo problema.
Il corpo della femmina è molto più elastico di quello del maschio, se facciamo riferimento all'atto del partorire.
Anche se si tratta di una piccola donna.
Proprio perché la donna mette al mondo la prole.
Anche se non sono proprio comunissime, di coppie come quella di Sarko e Carla ce ne sono abbastanza.
Da noi si dice che rappresentano l'articolo "il": lui basso, lei alta.
Un abbraccio e buon proseguimento di serata.
Marianna
Scritto da: marianna | 06/01/10 a 21:58
Grazie cara Amanda, anche a te :-)))
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Alex, se fosse per me, sarebbe già crollata da un pezzo :-)
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Cara Marianna, i nostri rapporti sessuali hanno risvolti psicologici, non si limitano certamente alla sfera fisica. Non per niente per gli umani esiste l'amore. Ma siccome sono curiosi per natura, gli umani vogliono sapere perché per celebrarlo sopravvivono cose non finalizzate alla riproduzione. Non sarebbe bello sapere che per la natura l'amore è una variabile indipendente?
Quanto alla statura delle donne,se devo essere sincero, il problema non lo vedo nemmeno io. Mi basta guardare mia suocera...
Un abbraccio, a presto
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Grazie a tutti per la visita e i commenti, buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 07/01/10 a 08:48
Pensiero personale:
Il piacere femminile non avrà forse una spiegazione evolutiva è un ripetuto tesoro e l'uomo il culto del sesso della donna perchè semplicemente non lo ha e lo vorrebbe per sapere cosa sente.
Scritto da: monella | 07/01/10 a 14:24
Non credo che l'elemento trattato al terzo paragrafo sia del tutto inutile ai fini della pepetuazione della specie. Infatti, se non avessero un minimo di gratificazione, perchè le donne (specialmente quelle economicamente autonome e indipendenti) dovrebbero prestarsi e collaborare alla riproduzione e, soprattutto, sopportare una, a volte, ingombrante presenza maschile tra i piedi?
Tesea
Scritto da: Tesea | 07/01/10 a 15:53
Infatti, Monella, c'è una quantità di uomini che cambia sesso per sapere che ccosa sentono le donne
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Tesea, visto che nessuno fa niente per niente, occorreva chiaramente un bonus per convincere le donne a prestarsi alla riproduzione, visto che poi spetta a loro la parte più sgradevole. Quello che dici è giustissimo. E' strano che Elisabeth Lloyd non sia arrivata alla stessa conclusione
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Grazie a tutti per la visita e i commenti, buona serata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 07/01/10 a 18:16
Questo è un brano tratto dal libro:
“LA SCIMMIA CHE SIAMO – Il passato e il futuro della natura umana”, di Frans de Waal.
Titolo originale dell’opera:
“Our Inner Ape” (2005).
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In Totem e tabù, Sigmund Freud immaginava che la nostra storia cominciasse con quella che chiamava “l’orda primitiva di Darwin”. Un padre geloso e violento teneva tutte le donne per sé, scacciando i suoi figli appena diventavano grandi, e questo scatenò una rivolta contro la sua autorità. I figli si allearono per uccidere il padre, dopo di che lo divorarono, si cibarono di lui sia in senso letterale sia metaforico, interiorizzando la sua forza e la sua identità. Durante il suo regno l’avevano detestato, ma in seguito alla sua morte riuscirono finalmente a riconoscere anche l’affetto che avevano nutrito per lui e pertanto provarono rimorso, a cui seguì un’ammirazione eccessiva, e da ultimo la comparsa dell’idea di dio:”In fondo, il dio non è altro che un padre di un ordine più elevato” concludeva Freud. Le religioni tendono a presentare le morali sessuali come date da dio e così facendo richiamano alla mente l’immagine di un maschio alfa ancestrale che, secondo Freud, ha sempre mantenuto una salda presa sulla nostra psiche. E’ l’affascinante idea che gli antichi modelli di competizione sessuale siano perpetuati dalle religioni senza che noi ce ne rendiamo conto. Ma questi modelli hanno resistito anche nella vita reale. Gli antropologi ci hanno fornito ampie prove che gli uomini potenti controllano un maggior numero di donne e hanno più figli. Un esempio sbalorditivo ci viene offerto da una recente ricerca genetica nei paesi dell’Asia centrale. Lo studio riguardava il cromosoma Y, che si trova solo nei maschi. Tra gli uomini asiatici non meno dell’8 per cento ha dei cromosomi Y virtualmente uguali, facendo pensare così a un unico progenitore per tutti loro. Quest’uomo ha avuto così tanti figli