Notte in Tunisia. Non è il titolo del celebre tema di Dizzy Gillespie ma una triste considerazione: in Tunisia è scesa la notte. Una notte che si chiama Ennahda, il partito islamista che sta piazzando i suoi uomini in tutti i centri di potere. Ho sempre amato la Tunisia, è il paese più dolce che si possa immaginare. In qualche modo mi ricorda il Portogallo, lo stesso languore, la stessa struggente tenerezza. Non c’è niente di più sentimentale di una canzone d’amore tunisina, è un’emozione che ti entra sotto la pelle come il fado. E non c’è niente di meno islamico della Tunisia, almeno fra i paesi arabi. La maggioranza dei tunisini, il 60 per cento, avversa l’islam, ma è politicamente divisa mentre i bigotti sono compatti e alle elezioni hanno ottenuto la maggioranza relativa. Siccome per loro religione e governo sono la stessa cosa, si stanno facendo in quattro per proclamare la Sharia, la legge islamica. L’università di Tunisi resiste ancora, come il villaggio di Astérix nella Gallia occupata dai Romani, ma ogni giorno deve subire le scorribande dei barbuti che vogliono imporre il velo alle studentesse e il rettore riceve continue minacce di morte.
Ho visto intervistare alla TV una donna tunisina con un occhio nero e il viso contuso. Ha dichiarato di essere stata picchiata dal marito. “Vogliamo l’uguaglianza dei sessi”, ha proclamato. “Basta con la violenza sulle donne, non scippateci la primavera araba. Amo il mio paese, lo voglio libero, indipendente e rispettato.” Ha continuato così per un quarto d’ora e sarebbe andato tutto bene se non avesse portato il velo. Il simbolo dell’ideologia che autorizza gli uomini a stuprarla dall’età di sei anni, a violentarla con il matrimonio a tempo, a sposarla per forza, a ripudiarla quando non serve più, a coprirla come una lebbrosa, a trattarla come una prigioniera, a picchiarla come ha fatto suo marito, a lapidarla in caso d’infedeltà. Poveretta, non ha capito che per prima cosa deve strapparsi quel velo e gettarlo alle ortiche. Ecco il primo passo verso la libertà. La primavera araba, quella vera, comincia senza veli.
Dragor
Splendido post, profondissima verità!
Se le donne non saranno libere, e nell'Islam non lo sono affatto, non ci sarà mai autentica democrazia né a Tunisi, né in altre parti del mondo.
Grazie,Dragor!!!
Un abbraccio affettuoso e serena settimana.
Marianna
Scritto da: marianna | 16/01/12 a 17:09
Devi confondere la Tunisia con l'Iran...la donna tunisina è più libera della donna italiana...Dal 1956, le donne tunisine possono divorziare, hanno il diritto di voto, la parità tra uomini e donne, la liberalizzazione dell'aborto (1973), la percentuale di donne nell'università : 60 % ! 30 % delle donne sono attive e occupate...da fare impallidire di gelosia le donne italiane...Avrei potuto intitolare il post : light in Tunisia...ma sei stato sempre opposto alla rivoluzione tunisina ! allora, invece di scrivere sulle elezioni libere, la libertà ritrovata...ecc...vedi sempre il bicchiere mezzo vuoto...se i francesi avessero pensato come te quando hanno preso la Bastiglia...avremmo ancora oggi la dittatura !
Alex
Scritto da: Alex | 17/01/12 a 12:04
La Tunisia è sempre stato uno dei Paesi più aperti al mondo e ho fiducia che continuerà ad esserlo, alla faccia di quattro barbogi reazionari. Conto sui giovani, sulle donne, su coloro che si sono ribellati per essere più liberi. Mi preoccupa maggiormente la situazione in Siria, dove una minoranza militare continua a soffocare nel sangue le aspirazioni dellla maggioranza del popolo. Non si intravede una via d'uscita...
Ciao Dragor, ti auguro una buona serata.
Pim
Scritto da: Pim | 17/01/12 a 16:57
Marianna, le donne non saranno mai libere in uno Stato islamico. Devono essere loro le prime a capirlo e a rifiutarsi di portare i simboli della schiavitù.
Un abbraccio, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/12 a 20:25
Alex, se avessimo la Bastiglia per consegnare la Francia ai preti, certo che avremmo la dittatura. Quella dei preti.Come sta succedendo in Tunisia
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/12 a 20:28
Pim, una volta finita la dittatura di al Assad, comincerà quella della Sharia. I sintomi ci sono tutti.
Grazie, buona serata anche a te
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 17/01/12 a 20:32