Un tipico esempio è il tizio che ho incontrato l’altra sera a “Chez Lando”. Avendomi preso per un bianco, ha puntato diritto su di me come un gay quando vede l’uomo dei suoi sogni, si è seduto al mio tavolo e si è presentato. “Mi chiamo Nick Asters, sono un giornalista americano e sto visitando il paese con 12 colleghi,” ha detto. “Perché?” gli ho chiesto. “Per risolvere il mistero del Rwanda.” Primo stereotipo: il Rwanda è un mistero. Credevo che fossimo un paese come gli altri, invece no: siamo un mistero.
“Perché, vede, il Rwanda smentisce tutti gli stereotipi africani”, ha continuato. “E’ pulito, nelle strade non ci sono buche, non ci sono bambini che chiedono l’elemosina, non ci sono baracche, non ci sono ladri e la gente lavora. Si direbbe un Singapore africano.” Gli ho chiesto quando fosse arrivato in Rwanda e ha risposto: “Ieri.” Non gli ho detto che, se si fosse degnato di guardare oltre i 4 chilometri che separano “Chez Lando” dall’aeroporto, avrebbe potuto trovare la sporcizia, le buche, le baracche, i piccoli mendicanti e i disoccupati. Forse in quantità inferiore che negli altri paesi africani, ma abbastanza per differenziare il Rwanda dalla Svizzera.
Dopo questa sviolinata, il buon Nick ha tirato la stoccata finale. “Ma c’è un’atmosfera da ‘Stepford Wives” che nasconde sicuramente la generale insoddisfazione.” Ho fatto per domandargli che cosa fossero le “Stepford Wives”, poi mi sono trattenuto perché non volevo confessargli la mia ignoranza. Conoscevo le shakesperiane “Windsor Wives”, ma le comari di Stepford, mai viste ne conosciute. Appena il tizio si è tolto dai piedi, mi sono precipitato sul computer più vicino e ho fatto una ricerca. E’ saltato fuori che l’espressione “Stepford Wives” è tratta da un romanzo satirico di Ira Levin e si riferisce a “una persona che si sottomette docilmente all’autorità e ai soprusi.”
Ecco lo stereotipo: non sapendo a che cosa attaccarsi per denigrare il Rwanda, dopo 24 ore di soggiorno nel paese il tizio ha tirato fuori le “Stepford Wives”. Così ci sottomettiamo docilmente all’autorità e ai soprusi? Noi, che abbiamo fatto una guerra contro l'autorità e contro i soprusi? E' chiaro che lo aveva deciso ancora prima di partire. Aspetta che mi capiti fra le mani…
Dragor
Perchè non gli racconti che quelli che fumano per la strada vengono presi a botte dai poliziotti, e che la circoncisione è obbligatoria e... non dimenticare gli scarafaggi grossi come topi!!!
Così lo vedrai correre... a prendere il primo aereo!!!
Scritto da: Alberto | 29/11/11 a 23:53
Semble la défnition de certains journalistes ce Stepford Wives. Peut-être que Nick Asters parlait simplement de lui ! de l'atmosphère dans son journal...Cela, arrive tous les jours ! le type est envoyé par son rédacteur au Rwanda pour une commande : écrire une série d'articles sur le mystère du Rwanda, la Singapour africaine....Franchement, tu le vois se mettre à écrire sur les trous, la saleté, les mendiants, le chômage...le respect de la ligne éditoriale avant tout ! Stepford Wives !
Alex
Scritto da: Alex | 30/11/11 a 00:06
E sì, è evidente. Tipico di molti giornalisti, non solo americani peraltro. S'informano in maniera superficiale e sommaria su qualche Reader's Digest, e poi sparano sproloqui con la sicumera di chi crede di aver capito tutto. Le soluzioni semplici sono sempre sbagliate.
