HO PASSATO UNA PARTE della mia vita in Sud Tirolo. Puntando sull’accoppiata italiano-tedesco, i miei mi hanno messo in un collegio dalle parti di Brixen, in italiano Bressanone. Come ho imparato l’italiano, potete vederlo qui. Quanto al tedesco, ve lo risparmio. Ricordo il collegio, una specie di caserma asburgica con i tetti così spioventi da coprire 4 piani, interminabili file di finestrelle e lunghi corridoi bui che sapevano di cavolo bollito lungo i quali si aprivano camerate di 12 letti. Al pianterreno c’era una portineria con dentro un’ebrea polacca parzialmente scampata ad Auschwitz, nel senso che era arrivata con una gamba e un occhio di meno. La domenica ci portavano a Merano dove passeggiavamo sulla Tappeinerpromenade in mezzo a una quantità di gente vestita con loden, corpetti, grembiulini, maniche a sbuffo, calzoni di cuoio e piume di fagiano. Qualche volta ci facevano sedere sulla terrazza di un caffè per bere la cioccolata calda. Mi divertivo a guardare le decrepite coppie tedesche in loden e dirndl, che camminavano a passo di lumaca ma riuscivano a sembrare diritte anche quando erano piegate in due dall’artrite. Qualche altra volta ci imbarcavano su una teleferica che portava sulle montagne circostanti. Là passeggiavamo nei boschi, raccoglievamo mirtilli e finivamo per sederci a lunghe tavole di una fattoria dove graziose fanciulle bionde in dirndl ci servivano l’apfelstrudel con la panna. Altre volte il collegio invitava orchestre tirolesi. E’ là che sono diventato un fan del jodel.
ADESSO LEGGO CHE il presidente della giunta provinciale sudtirolese, Luis Durnwalder, rifiuta di far partecipare il Sud Tirolo ai festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia. Secondo me l’Italia se lo merita. Non ha capito niente della mentalità dei tirolesi. Se l’avesse capita, non avrebbe tradotto i nomi tedeschi in italiano. Non dimentichiamo che il Sud Tirolo è stato annesso con la forza, come Nizza alla Francia. Sapete come soffre un tirolese quando sente dire Bressanone, Ora, Bolzano per Brixen, Auer, Bozen? Provate a immaginare come vi sentireste se i tedeschi vi obbligassero a dire Florenz, Mailand, Rom e piantassero dappertutto cartelli con questi nomi. In Francia ci guardiamo bene dal tradurre in francese i nomi tedeschi delle regioni germanofone, anche quelli più complicati come Rorschwihr o Boesenbiesen. Vi immaginate se li traducessimo in Roviselle e Bonbisenne? Gli alsaziani ci darebbero un calcio nel didietro e chiederebbero l’annessione alla Germania. Fate una prova: rendete ai tirolesi i loro nomi, a cominciare da Süd Tirol invece di Alto Adige, e vedrete che i tirolesi parteciperanno in prima linea a tutti gli anniversari dell’unità d’Italia. Il multiculturalismo è anche questo.
Dragor
Mia madre è nata a Trento (da genitori piemontesi) e fino all'età di nove anni ha vissuto a Vipiteno (Sterzing, se preferisci): quindi di crucchi me ne intendo un po'... :-)
In effetti hai ragione. Da una parte il tentativo di italianizzare una regione che italiana non è mai stata. Dall'altro l'orgoglio dei sudtirolesi di appartenere solo a se stessi (neppure all'Austria). Altrettanto però si potrebbe dire della gente d'Istria (e di parte della Dalmazia) che parla praticamente veneto.
Credo però che certe rivendicazioni siano vagamente pretestuose. Il Trentino Alto Adige è una regione a statuto speciale e gode di benefici (storicamente ineccepibili, oggi francamente ingiusti) che (ad esempio) il Piemonte non ha.
Ciao Dragor, buona giornata.
Scritto da: Pim | 08/02/11 a 10:51
Molto equilibrata l'analisi di Pim.
Il tuo post è molto accattivante per lo stile e si legge piacevolmente, come sempre i tuoi scritti. Comprendo il disagio dei Sud-Tirolesi(un po' anch'io me ne intendo) ma la tua conclusione non la condivido.
Perché?
Perché io penso che, anche se lo facessimo, tra noi e loro non cambierebbe proprio niente.
E sinceramente non trovo affatto scandaloso che non gli interessino i festeggiamenti per l'unità d'Italia.
A loro non interessa l'Italia.E, ritengo, che alla maggior parte degli italiani non interessi il Sud-Tirolo.
Grazie, comunque, per la elegante prosa.
Buon pranzo.
Un abbraccio affettuoso.
A dopo.
Marianna
Scritto da: marianna06 | 08/02/11 a 13:50
Cher Dragor comme je connais un peu le nord de l'Italie et particulièrement le Tyrol mon père étant de cette région du Trentino Alto Adige et qui parlait couramment l'autrichien, je comprends tout à fait ton article je trouve en effet qu'il y a une vraie différence entre cette région et le reste de l'Italie, nous connaissons également cela avec l'Alsace, maintenant est-ce bien cela se discute ...toujours fort intéressant de te lire merci ...amitiès Eliane
Scritto da: Eliane Micheluzzi | 08/02/11 a 16:07
provo a dire anch'io la mia, come italiano che non se ne intende di sud tirolo essendo le mie origini tutte nel nord ovest.
Secondo me hanno ragione i sud tirolesi. Fanno bene a non voler festeggiare, del resto chi se ne importa dell'Italia.
