Meg non pensa ad altro. Lo sogna di notte e perfino di giorno, almeno quando non lo vede. Nessun uomo l’ha mai attirata in quel modo. Non che s’intenda molto di uomini. Tutta la sua esperienza si riduce ai soliti amoretti, ma per lui prova delle emozioni che non sono nemmeno lontanamente comparabili a quelle che ha provato per i suoi partner del passato.
Emozioni forti, ossessive, sensuali, che le tolgono il sonno oppure invadono i suoi sogni, inducendola a immaginare lei e Le Niçois mentre... mentre...
E’ questo l’amore?
In tal caso si sta esponendo alla peggiore delle frustrazioni. Perché Dragor Le Niçois, un pezzo grosso della French Connection, dovrebbe interessarsi di un’umile commessa?
Ma forse... forse c’è una via d’uscita.
Più ci pensa, più Meg crede che possa funzionare.
Perché nella cave à vins del My Favorite Things, il club di Tony Guizzo ha trovato una bottiglia di Nuits-Saint-George del 1984.
La cave del My Favorite Things è un caso particolare: la miglior cantina di New York nelle mani del peggior bevitore di New York. Perché fra le cose che Tony Guizzo non capisce (nessuna secondo lui, tutte secondo i suoi detrattori) c’è il vino.
La sua incompetenza è leggendaria. Quando lo vedono arrivare, i sommelier dei migliori ristoranti francesi di New York sudano freddo. Il sommelier del Montmartre ha pianto autentiche lacrime vedendolo mettere tre cubetti di ghiaccio in un bicchiere di Château-Margaux con la scusa che faceva caldo, quello della Table d’Hédiard si è licenziato quando Guizzo ha messo del succo di limone, dello zucchero e della noce moscata in un bicchiere di Château-Mouton-Rotschild dicendo che voleva fare la sangria. Ma l’episodio più famoso è accaduto alla Tour d’Argent, quando Guizzo (a quell’epoca all’inizio della carriera, bisogna riconoscerlo) ha voluto fare colpo su Breathless Malone, una bionda starlette di Broadway in sicura ascesa, ordinando “il miglior vino della casa”.
Gli hanno servito una rarità assoluta, una bottiglia dell’introvabile Romanée-Conti, secondo alcuni il miglior vino di Francia. Se ne producono soltanto 6000 bottiglie all’anno, prenotate in partenza da armatori greci, miliardari texani e sceicchi arabi. Alla Tour d’Argent ne erano toccate 10 e quella era l’ultima, un vintage del 1976 del valore di diecimila dollari.
Tony Guizzo ha preso la bottiglia e osservato attentamente l’etichetta con l’aria del vero connaisseur, quindi si è rivolto al sommelier.
- Mi hai preso per un pollo? - ha chiesto, poi ha strizzato l’occhio alla sua compagna per comunicarle che lui era un dritto che non si faceva imbrogliare da nessuno. - Questa è roba vecchia, amico. Volevi rifilarmi un fottuto fondo di magazzino, eh? Buttala nel cesso e portami il vino di quest’anno, altrimenti...
Tuttavia, per una questione di prestigio, e ovviamente per il suo inguaribile esibizionismo, questo aficionado della sangria, questo bevitore di red wine on the rocks, questo inventore dell’Italian Coke (3/4 Lambrusco, ¼ Coca Cola, 1 cucchiaio sciroppo di granatina, scorza di limone) ha voluto dotare il suo club della miglior cave à vin di New York e investito nel business oltre un milione di dollari. Ed è in quella cave che Meg, scesa in esplorazione con l’aiuto di Alain, il sommelier del My Favorite Things, ha trovato il Nuits-Saint-George del 1984. La bottiglia le costa un mese di stipendio, ma ne vale la pena.
