Forse non lo sapete, ma a Madrid e Barcellona circolano autobus con la scritta “Probabilmente Dio non esiste. Smetti di preoccuparti e goditi la vita”. La cosa non è andata giù al Bagnasco spagnolo, Antonio María Rouco Varela, che ha detto in un comunicato a pagamento pubblicato su “El Pais”: “Insinuare che Dio è probabilmente un’invenzione dei credenti, e per di più affermare che non lascia vivere in pace e impedisce di godersi la vita, è obiettivamente una bestemmia e un’offesa a chiunque creda.” E conclude: “In ogni caso i cattolici rispetteranno il diritto di tutti a esprimersi liberamente e saranno pronti a ribadire con serenità e mansuetudine davanti alle offese, con forza e coraggio nell’amore e nella difesa della verità: Dio è amore.”
“Con fortaleza y valentìa”. Meravigliosa lingua castigliana, sembra di vedere un torero su fondo di paso doble. Con quella lingua si può dire qualunque cosa, sicuri che se non altro avrà una sua estetica verbale. Ma lasciamo da parte la forma e veniamo alla sostanza con la lingua di Dante, che pure ha i suoi quarti di nobleza. Perché la bestemmia è un’offesa? E a proposito, perché la critica a una religione si chiama bestemmia? In virtù di quale diritto la religione si considera superiore a ogni critica? Posso demolire un’opera letteraria, un brano di musica, un trattato di filosofia, una teoria scientifica e tutti mi diranno “bravo”, ma se oso demolire la religione i credenti mi danno del bestemmiatore e i non credenti scrollano la testa dicendo “ma quelle cose bisogna rispettarle”. Come dire che, di fronte a una religione, il cervello deve smettere di funzionare. Bisogna staccarlo e accettare passivamente le cose più assurde come se fossero grandissime verità.
Perché la religione, che in fin dei conti si fonda su dogmi e non su pazienti ricerche, deve godere di uno status privilegiato rispetto alla scienza per la quale l’uso del cervello è indispensabile? Io stesso ho ricevuto molte critiche e anche insulti da parte di lettori scandalizzati dal mio non rispetto per le loro credenze. Ma pensateci bene, io uso solo la parola. Non brucio chi non la pensa come me, non lo faccio saltare in aria, non lo decapito, non lo lapido, non lo impicco, non lo squarto, non lo sgozzo, non lo crocifiggo, non lo torturo a differenza di come i credenti fanno spesso e volentieri con chi non condivide le loro idee. Perché avete così paura della parola? Forse vi mancano gli argomenti per replicare? Secondo me le religioni hanno un posto troppo importante nella nostra società. Potete essere il più grande filosofo morale del mondo e avere una montagna di grane quando l’ufficio di reclutamento valuta la vostra richiesta di essere obiettore di coscienza. Ma recitate la formula magica, “sono cattolico”, e vi rispediscono subito a casa, per quanto siate ignoranti del pacifismo e magari anche della religione cattolica. In nome della religione è tutto permesso. Siete razzista? Vi suggerisco un mezzo infallibile per praticare l’apartheid (i sudafricani e il Ku-Klux-Klan avrebbero dovuto pensarci, ma gli è mancato il lampo di genio): dite che le vostre convinzioni religiose vi proibiscono la promiscuità con le altre razze. Senza il paravento della religione sareste denunciato come un bieco razzista, con questo paravento l’opposizione si squaglierà come neve al sole. Per caso obiettate che l’apartheid non si può giustificare razionalmente? E’ proprio qui che vi volevo. La più grande forza della fede religiosa è il fatto di non avere una giustificazione razionale.
Detesto le bestemmie volgari, quelle dette da chi si dà una martellata sul dito o da chi perde la pazienza perché la macchina davanti non scatta al semaforo come una Ferrari in Formula 1 (visto che ormai non ci sono più carrettieri che imprecano contro il povero cavallo). Ma adoro le bestemmie intelligenti, vale a dire la dissacrazione dei tabù. E così, querido excelentìsimo señor Antonio María Rouco Varela, Cardenal-Arzobispo de Madrid y Presidente de la Conferencia Episcopal Española, se Dios es amor quando ti fa vincere, es un cabròn quando ti fa perdere. Come dire che non esiste, visto che le due cose si elidono a vicenda. Troppo comodo considerare soltanto quello che tira acqua al tuo mulino per dire che Dio non è un’invenzione dei credenti e che l’universo è governato da un disegno divino. Se pensare è una bestemmia, allora viva la bestemmia.
Dragor
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