che si calcola che ora abbia 16 milioni di discendenti maschi. Poiché è stato determinato che questo grande inseminatore è vissuto circa mille anni fa, gli scienziati hanno scelto Gengis Khan come il candidato più probabile. Khan, i suoi figli e i suoi nipoti controllavano il più grande impero della storia del mondo e i loro eserciti sterminarono intere popolazioni. Le donne giovani e belle non erano comunque destinate alle truppe: venivano portate dal dominatore mongolo in persona. Negli uomini potenti rimane la tendenza a pretendere una fetta sproporzionata della torta riproduttiva. Ma la rozza rivalità maschile è stata sostituita da un sistema in cui potenzialmente ogni maschio ha una sua propria famiglia e l’intera comunità sancisce e rispetta il legame con la sua compagna. Che questo accordo duri fra di noi da un bel pezzo è indicato sia dalla differenza di dimensioni che c’è tra uomini e donne sia, per quanto sembri strano, dalle dimensioni dei nostri testicoli. Ci sono duecento specie di primati e quelle in cui un unico maschio monopolizza molteplici femmine sono quelle in cui i maschi hanno dimensioni di gran lunga più grandi delle femmine. L’orda primitiva di Freud ricorda molto l’harem di un gorilla, con il temibile padre che è grande due volte le sue tante compagne. Paradossalmente, comunque, più il maschio di una specie è dominante, più piccoli sono i suoi testicoli; per esempio quelli di un gorilla pesano estremamente poco rispetto alle dimensioni complessive del suo corpo. E la cosa ha senso, perché nessun altro maschio si avvicina alle femmine di un maschio dominante. Essendo lui l’unico che le feconda, bastano piccole quantità di sperma. Questo contrasta con gli scimpanzé e i bonobo, entrambi promiscui, tra i quali molti maschi si contendono la stessa femmina: se una femmina si accoppia con parecchi maschi nello stesso giorno, gli spermatozoi di tutti i suoi amanti saranno in corsa verso l’ovulo. Questo fatto è conosciuto come la competizione degli spermatozoi: il maschio il cui sperma è più abbondante e più sano vince. In questo caso, non è necessario che i maschi siano possenti e con pesanti armi di offesa come i grandi proprietari di harem del regno animale, i trichechi, i gorilla, i cervi e i leoni. Quando gli animali dipendono dalla competizione degli spermatozoi, le femmine non sono molto più piccole dei maschi. Le femmine degli scimpanzé pesano circa l’80 per cento di quanto pesino i loro corrispettivi maschili, e nei bonobo e negli umani la differenza di dimensioni tra i sessi è addirittura poco inferiore. Tutte e tre le specie, ma in particolare le ultime due, mostrano segni di una competizione maschile ridotta. Comunque c’è una differenza importante: sia gli scimpanzé sia i bonobo sono ben più promiscui di quanto non lo siamo noi. I nostri testicoli stanno a testimoniarlo: sono semplici noccioline in confronto alle noci di cocco delle grandi antropomorfe nostre parenti. In rapporto alle dimensioni del corpo, i testicoli dello scimpanzé sono circa dieci volte più grandi di quelli dell’uomo. I testicoli del bonobo non sono stati misurati precisamente, ma sembrano più grandi di quelli degli scimpanzé, anche se il corpo dei bonobo ha più piccole dimensioni. Quindi anche rispetto a questo, i campioni sembrano essere i bonobo. La scienza ha versato più inchiostro sulle dimensioni del nostro cervello che su quelle delle nostre palle, eppure, nel più ampio schema di comportamento animale, i confronti tra genitali sono estremamente istruttivi. Ci indicano che nell’uomo si combinano due elementi che non si trovano abbinati in nessuno dei nostri parenti stretti: una società plurimaschile e con un basso livello di competizione degli spermatozoi. A dispetto della storia di Gengis Khan – che riguarda essenzialmente la competizione di un maschio per le femmine esterne al proprio gruppo – i nostri piccoli testicoli stanno a indicare che i nostri antenati, perlopiù, non correvano tutti dietro alle stesse femmine. Qualcosa deve averli trattenuti dalla promiscuità diffusa e deve averli sviati in modo radicale dall’aperta competizione per l’accoppiamento che vige tra scimpanzé e bonobo: questo “qualcosa” è senza dubbio la famiglia nucleare, o come minimo l’esistenza di legami di coppia stabili di tipo eterosessuale. La nostra anatomia racconta una storia d’amore e di unione tra i sessi che va indietro nel tempo di un bel pezzo, forse proprio agli inizi della nostra stirpe. Questo è confermato dai fossili di Australopithecus la cui leggera differenza di dimensioni tra maschi e femmine suggerisce implicitamente una società monogamica.
