Domenica sera su Cine FX davano “Una Domenica a Kigali.” Wow, vedere “Una Domenica a Kigali” una domenica a Kigali, che spasso. Così mi sono seduto davanti alla TV e me lo sono visto dal principio alla fine.
Ho sempre pensato che i canadesi hanno un problema con il sesso e questo film me lo ha confermato. Ecco qui la trama. Il canadese Bernard Valcourt va all’Hotel Mille Collines e s’innamora di Gentille, una cameriera. La storia mi ha interessato perché assomiglia un po’ alla mia, a parte il fatto che non sono canadese e che non mi sono innamorato di una cameriera ma di una delle donne più aristocratiche del Rwanda. Prima delusione: la “Rwandese” è in realtà Fatou N’Diaye, un’attrice senegalese che avevo visto a Nizza su TF1 nel telefilm “Fatou”. Per fortuna il Mille Collines è veramente il Mille Collines e non un albergo sudafricano fatto passare per il Mille Collines, come succede nel film “Hotel Rwanda”, il polpettone hollywoodiano che mette in scena tutte le balle di Paul Rusebagina, il sedicente Schindler africano. In compenso fra i personaggi di contorno non c’è un solo Rwandese. Ma scusa, come puoi far passare per Tutsi gente con le narici così larghe che potresti posteggiarci un Jumbo? E’ come spacciare un ottentotto per svedese. Passi per Fatou che è una Peul nilotica, ma gli altri fanno pena. Nei film ci vuole un po’ di credibilità, accidenti. Be’, il tizio si porta a letto la cameriera e poi le dichiara eterno amore. Il presidente Habyarimana viene ammazzato e gli Hutu cominciano a massacrare i Tutsi, così il buon Bernard decide di portare Gentille in Burundi per sottrarla al massacro. Sfugge alla milizia Interahamwe, ma incappa in un posto di blocco militare e un ufficiale fa prigioniera la povera Gentille con la chiara intenzione di servirsene per “saziare le proprie brame”, come si diceva una volta, prima di ammazzarla. La portano via e Bernard la cerca dappertutto. Finalmente va sulla collina dove Gentille abitava con il padre e qui ha una sorpresa: il padre è morto, ma Gentille è viva e sta con la sorellina minore.
Credete che Bernard esulti per il miracolo? Nemmeno per sogno, fa una faccia da funerale (cosa non difficile, dato che ce l’ha per natura) perché Gentille lo informa che l’ufficiale l’ha violentata. Poi Gentille frigna che non si sente di vivere con quel disonore e prega Bernard di ucciderla, così il canadese la strozza. Ecco perché ho detto che i franco-canadesi hanno un problema con il sesso. Chi ha scritto questa sceneggiatura idiota? Meriterebbe di finire come Gentille. Primo, non conosco una sola Rwandese che potrebbe suicidarsi perché l’hanno violentata. Le nostre donne sono troppo pratiche e intelligenti. Secondo, nessun uomo sano di mente può uccidere la donna che ama perché l’hanno violentata. Qui c’è di mezzo una drammatizzazione del sesso come può avvenire nella mente contorta di un catto-canadese per il quale lo stupro è l’indelebile marchio del disonore. Siccome questa storia assomiglia un po’ alla mia, a parte il fatto che mia moglie non l’hanno violentata ma ammazzata, ho pensato a quello che avrei fatto al posto di Bernard. Avrei detto “non prendertela, sei ancora come prima, è tutto nella testa. Aspettami, torno subito.” Avrei cercato lo stupratore e gli avrei tagliato la gola, poi sarei tornato dalla mia compagna. “Ecco fatto, non pensarci più.” Così si comporta un uomo che ama la sua donna. Uccidere una donna perché è stata violentata è roba da islamisti e da canadesi.
Dragor
Carissimo Dragor, grazie per aver narrato la trama di questo film che, tuttavia, è una storia con una coclusione assurda.
Lasciamo perdere i cattolici per un attimo, che oggi, secondo me e non solo, di questo genere di problemi(verginità-disonore) non ne hanno più.
Cosa voleva dimostrare in definitiva questo racconto? Qual era il messaggio? Cosa avremmo dovuto comprendere dell'Africa e della donna africana? E poi del suo innammorato occidentale?
Per quanto mi sforzi mi pare che storia più banale e sciatta di questa non ci sia.
Buon pomeriggio e un abbraccio affettuoso.
Marianna.
Scritto da: marianna | 08/12/11 a 15:28
Nessuno strozza una donna perché è stata violentata. Bernard aveva probabilmente altre motivazioni. Forse, si tratta di un modo tutto canadese di partecipare al genocidio oppure, da buon cattolico, Bernard aveva già la moglie in Canada e Gentille cominciava a scocciare : "portami con te a Montreal, sposamioci...ecc..." Volevo guardare il film ma dopo questa ottima recensione...meno male, ho difficoltà con l'accento canadese...
