Forse credete che la prima banca italiana sia Unicredit, oppure Intesa San Paolo, oppure la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, o in generale una di quelle sontuose banche che a Roma o a Milano hanno la loro sede centrale in splendidi palazzi art déco o neorinascimentali. Lo credevo anch’io, ma mi sono dovuto ricredere. Per capitali e per numero di sportelli la prima banca italiana è quella della mafia.
Purtroppo la notizia non viene data da un organismo interessato a screditare quello che resta dell’economia italiana dopo il tornado di Berlusconi ma dall’associazione italiana SOS Impresa, secondo la quale la mafia è la prima banca italiana con 65 miliardi di euro di liquido. E con la crisi la mafia ci va a nozze. Approfittando della restrizione di credito da parte delle banche, le cosche mafiose aumentano la pressione sui piccoli commercianti, costringendoli ad accettare prestiti a interessi astronomici. ”Mentre la crisi mina la fiducia nelle banche tradizionali, la mafia arriva con la sua liquidità derivata da attività criminali. Per molti commercianti e artigiani rappresenta l’unica fonte di prestiti, l’unica speranza di salvare l’impresa con i relativi posti di lavoro.”
Secondo il rapporto, in Italia 200.000 persone sarebbero vittime di usurai mafiosi. Le conseguenze sono disastrose. Secondo le stime di SOS Impresa, “ i commercianti sono vittime di 1300 crimini al giorno, vale a dire circa 50 all’ora, quasi uno al minuto.”. Sul piano economico “l’usura ha provocato la chiusura di circa 1800 imprese e la scomparsa di migliaia di posti di lavoro.”
Mentre le imprese falliscono, la mafia va a gonfie vele. Il suo giro d’affari ammonta a oltre 140 miliardi di euro. Nel 2007 ammontava a “soli” 130 miliardi. La fine della crisi provocherà un’inversione di tendenza ? Niente di meno sicuro. Quando un’abitudine s’installa, è difficile sradicarla.
Così SOS Impresa esorta le vittime a sporgere denuncia. L’anno scorso l’associazione è stata contattata da più di 3000 vittime. “Ma i rari imprenditori che reagiscono sono spesso abbandonati dalla classe politica, dalle banche, perfino dagli amici e dalla famiglia.” Ovviamente quando non finiscono in fondo al mare in una bara di cemento.
Dragor
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