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I preti, si sa, sono ripetitivi. Da secoli fanno e dicono le stesse cose. Sono talmente ripetitivi che il cambiamento di un piccolo particolare, per esempio officiare i loro riti rivolti verso il pubblico invece che verso l’altare, è salutato come una rivoluzione. Ripetono ossessivamente le stesse parole fino a trasformarle in filastrocche dove la cadenza conta più del significato.
Fra le loro filastrocche preferite c’è l’odio contro i Tutsi. Lo biascicano da anni come un’avemmaria: «ITutsisonoateicomunistibisognaammazzarlitutti, iTutsisonoateicomunistibisognaammazzarlitutti,iTutsisonoateicomunistibisogna ammazzarli tutti ». Dal 1957 è diventato un riflesso condizionato,da quando il re Mutara III ha chiesto all’ONU l’indipendenza del Rwanda e la partenza dei missionari, osando dire: «Non ci sono Tutsi, Hutu e Twa, soltanto Rwandesi.» La reazione dei preti è stata: «NoncisonoRwandesisoltantoTutsiHutueTwa. NoncisonoRwandesisoltantoTutsiHutueTwa.NoncisonoRwandesisoltanto TutsiHutueTwa…”
Cosi’ la chiesa cattolica ha partecipato attivamente al genocidio, prima istigandolo con “ITutsisonoateicomunistibisognaammazzarlitutti”, poi eseguendolo con “AttiriamoiTutsinelle chieseebruciamolivivi”, poi proteggendo gli assassini con “Guaisevannointribunalecifacciamounafiguradimerda.” Adesso, 18 anni dopo il genocidio, siamo ancora al punto di partenza: “ITutsisonoateicomunistibisognaammazzarlitutti”. La filastrocca è recitata dal vescovo congolese Elizée, chiaramente imbeccato da Roma, ed esce dalle antenne di Radiomaria a Bukavu, covo di missionari frustrati. La causa? Il supposto aiuto del Rwanda al movimento ribelle congolese M23.
Cretini, qualche volta potreste connettere la bocca al cervello, ammesso che ce lo abbiate. Allora capireste che in Rwanda i « Tutsi » sono in realtà cittadini di ogni etnia. Provate a recitare questa filastrocca: “InRwandanononcisonoTutsimasolocittadini,InRwandaononcisonoTutsimasolo cittadini,InRwandanoncisonoTutsimasolocittadini.” Ma dubito che vi entrerà nella zucca, è troppo dura. Cosí continuerete a ripetere come un disco rotto: «ITutsisonoateicomunistibisognaammazzarlitutti… »
Dragor
Punto 1
Il cambiamento non mi è piaciuto. Preferivo la messa in latino, la messa di quando ero piccolo. Il prete primo dei fedeli che parlava con la divinità, non come ora dalla parte della divinità che parla ai fedeli.
È un umano e deve stare di quà.
Dici che la cadenza conta più del contenuto della filastrocca. Qui sta il punto. Hai detto senza volerlo qual'è il segreto del rito. Il rito cattolico, così come quelli delle altre religioni e così come le nenie degli sciamani funzionano proprio in virtù della cadenza, della ripetizione ossessiva. E funzionano veramente. In base al coinvolgimento emotivo di una moltitudine di persone, riescono a condizionare il futuro immediato, quello non ancora definito che sta per diventare presente. Ecco perchè da circa duemila anni riescono a soggiogare una moltitudine di persone. Ma il principio di funzionamento del rito è un principio fisico, non religioso.
Punti 2, 3, 4
Non posso mettere in dubbio quanto tu sostieni. Da quell poco che ti conosco mi sembri dotato di una solida cultura, di spirito critico. Non dici banalità. Peró mi piacerebbe poter controllare quello che asserisci. Vorrei che citassi le fonti delle tue informazioni in modo da poter fare delle ricerche anche in modo autonomo. Ad esempio il vescovo Elizèe. Quando ha detto ciò che citi, chi ha sentito, quali documenti ci sono ecc ecc. Radiomaria a Bukavu : cosa è? Cosa ha detto? Quando?
Scusa se ti sembro polemico, ma in realtà desidero solamente farmi una opinione fondata su elementi certi e non sul sentito dire.
Scritto da: Alfredo | 14/09/12 a 00:49
Si' Alfredo, è l'effetto ipnotico e drogastico del ritmo. Lo so per esperienza. A Bururi, in Burundi, ho sentito una donna che parlava con cadenza ritmica per esorcizzare gli indemoniati. Mi sono steso sul lenzuolo con loro e mi sono rotolato anch'io. Il vescovo Elizée me lo hai segnalato tu :-) La radio di Bukavu (c'è anche radio Okapi) la sentiamo anche in Rwanda. Sembra la radio Mille Collines. Sulla partecipazione della chiesa cattolica al genocidio ti suggerisco il classico di Jean-Louis Gouteux, "La Nuit Rwandaise". Dovrebbe esserci anche in traduzione italiana con il titolo "Un Genocidio senza Importanza".
Ciao, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 14/09/12 a 08:52
Finalmente dopo oltre unmese di ricerche ho trovato il libro di JP Gouteux.
In italiano.
Nessuna libreria o distributore di libri in internet ce l'ha.
C'è una vera omertà al suo riguardo. Ma non mi sono perso d'animo. Infine attraverso una organizzazione anarchica ho avuto un indirizzo di una persona che forse poteva averne uno. Contattato, pagato, arrivato.
Doveva essere usato invece è nuovo di pacca.
Questa sera lo leggo.
Grazie per la segnalazione.
Scritto da: Alfredo | 23/10/12 a 16:12
Alfredo, di solito sulla FNAC e su Amazon si trova tutto.Se leggi il francese, puoi trovarlo nella lingua originale. Fammi sapere come ti è sembrato.
Ciao, buona giornata
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 24/10/12 a 12:10