SI PARLA SPESSO DELL'INTEGRAZIONE dei musulmani, riconoscendo che per integrarsi nella società occidentale devono rinunciare a gran parte della loro religione e giustamente temiamo la nascita di un’Eurabia nella quale l’islam diventi legge. Ma non si parla dell’integrazione dei cristiani, che pure praticano una religione originaria del Medio Oriente e cercano d’imporre la loro legge. Perché? Dopo una ventina di secoli spesso si trovano ancora in rotta di collisione con la nostra civiltà. La mancata integrazione deriva soprattutto da un fatto: come i musulmani, i cristiani si considerano depositari dell’unica verità possibile e non accettano l’idea di essere una delle tante sette dalle quali uno Stato deve mantenersi equidistante per assicurare la sopravvivenza di tutte. Così reclamano uno stato confessionale e si sentono defraudati quando se lo vedono negare. Nel corso dei secoli hanno disposto spesso del potere e come lo hanno usato? Con l’intolleranza in una civiltà che aveva fatto della tolleranza uno dei suoi cardini. L’impero romano era multiculturale e multireligioso, ma l’intolleranza è apparsa quando i cristiani hanno cominciato a combattere chi non condivideva alla lettera le loro idee, a partire dai loro stessi correligionari. La crudeltà di queste persecuzioni è pari soltanto alla futilità dei pretesti.
MENTRE SI SCANNAVANO A VICENDA e trucidavano i dissidenti, si dedicavano allo smantellamento sistematico della civiltà occidentale. In un impero fondato sulla potenza militare erano soldati recalcitranti che anteponevano la milizia di Cristo a quella di Cesare. L’imperatore cristiano Teodosio sopprimeva i Giochi Olimpici, un altro cardine della nostra civiltà, considerando peccaminoso il culto del corpo e dell’efficienza fisica. La donna, che nel mondo greco-romano godeva di una dignitosa posizione sociale, veniva considerata una sentina di vizi, discriminata e addirittura privata dell’anima (uno spirito senza il quale, secondo i cristiani, non si può aspirare alla dignità umana). Il papa Gregorio Magno proibiva la musica non religiosa e metteva al bando gli strumenti ritmici. I cristiani combattevano la scienza, la medicina e soprattutto la diffusione della cultura, rivendicando il monopolio dell’istruzione. L’uguaglianza sociale, il fine della democrazia greca e il perno della nostra civiltà, veniva osteggiata in favore di una visione gerarchica della società. La tortura veniva usata sistematicamente contro i dissidenti. I miti e i tabù del mondo arabo-giudaico diventavano legge in un Occidente trasformato in Palestopa (Palestina + Europa).
MA LA CIVILTA' OCCIDENTALE non era disposta a lasciarsi sopprimere e a partire dal Rinascimento cominciava a ricuperare il terreno perduto, contendendolo ai cristiani a prezzo di lotte sanguinose. Il bello che oggi, dopo avere cercato di affondare la nostra civiltà, i cristiani si pretendono membri fondatori e vorrebbero che nella Costituzione europea figurassero le “radici cristiane”. Dopo il danno, anche la beffa. Se prima cominciassero a integrarsi?
Dragor
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