Perché tutti sanno che Le Niçois ha un debole per il buon vino. E che, a differenza di Tony Guizzo, è un superbo intenditore. Oh, non beve molto, ma beve con amore. Si dice che ami il buon vino almeno quanto le donne. Così potrebbe amare una donna che gli offrisse del buon vino?
In ogni caso Meg ha comprato la bottiglia di Nuits-Saint-George e ordinato ad Alain di stapparla perché possa chambrer, ossia prendere la temperatura giusta. Non è del tutto digiuna di enologia e ricorda bene la regola: i vini di Bordeaux alla temperatura della stanza, i vini di Borgogna alla temperatura della cave. E il Nuits-Saint-George è un vino di Borgogna, così va lasciato nella cave fino all’ultimo momento.
Quando vede Le Niçois entrare nel locale (è diventato un habitué perché in nessun altro posto gli prestano il sax), Meg gli corre dietro.
- Monsieur! Monsieur Le Niçois! Aspetti!
Lui aspetta, Meg lo raggiunge, Le Niçois le rivolge quel suo sguardo che sembra piovere dalla stratosfera.
- Ehm... Monsieur Le Niçois. Mi scusi, ma vorrei chiederle il permesso di...
Perché le trema la voce? Perché le tremano le gambe? Perché trema tutta?
- Di che cosa? - la esorta lui, evidentemente decidendo che non può aspettare per tutta la sera.
- Ehm... ecco... il permesso d’invitarla a... una seduta di degustazione.
Una scintilla balena negli occhi verdi del Niçois. Di curiosità? D’interesse? Di... divertimento?
- A una seduta di degustazione - ripete con voce incolore.
- Sì. Vede, ho una bottiglia di buon vino, e... - Meg inspira a fondo, poi si lancia. - Insomma, vuole assaggiarlo?
- Assaggiarlo? - ripete lui con il medesimo tono distaccato.
- Sì. Potremmo andare in quell’angolo... - Meg indica un’intima alcova rischiarata dal tenue chiarore di un abat-jour. - Là non ci disturberà nessuno.
Lo precede senza aspettare il suo assenso. Quando arriva presso il divano di velluto bordeaux, si volta e scopre con stupore che lui l’ha seguita.
Un momento dopo Le Niçois è seduto sul divano. Meg prova il bisogno di pizzicarsi per accertarsi di essere sveglia. Non sta sognando? Il famoso Niçois, il caïd della French Connection, l’uomo che riesce a intimidire perfino Tony Guizzo, è veramente lì, sprofondato nel divano del club My Favorite Things?
Si siede vicino a lui e e viene subito al dunque.
- Si dice che sappia riconoscere qualsiasi vino. Vorrei vedere se riconosce... questo.
Stavolta riesce a identificare la scintilla che balena nei magnifici occhi verdi. E’ inequivocabilmente d’interesse.
Prendendo quella scintilla come un assenso, fa un cenno ad Alain che serve il vino in un anonimo bicchiere. Certamente non un bicchiere da Borgogna. Meg non vuole concedere al Niçois quel vantaggio.
Il bicchiere aspetta sul tavolino, ma Le Niçois non lo degna di un’occhiata.
Perché sta guardando lei.
- Ti propongo una scommessa - mormora con il suo tono languido, quasi annoiato.
Una scommessa? Meg non crede alle proprie orecchie.
- Quale?
- Se non lo riconosco - dice lui con il medesimo tono, pigramente appoggiato allo schienale del divano mentre si fissa le unghie, - non mi darai niente.
Il cuore accelera i battiti nel petto di Meg, comincia a saltellare e ben presto la sua corsa è un galoppo sfrenato.
- E se...? - chiede la giovane donna con voce roca.
- Se lo riconosco... - Le Niçois si gira a guardarla, l'avvolge in un'occhiata sensuale, la sua voce diventa un carezzevole bisbiglio - ...mi darai tutto.
(continua)
Comunicazione di servizio: questo episodio e il suo seguito precedono Meg, il Giorno della Vendetta
Dragor
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