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REMEMBERING ADELE

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« Rwanda, per non dimenticare | Principale | Le donne »

11/04/14

Commenti

Alberto

Caro Dragor, proprio sulla Stampa ho trovato questo articolo di pochi giorni fa, che non mi sembra male:

http://www.lastampa.it/2014/04/06/esteri/il-aprile-un-missile-colp-laereo-del-presidente-hutu-da-quellistante-part-la-caccia-ai-tutsi-e-fu-genocidio-CVnpFhWCSk9pHxNF3NiLUO/pagina.html

Pim

Abbiamo gli stessi trascorsi di blogger sulla piattaforma de "La Stampa" e condivido il tuo punto di vista sull'operato della testata - per qualche mese riuscii a tenere il blog di Gramellini alle mie spalle, puoi immaginare la soddisfazione!
"Journal Intime" è uno dei pochissimi siti ad aver informato in maniera puntuale sulla vicenda rwandese. Non si può dire che altri abbiano fatto la stessa cosa, e quando parlo di altri mi riferisco a giornali ad ampia diffusione (inter)nazionale e televisioni. Più semplice fornire versioni dei fatti già masticate e predigerite piuttosto di fare lo sforzo di documentarsi presso fonti di prima mano. La realtà è sempre complessa, molto complessa e anche dolorosa: quanti vogliono raccontarla, ascoltarla...?

P.

dragor

Alberto, anche questo articolo contiene in qualche modo la teoria negazionista del "doppio genocidio". Proprio non si riesce a far capire che il conflitto non è mai stato fra Hutu e Tutsi, ma fra chi voleva un Rwanda unitario e i fanatici razzisti dell'Hutu Power. Non c'è mai stata una persecuzione degli Hutu in quanto tali. Soltanto la legittima difesa dei Rwandesi contro chi aggrediva il paese dall'esterno e impediva il ritorno dei rifugiati. I quali, purchè innocenti, sono stati accolti a braccia aperte. Una famiglia mi ha pure soffiato la casa, che li possino... :-)

dragor (journal intime)

dragor

Pim, Gramellini non l'ho sorpassato ma ho fatto mangiare la polvere a qualche altro trombone :-) Secondo me queste versione dei fatti già masticate sono offerte con uno scopo ben preciso. Chi pubblica questi articoli è un nostalgico dell'ancien régime, non ha digerito lo schiaffo dato dal nuovo Rwanda alla Francia e alla chiesa che avevano pronosticato il suo fallimento. E' un supporter della cosiddetta democrazia etnica secondo quale non esistono cittadini ma etnie e l'etnia più numerosa dovrebbe comandare. Può concepire l'Africa soltanto in una dimensione tribale. Per un motivo o per l'altro, fa parte di una lobby e ne difende gli interessi. E quando si tratta di semplice ignoranza, è un'ignoranza strumentalizzata.

dragor (journal intime)

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