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REMEMBERING ADELE

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« Helsingor, il castello di Amleto | Principale | L'arte contemporanea, un fascismo postmoderno »

11/10/14

Commenti

Alex

E' vero che non c'è bisogno di andare dall'altra parte del pianeta per trovare posti meravigliosi e spesso il mistero si nasconde a due passi da casa. Mi vengono i brividi, solo a pensare che fine avrebbe fatto il vecchio esploratore se avesse fronteggiato la foresta del monte Boron a Nizza, invece di un parco danese! :-)

Alex

Pim

Come in un romanzo salgariano avresti dovuto chiudere con 1.continua.
Si tratta di uno sfizio letterario desueto, ma riempie di soddisfazione l'autore e fidelizza il lettore.
Attendo con curiosità il seguito... :-)

P.

dragor

Sì Alex, il Mont Boron è peggio del Karisoke, a parte il fatto che non ci sono gorilla. Ma rispetto a Charlottenlund, ha un vantaggio: è in pendenza, così sai che andando in discesa prima o poi ti ritrovi frra gli umani!

dragor (journal intime)

dragor

E' vero Pim, lo stile è rétro e un seguito da feuilleton ci starebbe bene. Ma mi è piaciuto il finale che ricorda Lovecraft quando non lascia speranza, più o meno come mi sentivo in quel momento. Anche se queste righe attestano che in qualche modo ne sono venuto fuori :-)

dragor (journal intime)

Tesea

Sarebbe interessante sapere come ha fatto l'esploratore a ritrovare il sentiero.
Tesea

dragor

Tesea, interesserebbe anche a me :-) So soltanto che a un certo punto ne ho trovato uno. Ovviamente non era quello che avevo lasciato e mi ha portato in un'altra parte della città.

dragor (journal intime)

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