VISTO CHE LA STORIA del Bunga-Bunga continua a deformarsi, per fare chiarezza riporto la doppia definizione dell’Urban Dictionnary, il miglior dizionario ondine per le espressioni di moda. Ecco la prima:
“Erotic ritual which involves a powerful leader and several naked women”
TRADUZIONE: Un rito erotico che implica un leader possente e molte donne nude.
E la seconda:
«Savagely brutal anal gang-rape. Fabled punishment for trespassing on the tribal land of a fictitious African tribe.»
TRADUZIONE: Selvaggio e brutale stupro anale di gruppo. Punizione immaginaria per essere penetrati nel territorio di un’altrettanto immaginaria tribù africana.
IN EFFETTI Berlusconi ama raccontare la seguente storiella:
“Due ministri del governo Prodi vanno in Africa e vengono catturati da una tribù d’indigeni. Il capo della tribù prende il primo e gli domanda: ‘Tu volere morire o Bunga-Bunga?’ Il ministro sceglie Bunga-Bunga e viene prontamente sodomizzato. Il secondo prigioniero sceglie la morte e il capo tribù replica: “Prima Bunga-Bunga, poi morire.”
COSI IL BUNGA-BUNGA non ha niente di tradizionale, se non nell’humour e nei festini di Silvio Berlusconi. Tuttavia il presidente del Consiglio italiano racconta di avere scoperto questo particolare tipo di amplesso a casa (anzi, sotto la tenda) del suo amico Gheddafi, che la praticherebbe con il suo harem “africano”. Lo stesso Gheddafi avrebbe imparato la pratica osservando i riti di una non meglio specificata tribù africana. Riti che, secondo la marocchina Ruby, il buon Silvio ha importato nella civiltà occidentale, esortando i suoi ospiti a prendere le signore alle spalle.
UN SECOLO E MEZZO dopo la Venere Ottentotta, la poveraccia portata in Europa ed esposta come una bestia allo zoo, il mito della sessualità primitiva non è ancora tramontato. Perché la storia del Bunga-Bunga ha tanto successo? La ricetta è semplicissima: la sessualità sfrenata di un leader europeo unita alle fantasie sulla sessualità sfrenata degli africani. Sono secoli che gli europei fantasticano su questa sessualità, come se fossero gli unici a controllare i propri istinti mentre i primitivi passano il tempo a zomparsi addosso. Perfino Margaret Mead, la madre dell’antropologia che nel 1928 è andata a studiare i primitivi sulle isole Samoa, non ha capito niente. A questo proposito vi raccomando l’eccellente libro di Serge Tcherkezoff: "Il Mito occidentale della sessualità polinesiana, 1928-1999.” Il mito è intrattenuto anche da certi reality-show come quello giapponese dove un’attrice porno a va vivere in un villaggio africano. Stupri multipli? Ammucchiate selvagge? Nemmeno per sogno. Di solito i « selvaggi » si comportano da veri gentlemen e non le toccano nemmeno il didietro come sicuramente farebbe ogni rispettabile europeo.
NON INTENDO CENSURARE le abitudini sessuali di Berlusconi. Per me il buon Silvio può prendersi le donne davanti, didietro, di sopra, di sotto, in coppia o in gruppo. Come tutti, ha il diritto di vivere la sua sessualità come gli pare. Voglio soltanto sottolineare come il Primo Ministro di un paese dall’immensa tradizione umanistica abbia un livello culturale da Bar Sport. Anzi, da Bunga-Bunga.
Dragor
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