La mia foto
Blog powered by Typepad
Iscritto da 03/2006

compt


provenienze

contatori

paperblog

REMEMBERING ADELE

  • ciaoadele

blogpoll

« Il peggior nemico dei palestinesi | Principale | Come mia suocera mi ha arredato la casa »

17/04/11

Commenti

Homing Pigeon

Non sono convinto che il perdono sia un sentimento connaturato nell'intimo dell'uomo.

Quando ti viene brutalmente strappato quanto hai di più caro, non c'è dettame religioso - salvo che uno abbia raggiunto l'insensibilità verso le umane cose propria di asceti e spiriti distaccati dalla realtà - che possa farlo affermare, così, a caldo, che sei pronto a perdonare.

Il tempo lenirà le ferite. Ma da lì a perdonare degli assassini che ti hanno rovinato la vita, ce ne passa di strada.

Ho sempre sostenuto che se qualcuno ammazzasse chi ho di più caro al mondo, non avrei pace finchè non lo mandassi sottoterra con le mie mani. Dovessi aspettarlo fuori di galera per trentanni. Non sono un buon cristiano? Mai stato capace di esserlo, nemmeno quando da piccolo, tutti in famiglia cercavano di far del loro meglio per farmici diventare.

Immagino quanto debba essere drammatico - e ipocrita - assistere alla campagna per il perdono obbligatorio, offerto ai Rwandesi in alternativa ad una inesistente giustizia.

Ciao, buona domenica,
HP

marianna

E' difficilissimo perdonare e non può essere mai a comando.
L'iniziativa probabilmente ha solo lo scopo di creare una società vivibile. Sempre che ci si riesca.
Tu, dal canto tuo, come tutta la famiglia di Dedé, avete tutte le ragioni del mondo per trovare assurda una "giornata" del genere.
Un abbraccio grande ed affettuoso.
Un bacione anche a Marguerite.
Marianna

Tesea

Credo che la politica del perdono regga ma solo fino alla prossima scintilla, quando i tempi saranno maturi per nuove ancestrali ostilità .
Tesea

Pim

Bellissimo post, Dragor, concordo. Qualcuno ha detto: non si perdona, si dimentica. Bisogna attendere il fisiologico oblio, che è l'unico rimedio per tutti i dolori.

Un abbraccio.
Pim

P.S.: è il rimosso che ritorna, non il represso. :-)

dragor

Pim, il problema e' che l'oblio e' provocato da disturbi della memoria di cui non tutti soffrono.Certe cose non si dimenticcano nemmeno dopo 1000 anni

Ciao, ricambio l'abbraccio

dragor (journal intime)

dragor

Grazie Tesea, sto morendo dalla voglia di essere tagliato a fette :-) In ogni caso le ostilita' non sono ancestrali. Sono state create a partire dagli anni 50 quando si sono deliberatamente aizzati gli Hutu contro i Tutsi per servire gli interessi del Belgio e della chiesa. Ho cercato di dpuiegarlo nei miei post

dragor (journal intime)

dragor

HP, sono d'accordo con te. Infatti qualcuno mi ha ammazzato quanto avevo di piu' caro al mondo e sto ancora cercando di mettergli le mani addosso. E come me lo pensano tutti quelli che hanno perduto delle persone care per mano degli assassini.In ogni aqso la giustizia non e' inesistente, ma non riesce a processare tutti gli assassini. Sono milioni. E' come se gli ebrei divessero vivere con i nazisti e chiudere un occhio sul passato

dragor (journal intime)

dragor

Cara Marianna, il governo coltiva il mito del perdono a comando. Quando lo faccio notare, mi dicono: allora vorresti tornare al regime di prima, che coltivava l'odio a comando? Fra i 2 mali...
Un abbraccio affettuoso, a presto

dragor (journal intime)

Rosario Ciotto

La parola perdono è, ormai, totalmente sconosciuta al genere umano. Tutti sfoderano la voglia di vendetta anche senza alcun presupposto valido (ammesso che ne esistano). Homo homini lupus. E' questo l'imperativo che sembra essersi impossessato dell'animo umano inaridendolo a dismisura. Speriamo in una guarigione!

dragor

Cqro Rosario, dimmi una sola buona ragione per la quale dovrei perdonare (come se dipendesse da me)chi mi ha massacrato la famiglia, invece di dargli quello che si merita.

dragor (journal intime)

Aliceagnese

Dici una cosa molto vera, Dragor: il perdono è un atteggiamento psicologico del tutto falso,non esiste nella realtà. Nessuno può dimenticare il male che gli è stato fatto, meno che mai per un'imposizione dall'esterno (chiesa, stato o chicchessia). Il commento migliore al tuo articolo io lo vedo in alcuni versi presenti nel libretto (scritto da Francesco Maria Piave) per il Macbeth di Verdi, dove il guerriero Macduff, pensando all'usurpatore che gli ha fatto ammazzare moglie e figli, prega così: "Trammi al tiranno in faccia, Signore! E, s'ei mi sfugge, possa tu a lui le braccia del tuo perdono aprir!".

dragor

Cara Alice, un tizio che mi ammazza moglie e figli non lo perdonare nemmeno dal Signore. Grazie per l'apprezzamento. Se hai voglia, potresti leggere gli altri miei post sul Rwanda e sulle implicazioni della chiesa cattolica nel genocidio, li trovi sotto la categoria "Rwanda" .

Buona domenica

dragor (journal inteime)

coerenza fino in fondo

Il perdono non può essere in contrasto con la giustizia ( ovvio: sarebbe una ingiustizia e quindi sullo stesso livello del male compiuto da chi cui si rivolgerebbe il perdono). Quando si sente ( e lo si 'sente' - si è sentito - anche di recente ) un omicida che chiede perdono occorre rispondere : devi chiedere giustizia, e sottometterti ad essa. Quando una persona sta seriamente pagando o ha pagato per il male compiuto ( è chiaro che il discorso qui si sposta sulle leggi umane di giustizia) il discorso sul perdono assume un diverso significato ( nel contesto del cammino per il bene che, anche il più feroce assassino, DEVE fare ). Io,personalmente, ( ora che non ho subito nessuna terribile ingiustizia e sofferenza come per Dragor, e quindi ... non sarebbe forse nemmeno corretto che mi esprimessi) direi semplicemente : come credente mi impegno a pregare Dio che ti conceda il perdono, il mio perdono l'hai già avuto sotto forma della giustizia ( ed interpreto in questo senso, al di là del suo significato testuale ,il precetto del Vangelo: perdonate e sarete perdonati). Dedicare una giornata al perdono non significa,per essere corretta, nient'altro che approfondire e confrontarsi su questo tipo di problema. Un non credente tralascia la preghiera e fa presente il seguito. La "riconciliazione" politica sul passato che non pochi invocano può essere discorso ambiguo e pericolo; la mia posizione potrebbe essere una forma di "controllo" : la vera riconciliazione è fare chiarezza sulle responsabilità di chi ha commesso atrocità , ed esigere 'giustizia' ( chi è già morto ,per la sua ' condizione ' lascia a noi la risposta che gli chiederemmo se fosse ancora in vita).

I commenti per questa nota sono chiusi.