Scritto da: Pim | 30/11/11 a 18:18
Alberto, una lettrice il cui marito è morto di cancro ai polmoni in seguito al fumo, mi ha scritto: "Se mio marito avesse incontrato quel poliziotto, forse sarebbe ancora vivo." Quanto alla circoncisione e agli scarafaggi, li sottoporremo a un referendum popolare...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 02/12/11 a 11:37
Cher Alex, c'est pour ça que j'ai parlé de stéréotypes. Obligé de se tenir au stéréotype-Singapour, le type a craqué et s'est rabattu sur le stéréotype-Stepford. Il fallait chercher la petite bête. D'un stéréotype à l'autre, pauvre Rwanda
dragor (journal intime)
Bêtes
Scritto da: dragor | 02/12/11 a 11:57
Pim, oppure devono eseguire gli ordini deo direttore. Il Rwanda è sostenuto dagli USA, cosi' dev'essere tutto rose e fiori. Ma il tizio ha voluto metterci del suo...
dragor (journal intimer)
Scritto da: dragor | 02/12/11 a 12:02
" Quanto alla circoncisione e agli scarafaggi, li sottoporremo a un referendum popolare..."
buona idea: con un referendum potreste rendere la circoncisione degli scarafaggi obbligatoria per legge.
Così se qualche ebreo o musulmano si lamenta degl scarafaggi in ospedale gli potrete dire: "maddeche aò, so pazienti pure loro..."
Scritto da: marcello | 02/12/11 a 23:35
Simpaticissimo post !
E' chiaro che l'americano sapeva già prima di partire dal suo Paese cosa avrebbe scritto del Rwanda.
Insomma il Rwanda ,che prova a crescere in positivo, che gestisce con intelligenza il suo progressivo sviluppo ,disturba ?
E' addirittura misterioso?
Io trovo invece che hai reso molto efficacemente la narrazione dell'incontro e questo a me basta.
Il Rwanda è affare dei rwandesi tout court e di coloro che ne apprezzano gli sforzi.
Complimenti.
Un abbraccio.
Marianna
Scritto da: marianna | 03/12/11 a 17:12
Le persone campano di stereotipi specialmente dalle loro comode case o dai luoghi di villeggiatura, quanti vengono in Africa per una settimana e pensano di conoscerla da una vita, oppure pensano di conoscere i popoli per sentito dire.
Un ragazzo di Cape Town mi diede della mafiosa semplicemente perche' ero italiana senza neppure conoscerne il significato, anzi lui pensava che fosse una cosa bella e buona come la pasta, la pizza e il calcio.
Diffidare sempre dei articoli scritti dai giornalisti in vacanza!!!!!
A presto.
Marinella
Scritto da: Marinella da Durban SA | 04/12/11 a 10:06
Marcello, io circonciderei soltanto gli scarafaggi e lascerei stare gli umani...
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 04/12/11 a 21:15
Cara Marianna, queste "Stepford Wives" sono emblematiche di un certo modo di rappresentare il Rwanda, molto diffuso anche fra i suoi estimatori. Come se fosse impossibile accettare la realtà che si vede. Si tratta di un pregiudizio molto diffuso, per la maggior parte espresso da gente che non ha mai messo piede nel nostro paese. E anche quando ce lo mette, spesso si tira dietro il pregiudizio. Da qui le Stepford Wives.
Grazie per l'apprezzamento, un abbraccio, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 04/12/11 a 21:23
Cara Marinella, hai detto bene. Il web è inondato di giudizi sul nostro paese,anche da parte di agenzie come Amnesty International o Human Rights, spesso pronunciati da persone che non ci hanno mai messo piede. Da ultimo paese dell'Africa siamo diventati quasi il primo, ma la cosa non gli interessa. Vogliono soltanto dipingerci come vittime di una spietata dittatura, chiaramente più sensibili alla propaganda degli assassini rifugiati all'estero, dei preti e della destra francese piuttosto che alla realtà visibile e tangibile. Sono gli stessi che dipingono Victoire Ingabire come una vittima torturata e isolata dal mondo mentre riceve su appuntamento...
Un caro saluto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 04/12/11 a 21:34
Marinella, anche Dragor pensa che gli italiani siano tutti mafiosi. Ci ha scritto anche un post, un pò di tempo fa.
Scritto da: Alberto | 05/12/11 a 10:28