______________________________________________________________________
Militare di M23 a Goma
__________________________________________________________________
INCREDIBILE! Sono bastati 3000 ribelli di M23 per sbaragliare le Forze Armate Congolesi (FARDC) e i caschi blu della MONUSCO. Sulla fuga dei congolesi non c’è da stupirsi, a quei soldati basta fare “bum” con la bocca e scappano. I primi a squagliarsela sono sono stati gli ufficiali, abbandonando la truppa che ne ha approfittato per saccheggiare e stuprare com’è sua abitudine per poi svignarsela all’arrivo di M23 dopo avere sparato per vendetta un paio di cannonate sulla vicina città rwandese di Gisenyi. Per fortuna ero già partito, ci mancava solo che mi piovessero addosso mentre prendevo il sole sulla spiaggia.
QUANTO ALLA MONUSCO, un suo ufficiale ha dichiarato al Guardian : “Perché dovremmo rischiare la pelle per un governo corrotto e un esercito di codardi?” Certo, chi glielo fa fare a quegli uruguayani, indiani e sudafricani di farsi ammazzare per il faccione di Kabila quando l’esercito di Kabila taglia la corda invece di aiutarli? Cosi’ hanno detto a M23 “prego, accomodatevi”.
UFFICIALMENTE IL RWANDA non c’entra niente e tramite il nostro ministro degli Esteri Louise Mushukivabo «invita le parti al dialogo», ma tutti sanno che M23, un movimento di rwandofoni congolesi nato il 23 marzo 2009 dal dissolto Parti du Peuple per difendersi contro le persecuzioni del potere centrale, è pro-rwandese e probabilmente il Rwanda lo aiuta con armi, logistica e consigli strategici. Con la presa di Goma, la capitale, il Rwanda controlla tutta la regione del Kivu che già gli apparteneva fino alla conferenza di Berlino del 1886 quando con un tratto di penna è stata assegnata al Congo.
STA PER CADERE anche Bukavu, la seconda città della regione. Dopo avere diffuso per anni propaganda genocidaria dalle loro radio Maria e Okapi, avere venduto armi alle milizie terroriste FDLR (Forces Démocratiques de Libération du Rwanda) ed avere rubato i soldi raccolti con la scusa degli «aiuti umanitari» come attesta un rapporto ONU del 2009, i missionari locali (per la maggior parte saveriani) hanno capito che è arrivato il giorno del Giudizio e sono scappati come topi che abbandonano la nave che affonda, nel migliore dei casi per tornare a casa, nel peggiore per spostarsi un po’ più in là. Da tempo immemorabile occupavano tutta la penisola di Bukavu, la vera paene insularum insularumque ocella (Catullo, perla delle isole e delle penisole), non si capisce bene con quale diritto. A suo tempo ho fatto un’indagine e la gente mi ha detto «sono arrivati e sono rimasti», più o meno come hanno fatto i preti occupando per secoli tutta l’Italia centrale con il falso storico della Donazione di Costantino, con la differenza che a Bukavu non si sono nemmeno curati di giustificarsi con una frottola. Questi bugiardi hanno osato dire sui loro media che i ribelli di M23 terrorizzano la popolazione con stupri e violenze, mentre a Goma sono stati accolti come liberatori. E a Rutshuru qualche tempo fa la gente mi ha detto: «Per fortuna è arrivato M23, non ne potevamo più dei soldati congolesi.» A finanziare, armare, proteggere e coccolare i veri saccheggiatori e stupratori - i genocidari interahamwe delle FDLR - nella speranza di provocare un altro genocidio e tornare in Rwanda da padroni erano proprio loro, i missionari di Bukavu.
CATTIVA PERDENTE come al solito (poveretta, si è visto sfuggire tutto il coltan) la Francia ha subito proposto una mozione ONU contro M23. Ma ormai i giochi sono fatti, rien ne va plus. All’ONU si comincia già a parlare di «coesistenza inevitabile» con M23 a Goma. "La perdita della sovranità è uno scacco monumentale per il Congo", osserva un diplomatico. L’unica strada da seguire è "il dialogo e una coesistenza senza cooperazione" in attesa che M23 sia riconosciuto ufficialmente come forza di governo.
Dragor
ho fatto appena in tempo a comprare il telefonino nuovo, insomma...
bè auguri sinceri, spero che la situazione adesso migliori
Scritto da: marcello | 21/11/12 a 16:58
A me sembra una vittoria di Pirro....Il Rwanda sta perdendo tutta credibilità internazionale con questo appoggio ai ribelli di M23...e non solo il sostegno della Francia, ma anche quello degli Stati Uniti e di tutta la comunità internazionale. Francamente,dopo anni di sforzo, vale la pena essere messo al bando della comunità internazionale per Goma o Bukavu ?