Nonostante questa eredità, gli effetti della dominanza e del privilegio maschile restano presenti all’interno della nostra società, non solo nella misura in cui certi uomini rivendicano più partner sessuali di altri, ma anche per quanto riguarda il modo di trattare le donne. Quando i maschi dominano, hanno dei sistemi per estorcere il sesso: lo “stupro” tra gli umani e l’”accoppiamento forzato” tra gli animali. Fatemi aggiungere subito, però, che il fatto che si verifichi un comportamento simile non significa che sia dettato biologicamente. Un recente libro in cui si afferma che lo stupro è naturale, ha suscitato un pandemonio incredibile, essenzialmente perché è stato inteso come un tentativo di giustificare questo comportamento. L’idea derivava originariamente dalle ricerche sugli insetti, tra cui alcune specie hanno delle caratteristiche anatomiche, una sorta di morsa, di cui i maschi si servono per costringere le femmine al sesso. Ovviamente agli uomini manca questa caratteristica e, anche se la psicologia che è implicita nello stupro (come la predisposizione alla violenza o la mancanza di empatia) può benissimo avere un aspetto genetico, pensare che lo stupro sia inscritto nel nostro codice è come presumere che delle persone siano nate predisposte a dar fuoco alle case o a scrivere libri.
La specie umana è programmata in maniera troppo imprecisa perché un comportamento così altamente specifico possa considerarsi genetico. Tanto nel caso dell’uomo quanto in quello delle grandi antropomorfe, è meglio guardare al rapporto forzato come a un’opzione disponibile per ogni maschio che desideri una femmina e che sia in grado di dominarla. Per i maschi bonobo quest’opzione non c’è perché le femmine sono dominanti, per cui non ricorrono mai a nulla di simile neanche lontanamente. Gli scimpanzé maschi però sono diversi, e costringere le femmine al sesso per loro non è da escludere.
Frans de Waal
Scritto da: Marco | 08/01/10 a 01:20
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Possiamo solamente fare delle ipotesi, di cui la più plausibile sembra: gli uomini mangiavano di più. Come dire che, andando a caccia, quegli sconsiderati ne approfittavano per papparsi la maggior parte della preda e lasciavano alle loro povere compagne soltanto gli avanzi"
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Perdonami, ma questa è una tesi molto banale, per non dire senza senso.
Scritto da: Marco | 08/01/10 a 01:23
Come uomini abbiamo il grande privilegio di poter aprezzare al meglio tutte le caratteristiche femminili e ringrazio l'onnipotente per avermi dato questa stupenda opportunità.
Scritto da: Stefano Ramagnano | 09/01/10 a 19:27
Se la donna non provasse piacere, solo gli stupratori e i pazzi potrebbero accoppiarsi!
Scritto da: head | 10/01/10 a 05:35
L'evoluzione va ben oltre i termini di tempo che l'uomo civile ha avuto ed ha. Questo è l'elemento essenziale. Un organismo non si modifica visibilmente in 5.000 0 10.000 anni, ma in tempi ben più lunghi. Sono in gran parte d'accordo con Dragor sul fatto che la donna sia un mistero. Lo è per se stessa, prima ancora che per gli altri. Non solo la donna, ma quasi tutte le femmine degli animali sono più piccole. Perché? se fossero più grandi, essendo in generale altrettanto forti, non potrebbero essere prese come sono prese. Il caso umano è ovviamente più complicato perchè la donna si dà consapevolmente, ma restano in lei molti residui istintivi per cui vuole essere presa con una certa "energia", se non con violenza. Ma la donna, in generale, ama l'uomo energico, e deride l'uomo "timido" ed "educato", quello che ne chiede il consenso o l'aspetta. Tra istinti, sentimenti e ragione, l'essere umano (uomo e donna) è comunque un "monstrum naturae", simile insieme e quasi opposto ai restanti esseri viventi, qualcuno che non sa neppure spiegare, se non con vaghe ipotesi, il suo stesso essere psico-fisico .
Scritto da: Manlio Tummolo | 10/01/10 a 11:30
Marco, si', ma l'humour dove lo metti?
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Stefano, e noi atei chi dovremmo ringraziare? :-)
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Head, hai dimenticato i musulmani
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Manlio, come dire che, dopo secoli di evoluzione, le donne vanno ancora bastonate sulla testa e prese per i capelli... :-)
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Grazie a tutti per la visita e i commenti, buon lunedi', a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 11/01/10 a 08:57
Veramente Dragor io per onnipotente intendevo un'altra cosa.
Scritto da: Stefano Ramagnano | 12/01/10 a 22:21