Vi pare che la classe politica dia esempio di rispetto per il paese? E la votiamo noi, italiani! Siamo mai stati uniti su qualcosa? abbiamo mai combattutto tutti insieme (intendo il paese tutto unito) per una stessa causa? magari mi sfugge ma mi pare di no. Quando possiamo, non cerchiamo di fregare lo stato in tutte le maniere possibili? Le uniche cose che ci uniscono sono la lingua (che si è diffusa grazie alla televisione) e tutti i nostri vizi. Persino all'estero ormai ci vergogniamo a dire da che paese veniamo e il complimento più bello che ci possono fare è "ma davvero? non sembri un italiano..."
L'unico interesse che possiamo avere nella festa dei 150 anni è quel benedetto ponte (giovedì-venerdì-sabato) che ci vogliono persino negare!
PS dai dragor che vi è andata bene a Nizza a essere passati con la Francia ...
Scritto da: bourbaki | 08/02/11 a 16:10
Pim, il Piemonte si è annesso l'Italia, il Tirolo è stato annesso. Pensa che cosa farebbe il Piemonte al suo posto .
Ciao, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/02/11 a 09:52
Cara Marianna, credo anch'io che i tirolesi s'infischierebbero dell'Italia. Ma potrebbero festeggiare formalmente gli anniversari dell'unità in segno di apprezzamento per il rispetto della loro tradizione
Un abbraccio, buona giornata,a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/02/11 a 09:59
Chère Eliane, à propos de la langue,les Alsaciens parlent français (enfin, presque). Mais quand je demandais aux Tyroliens s'ils parlaient italien, ils repondaient "ja". Voici la différence: au Tyrol les non-germanophones sont des étrangers.
Bonne matinée, merci de ta visite
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/02/11 a 10:18
Caro Bourbaki, a Nizza la percezione degli italiani è un po' diversa, forse perché da soli costituiscono quasi la metà di tutto il turismo locale. Dire italiano è come dire Dio.Senza les Italiens l'economia oocale andrebbe a rotoli.
Ciao, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/02/11 a 10:25
Caro Dragor,
Per ricevere rispetto bisogna dare rispetto.
Ti capisco.
Io sono sardo, figlio di una terra che come la tua ha una lingua, una storia e una specificità culturale che nulla ha a che vedere con le tradizioni maggioritarie di questo paese.
La lingua sarda è riconosciuta come tale dai principali linguisti al pari del francese o dello spagnolo.
Ma caro Dragor, come voi siamo stati obbligati ad italianizzare i nostri nomi, e i nomi delle nostre citta; ma noi non abbiamo ne il bilinguismo, ne una rappresentanza speciale.
E' un problema che lentamante stiamo tentando di risolvere per restituire dignità alla nostra terra e a noi stessi.
Io credo però che la tolleranza che l'Italia repubblicana ha mostrato all'Alto Adige-Süd Tirol(più che ad altre autonomie locali), la massima autonomia, e un livello di rappresentanza parlamantare speciale debba essere riconosciuta.
Avete il bilinguismo, l'autonomia e la libertà di organizzarvi politicamante...non so cosa vi si possa concedere di più?
Abbiamo condiviso 150 anni in questo paese, nel bene e nel male.
Noi non siamo spagnoli e voi non siete austriaci: siamo figli di luoghi in cui più culture si uniscono, culture che chiedono il rispetto della loro dignità ma che sono capaci di aprirsi al resto dell'italia con coraggio.
Se vogliamo dignità e rispetto, dobbiamo dimostrare di voler partecipare da protagonisti alle sorti dell'Italia, al suo futuro.
Io i 150 anni li festeggio perche voglio che il resto dell'italia sappia che deve chiedere anche a me cosa voglio, deve tenermi in considerazione quando decide del futuro.
Scritto da: Zartal | 09/02/11 a 15:10
Volevo scrivere qualcosa di simile al quello che ha scritto Zartal, ma lui lo ha già scritto prima di me e meglio di me.
Grazie Zartal, a nome di tutti gli italiani.
Voglio aggiungere solo che l'italianizzazione forzata fu voluta dal regime fascista del secolo scorso, e che i fascisti di allora sono quasi tutti morti. Sarà ora di voltare pagina o vogliamo andare a rivangare anche l'invasione dei barbari?
Scritto da: Marcello Antonicelli | 09/02/11 a 21:16
Caro Zartal, non sono sudtirolese ma nizzardo, che è quasi la stessa cosa perché ci hanno annessi con la forza come i tirolesi. Pero' sono vissuto abbastanza in Sud Tirolo per capire che tutte le concessioni del mondo non compensano il tentativo di italianizzare quella regione. Non è italiana e non vuole esserlo. Nessuno si separa volentieri dalla propria cultura. Se i sardi sono ancora independentisti dopo tanti secoli, figuriamoci una regione che è stata annessa nel 1918.
Grazie per il tuo bel commento.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 10/02/11 a 14:12
Marcello, hai messo il dito sulla piaga. L'italianizzazione è stata voluta dai fascisti. Un regime democratico dovrebbe rispettare la differenza culturale, a partire dalla nomenclatura dei luoghi.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 10/02/11 a 14:15
Grazie a tutti per la vostra visita e per avere animato questo dibattito, buona giornata, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 10/02/11 a 14:16
sono un italo tedesco non posso condividere quello che dice il signor presidente alto atesino sono una minoranza di lingua tedesca se loro si sentono austriaci alla sa cosa wi dico andate in austria qui siamo in italia e basta ciedo scusa del mio italiano daß wars
Scritto da: peter buono | 11/02/11 a 20:06