Scritto da: Alex | 21/11/12 a 17:16
Grazie Marcello,con il telefonino nuovo sei diventato nostro azionista :-) Spero anch'io che la situazione migliori. Il mio sogno è costruirmi una casa sulla penisola di Bukavu dove c'erano i missionari. E' uno dei posti più belli che abbia mai visto, se trovo un terreno a buon mercato lo compro prima che arrivi la speculazione
dragor (journal intime)
___________________________________________________________________
Alex, a dire il vero non mi sembra che il Rwanda abbia perso credibilità internazionale. Qualche giorno fa è diventato membro provvisorio del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. 1 settimana fa è stato votato da vari Stati africani come il paese più sicuro dell'Africa e proprio ieri un'agenzia americana ha pubblicato un sondaggio indipendente dal quale risulta che il 94 per cento dei Rwandesi è felice di stare in Rwanda. Ho l'impressione che le attuali "condanne" siano più formali che sostanziali. La nostra diplomazia è eccellente e ricucirà ogni strappo.
Ciao, a presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 21/11/12 a 17:58
Sono sgomenta, caro Dragor.
Goma e Bukavu sono città congolesi e non degli M23.
Probabilmente non so leggere la "Storia".
Marianna
___________________________________________________________________
Scusa cara Marianna, rispondo sul tuo post perché non riesco a pubblicare. Una volta il Sud Kivu, come una parte dell'Uganda meridionale e della Tanzania occidentale, faceva parte del Rwanda. Alla Conferenza di Berlino del 1886 il Rwanda è stato potato come una pianta troppo cresciuta e le parti "in eccesso" sono state attribuite ai paesi circostanti, ovviamente creati di sana pianta. In ogni caso la politica del Rwanda attuale non è quella di ristabilire le antiche frontiere ma di provvedere alla propria sicurezza. Il Sud Kivu era diventato la base di tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, vogliono rovesciare il governo di Kigali per ristabilire l'ancien régime.La presenza di M23 allontana la minaccia. Io spero in una secessione legale in modo che i Banyamulenge, gli abitanti storici della regione, possano amministrarsi da soli invece di subire le vessazioni di Kinshasa.
Un abbraccio, buona notte da Remera
dragor (journal intime)
Scritto da: marianna | 21/11/12 a 19:55
;-)
Scritto da: Alfredo | 21/11/12 a 22:01
Marianna e Alex, non vi conosco, non so chi siate. Non sono solito a frequentare i blog. Per me é la prima esperienza.
Non so neppure chi sia Dragor. Potrei sapere tutto di lui in mezza giornata, ma considererei tale gesto una scorrettezza per cui mi tengo la curiosità. É esageratamente riservato per quanto riguarda la sua vita privata. Sono arrivato a lui essendomelo trovato come vicino di casa a Kigali ed ecco che immediatamente é fuggito a Remera dalla amata suocera. Una mia amica, curiosa quanto me non é riuscita a parlargli....
Peró.... nonostante tutto questo lo considero un amico. Perché ? Se non lo conosco come posso parlare di amicizia? É una questione di pelle. Di prima impressione. Pertanto fino a prova contraria, credo a quanto mi dice sul Rwanda. Se parla in un certo modo di M23, di Goma o dei preti credo nella sua buonafede.
Ovvio che cerco conferme o smentite ma sotto sotto... lo considero molto più informato di me . E anche se dai suoi scritti traspare una persona con un altissimo concetto di se stesso , forse esagerato, lo ritengo attendibile.
Scritto da: Alfredo | 21/11/12 a 23:10
Grazie Alfredo, sono onorato. Marianna era con noi sulla Stampa e fa un favoloso blog sull'Africa
http://marianna06.typepad.com/il_mio_weblog/#tp
mentre Alex fa questo ottimo blog
http://alexdebordeaux.wordpress.com/
Mi hai dato un'idea, scrivero' un post sulla mia riservatezza!
A presto
dragor (journal intime)
Scritto da: dragor | 22/11/12 a 11:20
Il coltan, lndispensabile per costruire cellulari e altri prodotti informatici, purtroppo abbonda nel sottosuolo della regione del Kivu, diventata così oggetto dei peggiori appetiti.
Chi ci rimette, come sempre, è la popolazione autoctona, vittima di occupazione, guerre e devastazioni. Per non parlare dell'ambiente...
Tesea
Scritto da: Tesea | 23/11/12 a 18:22
Vorrei sottolineare una volta per tutte cge il coltan è un minerale da cui ri ricava il tantalio.
I condensatori al tantalio esistono da sempre, o per lo meno da quando negli anni sessanta ho cominciato a giocare con l'elettronica. I cellulari come tutte le apparecchiature elettroniche usano anche condensatori e quindi anche il tantalio.
Ma dire che il coltan serve per fare i cellulari é come dire che il petrolio serve per fare i cellulari e che tutti i problemi derivanti dal petrolio gravano sulla coscienza di chi usa il cellulare.
Inoltre il tantalio non é indispensabile per fare i cellulari. Permette di miniaturizzarli maggiormente. Tutto li.
Altra cosa che andrebbe detta è che i maggiori produttori di columbo-tantalite sono Australia, Nigeria e Brasile, Mozambico.
Ovvio che la guerriglia per finanziarsi non può vendere banane o avocado e che quindi sfrutta le risorse minerarie tipo oro o columbo-tantalite in quanto non deperibili, facili da trasportare e da nascondere.
Peró mi sembra che la storia del coltan nella zona del Kivu sia strumentalizzata. O no?
Scritto da: Alfredo | 23/11/12 a 19:50