Alex
Scritto da: Alex | 08/12/11 a 15:37
Grazie, molto interessante. Dopo aver letto il tuo post pare assurdo che in internet movie data base il film si becca un voto abbastanza alto http://www.imdb.com/title/tt0463385/
forse potresti scrivere il tuo giudizio anche lí, magari un po' sintetizzato.
Scritto da: AndreasLou | 08/12/11 a 18:22
Mi associo a quello che ha detto Alex. Brutto film, comunque. un polpettone da anni 50.
Scritto da: Alberto | 08/12/11 a 18:47
un po come il Pinocchio della Disney vestito da sud-tirolese, insomma.
Scritto da: marcello | 09/12/11 a 00:58
Bellissimo post, utilissima recensione.
Condivido il tuo pensiero dall'inizio alla fine. Compreso il tagliar la gola (ma prima altre parti molli, da vivo, da sveglio, giusto per fagli prima provare un po' di sana espiazione) al violentatore.
Ciò di cui ti lamenti nella prima parte, a me - trasposto sugli asiatici - lo vivo nei film, sia italiani che stranieri, che spacciano cinesi per giapponesi, fanno parlare una presunta coreana in mandarino, vorrebbero un vietnamita e invece ci mettono un tailandese, e via discorrendo, di imprecisione in imprecisione. Mi sembra di sentirli quei malfattori che fanno i cast. Mi hai trovato un giapponese? Macchè. Va beh, mettiamoci Chen, che c'ha il negozio sotto casa mia, così poi mi regala pure la roba... tanto gli italiani non capiscono un cacchio, chi vuoi che se accorga, un giallo vale l'altro...
Un abbraccio,
HP
Scritto da: Homing Pigeon | 09/12/11 a 10:11
Cara Marianna, veramente mi sembra che i cattolici che abbiano un problema con la verginità, visto che hanno condannato la Madonna all'eterno pulcellaggio. Da qui al "disonore" il passo è breve. Questo racconto, più vicino all'Africa islamica che a quella nera, vuole dimostrare che il disonore di uno stupro si puo' lavare soltanto con la morte. Non dello stupratore, della stuprata. Da manicomio.
Un abbraccio, buona notte, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/12/11 a 23:33
Caro Alex, se Bernard aveva un altro motivo, l'autore del soggetto avrebbe dovuto inserirlo nella storia e noi avremmo capito perfettamente. Chi non farebbe fuori un'amante noiosa? Ma il soggesttista ci fa credere che Bernard sia follemente innamorato, cosi' possiamo dedurre soltanto che l'ha uccisa per amore. E questa è roba da ospedale psichiatrico di fronte alla quale dovremmo commuoverci. Ma se ti capita, guarda pure il film, le scene di genocidio non sono male.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/12/11 a 23:39
Grazie per l'indirizzo, AndreasLou. Gli danno un voto alto perché non conoscono il Rwanda. Certo, mettero' ilmio commento o magari un link a questio post
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/12/11 a 23:43
Alberto, se fosse una commedia all'italiana degli anni 50, il cornuto dovrebbe far fuori anche lo stupratore. Invece se la prende soltanto con la stuprata, invece di aiutarla a ritrovare l'autostima. Da brivido.
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/12/11 a 23:47
Peggio ancora Marcello. Hanno vestito i bantù da Tutsi! Mia moglie è indignata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/12/11 a 23:49
HP, questo prova che per notare le incongruenze bisogna essere stati sul posto. A me, per esempio, sfugge il mandarino parlato dalla coreana, ma sono sicuro che un intenditore salta fino al soffitto. In effetti mia moglie ha notato che le frasi in kinyarwanda nel film erano pronunciate con accento straniero. Ma naturalmente, quando si destina il film a un pubblico lontano, non ci si preoccupa di queste sottigliezze. Con buona pace della verosimiglianza. E per la vendetta mi hai dato un'idea...
Buona notte, un abbraccio anche a te
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 09/12/11 a 23:55
Dragor, non offendere la commedia all'italiana! Io parlavo di quei film tipo Ben Hur, Quo Vadiz, ecc.
Secondo te i film della commedia all'italiana sono "polpettoni" ?
Scritto da: Alberto | 11/12/11 a 14:30
La commedia all'italiana , secondo me, i film più belli che si possono vedere volentieri.
Lori
Scritto da: Lori | 12/12/11 a 16:42
Sembra uno di quei film sugli italoamericani, tutti pizza-mandolino-pummarola. Gli stereotipi funzionano sempre, purtroppo.
Ciao Dragor, a presto.
Pim
Scritto da: Pim | 13/12/11 a 08:18